Matsumoto annuncia le sue dimissioni |
TOKYO - Il nuovo ministro della ricostruzione post terremoto Ryu Matsumoto ha presentato le sue dimissioni oggi dopo avere fatto osservazioni ampiamente criticate e oltraggiose durante una visita alle vittime del terremoto della costa a nord-est, dove si è rifiutato di stringere la mano del governatore, ha rimproverato il funzionario e ha minacciato di ritirare gli aiuti.
Negli incontri con i governatori locali durante il fine settimana, Ryu Matsumoto è apparso arrogante e indifferente, facendo arrabbiare i residenti locali e gli oppositori politici. Ha anche detto al governatore di Iwate, una delle prefetture più colpite, che il governo non avrebbe aiutato i comuni che non hanno buone idee per la ricostruzione.
Nei colloqui con il governatore di Miyagi Yoshihiro Murai, Matsumoto ha espresso frustrazione per averlo dovuto attendere e si è rifiutato di stringergli la mano quando è arrivato, rimproverandolo per il ritardo."Quando un ospite viene a trovare, si dovrebbe essere già lì a riceverlo - ha detto a Murai - Capisci?". Ha poi proceduto a dare una lezione al governatore , insistendo sul fatto che l’ospitante deve entrare nella stanza prima l'ospite. E questo non era certamente il problema principale della prefettura di Miyagi, rasa al suolo dal terremoto e dallo tsunami.
Il primo ministro aveva nominato Matsumoto, 60 anni, alla nuova carica di ministro della ricostruzione il mese scorso. Il caìapo di gabinetto Yukio Edano ha detto ai giornalisti che Kan ha accettato le dimissioni di Matsumoto e che spera di nominare un sostituto nel più breve tempo possibile.
In una conferenza stampa questa mattina, Matsumoto non ha dato spiegazioni delle sue dimissioni. “Ho molte cose che vorrei dire - ha detto con le lacrime agli occhi - Ma io me ne vado da qui." Ha aggiunto che continuerà ad impegnarsi per la ricostruzione delle aree colpite dallo tsunami e che non ha alcuna intenzione di abbandonare le vittime del disastro.
L'ultimo scandalo è un nuovo colpo anche per il premier Kan, che affronta valutazioni poco brillanti nei sondaggi delll'opinione pubblica per la sua gestione della crisi dell’11 marzo con i terremoti, lo tsunami e la successiva crisi nucleare.
Il disastro aveva devastato la costa nord-orientale del Giappone, distruggendo villaggi, case e aziende. Più di 22.600 persone sono morte o sono disperse.
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