domenica 31 luglio 2011

Miracolo in Guyana: cade un aereo con 152 persone a bordo e si spezza in due. Ma non ci sono vittime, soltanto feriti


La prima pagina di un giornale locale

GEORGETOWN (Guyana) - Tragedia sfiorata all’alba di ieri quando un Boeing 737-800 della  Caribbean Airlines (CAL)  con 157 persone a bordo è spezzata in due mentre tentava di atterrare al Cheddi Jagan International Airport, (CJIA) di Georgetown, capitale della repubblica della Guyana, nell'SAmerica meridionale. Miracolosamente, non ci sono stati morti. Un numero imprecisato di persone sono state ferite e sono state portate all'ospedale Corporation di pubblica , dove sono state curate per arti rotti, traumi e shock. A tarda sera soltanto in quattro risultavano ancora ricoverati per varie fratture.
Altri ancora sotto choc, ma senza alcun segno immediato di ferite  sono stati salvati dai parenti che li attendevano in  aaeroporto. 
L'eroe al centro delle operazioni di soccorso è stato un religioso locale, il pastore Michael Nedd della Chiesa Unita Pentecostale con sede in Lamaha , che coraggiosamente ha rotto la finestra per l'uscita di emergenza e tirato la leva verso il basso in modo che le persone che erano in grado di farlo sono uscite  dall'aereo e si sono messe a correre, temendo che il velivolo potesse prendere fuoco. Il pastore e sua moglie Deborah stavano tornando a casa dopo aver trascorso cinque settimane negli Stati Uniti. 
I passeggeri hanno detto che erano circa le 01:30 (ore 19.30 di venerdì in Italia) quando il volo ha incontrato difficoltà. Era partito dal Kennedy Airport di New York intorno alle 18:00 in rotta verso la Guyana con scalo a Trrinidad. Mentre si stava avvicinando all’aeroporto di Georgetown, l'aereo ha improvvidamente perso quota, ha colpito la pista, ha ripreso velocità ed è finito in un burrone prima di precipitare su un banco di sabbia dove si è fermato, spezzato in due. 
L'aereo spezzato in due dopo l'incidente
Secondo i rapporti, la visibilità era scarsa: la notte cupa e tempestosa. I passeggeri inoltre ricordato che dopo il primo botto i bambini che erano a bordo avevano applaudito gridando " Siamo a casa, siamo a casa"  e poi si era scatenato il pandemonio. 
Il pastore ha detto che dal momento in cui era stato colpito il suolo, aveva iniziato a sentire odore di carburante e subito tutti hanno capito che dovevano correre via prima che ci fosse un'esplosione, che, appunto per miracolo, non è avvenuta. In pochi minuti le persone che vivono dietro l'aeroporto e che avevano sentito il fracasso, sono corse fuori, alcuni di loro in camicia da notte, per aiutare i passeggeri ad uscire dal velivolo. ll pastore ha poi raccontato di aver chiamato con un telefono cellulare suo figlio che era già in aeroporto in attesa del suo arrivo. 
"Ci sono voluti circa 15 a 20 minuti prima che arrivassero gli aiuti, ma gli abitanti del villaggio e dei nostri parenti che avevano visto ciò che era accaduto sono riusciti ad arrivare prims da noi", ha detto una passeggera. 
Nel frattempo, i vigili del fuoco di stanza alla periferia dell'aeroporto, hanno inviato i loro mezzi sulla scena, compresa una fotoelettrica per illuminare la scena del disastro. I funzionari dell'aeroporto locale non sono ancora in grado offrire alcuna spiegazione del disastro. E’ arrivata anche una squadra della linea aerea dal quartiere generale di Trinidad. L'equipaggio del velivolo - è stato detto in una conferenza stampa -  ha fatto un ottimo lavoro nell’evacuare tutti a bordo. La 'scatola nera' e la registrazione di voci saranno esaminati da lunedì. 

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