martedì 5 maggio 2015

SCIOPERO GENERALE della scuola, a Roma sfilano in migliaia



ROMA, 5 maggio - Dietro lo striscione 'Sciopero generale l'unione fa la scuola 5 maggio 2015 riformiamola insieme' è partito da piazza della Repubblica a Roma il corteo organizzato dai sindacati per protestare la riforma della scuola proposta dal Governo Renzi. Sono molte migliaia i partecipanti che, mentre la testa del corteo è a Santa Susanna, continuano ad arrivare per unirsi alla manifestazione. In testa i leader sindacali, tra cui il segretario della Uil Carmelo Barbagallo.
Manifestazioni anche a Milano, Bari , Cagliari, Catania , Palermo, Aosta. I Cobas , invece, manifesteranno a Torino, Bologna, Firenze, Padova, Pescara, Cagliari, Palermo e Catania e Roma: in viale Trastevere davanti alla sede del ministero e in piazza Montecitorio. Mercoledì, infine, sarà la volta dello sciopero dei Cobas contro l’Invalsi che vedrà la sua prima giornata di somministrazione dei test alle elementari. Ma c’è anche chi decide di opporsi all’iniziativa di protesta: alcuni prof hanno lanciato l’appello #iononsciopero al quale hanno aderito più di cinquecento persone tra dirigenti e insegnanti che hanno scelto, al contrario, di entrare in aula.
Perché uno sciopero della scuola di queste dimensioni, con tutti i sindacati in piazza, non si vedeva da sette anni? "Perché da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla". Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo a una domanda di Giovanni Minoli ai microfoni di Radio 24.

Il ministro Giannini ha detto di non aver fatto stime sull'adesione allo sciopero, perché "spettano agli organizzatori". Comunque, ha spiegato, "abbiamo scelto lo strumento del ddl per la Buona scuola per tenere aperta la discussione. E' l'apertura al miglioramento, perché questo deve fare il Parlamento, portando anche le istanze della società. Sulla scuola lo facciamo e l'abbiamo fatto con convinzione, perché è centrale. Da un anno è aperto il dibattito, continuiamo ad avere questa modalità di ascolto". E per quanto riguarda i poteri ai presidi? "Noi riteniamo - ha risposto Giannini - che il dirigente debba assumere funzioni di responsabilità che ogni leader educativo deve poter avere e a questo facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione che già è partito".
In piazza anche Stefano Fassina e la minoranza Pd “impegnata da mesi al ddl” perché “la scuola è un tassello fondamentale della democrazia del paese” e “non può essere una caserma con un capo che comanda”. Il riferimento va in particolare alla parte del testo che riguarda i maggiori poteri del preside, inclusa tra i “punti inaccettabili” insieme a quello delle assunzioni, per le quali “serve un piano pluriennale”. Ma sul preside-sindaco è perentorio il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che ai microfoni di Radio Anch’io ribadisce: “Sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione”. 

Governo e maggioranza, se da una parte ribadiscono la bontà del disegno di legge e l'intenzione di andare avanti, dall'altra non rinunciano a lasciare una porta aperta al dialogo, viste anche le modifiche apportate al ddl in Commissione alla Camera. "Non c'è un 'prendere o lasciare' - ha detto in serata il ministro Maria Elena Boschi -. Se ci sono modifiche da fare, le faremo. Non c'è chiusura totale".

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