giovedì 9 giugno 2011

Guardate quest'uomo, è un terrorista, è un assassino. Esce dal carcere in Brasile. Libero

Cesare Battisti, libero, esce dal carcere brasiliano. resterà in quel Paese, tornerà a fare (dice) lo scrittore
BRASILIA - E così ingiustizia è stata fatta. La Corte Suprema brasiliana ha stabilito che Cesare Battisti, terrorista pluriomicida condannato all'ergastolo in Italia, è libero, in Brasile: la sua estradizione è stata negata, così come aveva deciso nel suo ultimo giorno di mandato l'ex presidente Lula. Sì, è un assassino, ma resterà libero in Brasile perché da noi rischiava chissà quali ritorsioni. Uno schiaffo all'Italia, un'ulteriore insopportabile ferita inferta ai familiari delle vittime. Ma così va la (in)giustizia in Brasile. All'uscita dal carcere Battisti non ha rilasciato dichiarazioni (verranno, verranno...), ma si è limitato ad un saluto con la mano prima di salire in macchina. Era vestito con pantaloni e camicia chiara e, secondo alcune fonti, trascorrera' la notte in un'abitazione di un quartiere residenziale di Brasilia.''Mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici'', ha detto uno dei suoi avvocati, Luis Roberto Barroso, che ha incontrato Battisti pochi minuti prima della liberazione
 La Suprema Corte (STF) aveva preliminarmente deciso   con 6 voti a 3, di respingere il reclamo presentato dall'Italia contro la decisione presa dal presidente Luiz Inacio Lula. Il reclamo sostenuto anche oggi dal difesore dello Stato italiano sosteneva che il Presidente aveva calpestato la decisione  della Corte Suprema nel 2009, che stabiliva che l'italiano doveva essere estradato, violando così il trattato di estradizione tra i due Paesi. L'uomo era stato condannato per reati comuni e quindi entrava nella casistica contenuta nell'accordo
Nell'esaminare la censura, si è capito subito l'aria che tirava. I giudici della Corte Suprema hanno ricordato che la Corte stessa aveva stabilito che sarebbe spettata al presidente Lula l'ultima parola, dal momento che questa era una questione politica. 
Il giudice Ricardo Lewandowski non ha riconosciuto la legittimità della pretesa del governo italiano, dicendo che la Corte Suprema si trovava ad affrontare una disputa "tra due Stati sovrani." Per il giudice Marco Aurelio, l'atto di Lula non poteva essere giudicato.  un atto politico, limitato alle azioni del potere esecutivo ".
Il giudice Joaquim Barbosa ha trovato la denucia del governo italiano" assurda" e a ricordato il caso dell'ex presidente dell'Honduras Manuel Zelaya che ha ricevuto asilo presso l'ambasciata brasiliana nel paese e che è stato anch'esso oggetto di denuncia. "Si potrebbe chiedere alla Corte Suprema di esprimersi contro la decisione che ha dato asilo a Zelaya? Certo che no ", ha detto Barbosa. Poi li voto con il quale, sotto la coperta politica, di fatto la Corte ha rifiutato di decidere nel merito: Battisti "merita" la libertà? 
La Corte Suprema al lavoro
Dunque è ora accertato che il Brasile ha ritenuto opportuno "politicamente" dare asilo a un pluriassassino che non ha mai dato a vedere di essersi pentito delle sua gesta negli anni di piombo, ma ha anzi rivendicato più volte, in modo fumoso, le sue posizioni di allora. E' stato difesa, soprattutto in Francia dalla cosiddetta sinistra "au caviar" (al caviale): quella, per intederci, che ora difende Strauss-Khan.
A questo punto i nove giudici si sono divisi in due fazioni: quelli che davano per gia' conclusa la seduta plenaria, dal momento che era stata annullata la ragione stessa della riunione del Stf, e quelli che volevano continuarla fino a che si decidesse col voto sulla questione  dell'estradizione e della liberazione di Battisti. Il giudice relatore Gilmar Mendes ha prolungato per quasi due ore la sua dichiarazione di voto favorevole a che l'ex membro dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) venisse consegnato alle autorità' italiane. Ma a nulla è valso il suo tentativo di convincere in extremis i giudici ancora titubanti della gravità delle accuse rivolte a Battisti in Italia, che gli hanno  fruttato la condanna all'ergastolo per quattro omicidi compiuti negli anni 70. Guidati dal giudice Mello, la maggior parte dei  giudici si è' espressa per l'immediata scarcerazione di  Battisti, da oltre quattro anni detenuto nel penitenziario della Papuda a Brasilia. Il presidente del Stf, Cezar  Peluso,  nonostante avesse votato contro la scarcerazione assieme a  Mendes e alla giudice Ellen Gracie, ha a questo punto proclamato la liberazione dell'assassino.
Secondo l'avvocato di Battisti, Luis Eduardo Barroso, Battisti era felice pr la notizia della sua liberazione. "Dopo quattro anni in quella situazione, tutti sono felici. Lui era sereno, umile, ha vissuto un momento difficile della sua vita, la fuga in Brasile dopo 14 anni in Francia. E 'stata l'interruzione di un progetto di vita. Ora comincia un problema nuovo, ricostruirsi la vita ", ha detto Barroso.
Barroso ha inoltre inviato un messaggio agli italiani. "Con una parola di rispetto e solidarietà per le vittime degli anni di piombo, nessuno è contento di quello che è successo. Dobbiamo capire che il Brasile è un paese che ha un tradizione umanistica e l'idea di punire qualcuno, dopo 32 anni, che ha partecipato a una lotta ideologica, sfugge alla scarsa conoscenza della politica iche c'è qui. "L'avvocato ha ricordato che il Brasile è un paese che ha dato l'amnistia ai militanti e ai funzionari governativi coinvolti in operazioni militari  e che i non è una società punitiva. "Abbiamo bisogno di far capire la posizione brasiliana in Italiae di girare pagina.Sono convinto che presto, questo sarà superato ".
Non sarà così semplice, caro avvocato.

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