OSLO - Processioni e fiaccolate si sono tenute nelle città in tutta la Norvegia per ricordare le vittime degli attacchi di venerdì nella capitale e a Utoya da parte di Anders Behring Breivik che hanno causato 76 morti. Decine di migliaia di norvegesi (duecentomila secondo stime prudenziali) si sono riversate nelle strade della capitale in prima serata, migliaia di candele tremolavano, molte persone avevano portato fiori, cantavano inni e si abbracciavano. Un mare di gente con rose tenute in alto, arrivate lì per dimostrare che la Norvegia non lascerà che gli attacchi cambino il suo modo di vivere. La nazione può essere in lutto, ma il suo popolo è deciso a rispondere alla violenza di Anders Behring Breivik con la pace e l'unità.
Il primo ministro Jens Stoltenberg ha detto alla folla: "Partecipando, state dicendo un sonoro 'sì' alla democrazia”. Ha poi detto che si trattava di una "marcia per la democrazia, una marcia per la tolleranza, una marcia per l'unità", aggiungendo: "Il Male può uccidere una persona, ma mai conquistare un popolo". Si è poi tenuto un breve concerto commemorativo, dopo di che la folla ha cantato l'inno anti-nazista "per la gioventù".
Anche se fonti della polizia dicono che l’esistenza di altre cellule appare improbabile, malgrado le dichiarazioni, rese note ieri in tribunale, del killer Andres Breivik, il Procuratore Hatlo ha detto che "non si può completamente, e sottolineo completamente, escludere che altri sono stati coinvolti in quello che è successo".
L’avocato di Breivik, Geir Lippestad, ha detto che il suo cliente si aspettava di essere colpito a morte dai norvegesi inferociti durante il percorso verso il tribunale. “Lui ha una percezione completamente diversa della realtà rispetto a noi altri norvegesi, per esempio pensa che la tortura esista nelle carceri in Norvegia", ha detto Lippestad.
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