sabato 31 maggio 2014

Cameron: se eleggete presidente Junker, Regno Unito fuori dalla Ue

David Cameron

BERLINO - Il premier britannico David Cameron ha brandito la minaccia di un'uscita del Regno Unito dall'Unione europea se il lussemburghese Jean-Claude Juncker dovesse diventare il prossimo presidente della Commissione europea. Lo scrive il settimanale der Spiegel nel suo prossimo numero citando "fonti vicine ai partecipanti" del vertice informale dei capi di stato e di governo riuniti a Bruxelles martedì scorso.
Il settimanale tedesco riporta che Cameron avrebbe dichiarato, in presenza del cancelliere tedesco Angela Merkel, che la scelta di Juncker "destabilizzerebbe a tal punto il suo governo che un referendum sull'uscita dall'Ue potrebbe anche essere anticipato". A suo parere una simile consultazione avrebbe come esito certo la bocciatura della permanenza nell'Ue.
"Una figura che risale agli anni Ottanta non può risolvere i problemi dei prossimi cinque anni", avrebbe affermato Cameron a proposito di Juncker, secondo quanto si legge sull'articolo di cui il settimanale tedesco ha diffuso alcuni estratti.
I conservatori, di cui è espressione Juncker, costituiscono la prima forza del Parlamento europeo dopo il voto di domenica scorsa. Ma l'ostilità di Londra nei confronti del politico lussemburghese è notoria e anche altre capitali, come L'Aja, Stoccolma o Helsinki, sono altrettanto reticenti. Dopo qualche giorno di suspence, ieri il cancelliere Merkel aveva rotto gli indugi ed espresso il suo esplicito sostegno all'ex presidente dell'Eurogruppo.

Oristano: accoltella la ragazza che lo respinge davanti alla loro scuola

ORISTANO - Il cancello davanti alla scuola dove è avvenuto il ferimento
ORISTANO - Lei lo aveva respinto questa mattina poco prima dell'ingresso a scuola. Lui, 16 anni, l'ha accoltellata ed è fuggito. Inseguito da un docente, è stato fermato dalla polizia. E' accaduto davanti all'Istituto Industriale di Oristano dove la ragazza, che frequenta il terzo anno, è stata avvicinata dallo studente di seconda, minorenne, invaghito dei lei. Davanti al reiterato rifiuto ha estratto un coltello e l'ha ferita. A quanto si è appreso il giovane di Bolotana era innamorato della ragazza che lo aveva respinto. Lo studente in più di un’occasione si si era fatto nuovamente avanti, tanto che della vicenda si erano lamentati i genitori della studentessa ed erano dovuti intervenire i responsabili della scuola. Stamane l’epilogo con l’aggressione. Secondo il racconto di alcuni studenti, il  giovane di Bolotana si sarebbe avvicinato alla ragazza. L’avrebbe sorpresa alle spalle. Sembrava la stesse abbracciando, ma poi la studentessa è caduta a terra con i vestiti macchiati di sangue. Il ragazzo è scappato via.
La ragazza, 17 anni,  che frequenta la terza all'istituto industriale "Othoca" di Oristano, in via Zara, è stata ferita con varie coltellate, con una "pattadese" (un cosiddetto coltello da scanno), davanti al cancello, in via Zara. Colpita all'addome, la ragazza, di Ollastra, dopo comprensibili scene di panico, è stata soccorsa da un'équipe del 118 e trasportata all'ospedale San Martino. È grave, è ricoverata in prognosi riservata e ha dovuto subire un delicato intervento. Il  chirurgo è dovuto intervenire su quattro ferite provocate da altrettante coltellate. Una, lieve, alla gamba, le altre, più profonde, all'addome. In un primo momento anche queste ferite erano apparse superficiali poi, però, una tac ha rilevato lesioni all'intestino ed a quel punto, nella tarda mattinata, i medici hanno deciso di intervenire. Nel frattempo la ragazza, che non ha perso conoscenza, ha avuto modo di parlare con i suoi genitori ai quali è apparsa tranquilla.
Il ragazzo che si è ferito alla mano, è scappato ed è stato inseguito inutilmente da un insegnante della scuola. Rintracciato alla stazione dagli agenti della Polizia ferroviaria, è in stato di fermo. Il feritor frequenta la seconda al tecnico industriale oristanese.

Il minorenne inizialmente è stato portato in Questura, dove le forze dell'ordine hanno allertato la Procura presso il Tribunale dei minorenni. Ora è stato arrestato ed è accusato di tentato omicidio aggravato.

Berlusconi-Fitto, scontro sulle primarie


ROMA - "Chiedo quindi a tutti di non proseguire con uno sterile dibattito a mezzo stampa sulle primarie e a non contribuire così all'immagine negativa che i media ostili costruiscono ogni giorno a nostro danno". Lo afferma il leader di FI, Silvio Berlusconi, in una nota.   

 "Forza Italia è, fin dalla sua fondazione, venti anni fa, un movimento politico aperto, democratico, rispettoso del contributo di tutti i suoi militanti, attento a valorizzare ogni idea maturata al suo interno e le diverse esperienze che lo hanno reso grande", si legge nella nota dell'ex premier. "In tale direzione - ricorda - ho sempre orientato la mia attività di Presidente e Fondatore, con l'equilibrio, la capacità di sintesi e il rispetto di tutti che mi sono sempre stati riconosciuti".
    E, conclude Berlusconi, "già prima delle elezioni, su mio preciso stimolo, abbiamo avviato un cammino di rinnovamento importante e articolato, che sono certo darà presto i suoi frutti". 
 "Quello che fa male al nostro movimento non è il libero dibattito di idee ma la piccola dose quotidiana di falsità e veleni che alcuni mettono in circolo da troppo tempo. Chi discute in modo limpido dovrebbe essere una risorsa, e non un problema". E' quanto sottolinea Raffaele Fitto in una lettera aperta a Silvio Berlusconi. in un’intervista stamani sul Corrire della Sera Fitto aveva tra l’altro affermato: Basta con ''le scelte imposte dall'alto'', con la selezione di facce nuove, con i ''meccanismi lenti e superati'' dei congressi e con ''il gioco perverso dei pettegoli che alimentano divisioni, che spargono veleno su di me e altri colleghi'' raccontando di ''presunti sfoghi del presidente poi regolarmente smentiti con secche note''.  Fitto era tornato a chiedere le ''primarie a tutti i livelli''. È ora, dice l'esponente di Fi, che Silvio Berlusconi, ''la cui leadership non è in discussione, ci stupisca. Perché lui deve essere il motore del cambiamento del nostro partito, quello che salvaguardando il passato ci traghetta verso il futuro''.

Sicari ammazzano due fratelli nella loro casa a Torre Annunziata

Il seminterrato all'interno del quale i due fratelli sono stati uccisi
NAPOLI - Agguato a Torre Annunziata (Napoli): a cadere sotto i colpi dei sicari due fratelli - entrambi pregiudicati - uccisi poco prima della mezzanotte di venerdì in un agguato scattato nel seminterrato della villetta di proprietà di uno dei due in via Andolfi. Si tratta di Roberto e Giovanni Scognamiglio, di 26 e 42 anni: gli aguzzini hanno bussato alla porta e freddato i due fratelli nella cucina, ivestendoli con una pioggia di fuoco. 
Roberto è morto sul posto, Giovanni in ospedale. Nell’abitazione, erano presenti anche i figli piccoli di Giovanni, che si sono salvati. Sul luogo dell'agguato, la polizia scientifica ha trovato decine di bossoli, ogive, frammenti di proiettili e anche una pistola calibro 9 Luger con ancora 10 cartucce nel caricatore e il colpo in canna.
 Roberto aveva precedenti per usura e droga; Giovanni per usura, furto e armi.
Gli investigatori sono certi che i due pregiudicati conoscevano i loro assassini e che si tratti di un regolamento di conti maturato nell’ambito del traffico internazionale di droga. Diversamente non avrebbero aperto la porta all’una di notte a degli sconosciuti. Dopo il rumore della raffica di colpi, nel silenzio della notte, alcuni vicini, hanno sentito il rombo di una moto di grossa cilindrata.
Nel febbraio del 2011, Roberto e Giovanni Scognamiglio, insieme al padre Umberto, furono arrestati per usura. Le indagini, che furono condotte dai finanzieri del comando provinciale coordinate dal vice capo della procura del Tribunale di Torre Annunziata Raffaele Marino. Gli investigatori accertarono che i tassi usurai, imposti dalla famiglia Scognamiglio, variavano dal 60 al 170 per cento all'anno con almeno 20 imprenditori nel mirino, della zona vesuviana ma anche residenti in Lombardia, e utili dello strozzinaggio reinvestiti, tra l´altro, anche in un´agenzia di raccolta scommesse.

Nel corso dell´operazione furono sequestrati titoli, conti bancari e postali per un importo complessivo di 500 mila euro, auto (Mercedes e Bmw) per un valore di 250 mila euro, polizze assicurative per 82 mila euro e un´agenzia di raccolta scommesse intestata a quella che la Procura ritiene una società prestanome. Il valore è di 2 milioni e mezzo di euro.

Identificato l’americano kamikaze in Siria

Moner Muhammed Abusalha in Siria
Mones Abusalha sul suo profilo Facebook
NEW YORK  - L’americano che si è fatto esplodere in un attacco suicida in Siria domenica scorsa è stato identificato dalle forze dell'ordine come Moner Mohammad Abusalha, un ventenne che è cresciuto in Florida ed era andato in Siria alla fine dell'anno scorso.
I funzionari hanno confermato che  Abusalha, che faceva parte di un gruppo militante e aveva adottato il nome di battaglia di Abu Huraira al-Amriki, ha utilizzato un camion di grandi dimensioni nell'attentato compiuto nella provincia settentrionale di Idlib, dove si era recato dopo aver ttrascorso due mesi in un campo di addestramento del gruppo militante di Al Nusra nella zona di  Aleppo. E’ la prima volta che un americano è stato coinvolto in un attentato suicida in Siria. 
Le agenzie di intelligence hanno effettuato l'identificazione senza poter esaminare eventuali resti, che probabilmente non esistono, vista la violenza dello scoppio mostrato su Youtube, ma dopo aver analizzato l'intelligence dalla Siria e dei governi stranieri e le informazioni raccolte da interviste con familiari e amici del bomber in Florida.

Un combattente siriano dal Fronte Nusra ha ricordato che Abusalha, da lui conosciuto solo con il suo alias, era un arabo-americano che parlava l’arabo male, ma era completamente dedicato alla causa jihadista. "Era un generoso sempre in prima linea nelle battaglie", ha detto il combattente, che si è identificato con un nome di battaglia, Abu Abdulrahman, e ha detto che era attualmente nella provincia di Idlib, dove Abusalha è morto. Un profilo Facebook di un uomo con il nome Moner Abusalha ha immagini che sembrano essere della stessa persona mostrato nelle foto sui siti web jihadisti. Molte immagini della pagina sono scritte in arabo e citano il Corano. "In verità, nel disagio c'è sollievo", dice in una pagina. Il profilo dice anche che gli piace il basket, il calcio e le cialde Eggo. Banche dati pubbliche mostrano che Abusalha ha vissuto a Fort Pierce e Vero Beach. Un sito web di campionato giovanile ha detto che aveva giocato in una squadra di basket nel 2007. A un certo punto ha condiviso un appartamento con il fratello a Fort Pierce, una città a circa 130 km a nord di Miami. I suoi genitori hanno vissuto a Vero Beach, e la sua famiglia possiede diversi negozi di alimentari della regione. Un comunicato pubblicato on line dal Fronte Nusra ha detto che l'americano era stato uno dei quattro attentatori suicidi inviati per un assalto dei ribelli contro le forze governative vicino alla città di Ariha, nel nord della Siria. Domenica mattina, dice la nota, l'americano ha guidato un veicolo carico di 16 tonnellate di esplosivi per attaccare un ristorante di montagna in cui si sono arroccate le forze governative. Era stato seguito da altri tre attentatori. Due di loro  si sono fatti esplodere e uno è riuscito a  parcheggiare il suo veicolo e fuggire prima che gli esplosivi esplodessero.

Maradona-Equitalia, primo tempo al “Pibe de Oro”


NAPOLI - Il primo tempo della battaglia tra Maradona e il Fisco italiano va al "Pibe de Oro". Equitalia ha infatti stabilito di sospendere i pignoramenti verso terzi delle somme delle quali l'ex giocatore risulta creditore. La decisione rende esecutivo un provvedimento della commissione tributaria provinciale di Napoli, in attesa di ulteriori sviluppi. Il contenzioso, che si trascina da più di 10 anni, può così avviarsi a una conclusione.
La nota di Equitalia sud è di poche righe e ha la data di IERI, 30 maggio. In essa si dispone la sospensione, "in attesa di ulteriori comunicazione, ogni erogazione delle somme pignorate alla scrivente Agenzia della Riscossione".  Maradona, assistito dall'avvocato Angelo Pisani, ha sempre sostenuto di non essere un evasore, e anche di recente ha prodotto dossier e perizie per sostenere le sue ragioni.

"Oggi una svolta in quella che sembrava una persecuzione storica". Angelo Pisani, difensore di Maradona, esulta alla sospensione dei pignoramenti verso terzi disposta da Equitalia. "La Cassazione nel 2005 dichiarò inammissibile un ricorso di Maradona all'avviso di mora. Ma mai nessun giudice lo ha condannato a pagare alcunché al fisco. Ora la giustizia tributaria accerterà l'inesistenza della violazione restituendo a Diego la vera immagine di uomo rispettoso dei valori e della legge".

Ucraina: nella notte nuovi bombardamenti sulla città ribelle di Sloviansk

Truppe ucraine alla periferia di Sloviansk
KIEV - Nella notte nuovi bombardamenti dell'esercito di Kiev su Sloviansk: i media russi parlano di vittime e i ribelli di una vendetta per l'abbattimento dell'elicottero militare ucraino.
La Russia, che giovedì ha annunciato aiuti umanitari ai secessionisti della Repubblica popolare di Donetsk, parte un'altra bordata:una commissione di inchiesta russa ha concluso che i militari governativi ucraini  hanno violato la convenzione di Ginevra, colpendo volontariamente i civili con ogni mezzo a disposizione. I ribelli rincarano la dose, parlando non solo di elicotteri, blindati e armi pesanti, ma anche di munizioni bandite come i micidiali proiettili a frammentazione.  Vladimir Putin fa appello a uno stop dell'operazione militare di Kiev.

Intanto, in un villaggio poco a nord di Donetsk alcuni contadini affermano di aver trovato una fossacomune in un bosco, con 10-15 cadaveri in avanzato stato di decomposizione. Secondo alcuni si tratterebbe dei corpi dialcuni miliziani del Donbass, molti di nemmeno vent'anni, che si erano rifiutati di combattere. Secondo altri, di vittime non accertate dei violenti scontri tra nazionalisti e ribelli per il controllo di un checkpoint il 23 maggio.


Invece i quattro osservatori Osce arrestati dalle milizie ribelli di Lugansk sono stati liberati". Dei quattro, accompagnati da un interprete ucraino, si erano perse le tracce ieri alle 18 oraitaliana, nella località di Severodonetsk.

venerdì 30 maggio 2014

Il primo americano kamikaze jihadista si fa esplodere a un posto di blocco in Siria. Lo conferma il FBI

L'americano-kamikaze (nome di battaglia Abu Hurayra Al-Amriki) e gli effetti del suo attentato, in un video ijhadista
DAMASCO - Il camion era carico di munizioni,  guidato su una collina nel nord della Siria. Poco dopo, ci fu uno scoppio enorme seguito da grida di "Allahu Akbar", o "Dio è grande" in arabo, e il crepitio degli spari.
L'attentatore suicida  raffigurato anche in un video online è stato un jihadista di nazionalità americana, hanno rivendicato gli islamisti radicali. E ieri notte due funzionari dell’FBI hanno confermato .
L'uomo, chiamato dal nome di battaglia di Abu Hurayra Al-Amriki, era un cittadino americano, cresciuto in Florida  dove aveva frequentato le scuole. E' la prima volta che un americano partecipa a un attacco del genere e al successivo "martirio" nella sanguinosa guerra civile della nazione mediorientale.
I funzionari dell’FBI non hanno voluto rivelare il vero nome del bomber. Gli investigatori stanno interrogando i membri della sua famiglia.
Al-Amriki è tra un gruppo di americani che agenti dei servizi segreti hanno cercato di tenere sotto controllo da quando sono andati in Siria, alcuni mesi fa, per unirsi estremisti nella lotta contro il governo siriano.
Abu Farouk al Shamy, un portavoce del battaglione ribelle Suqour al-Sham , ha detto alla CNN che l'attacco, avvenuto domenica, è stata eseguito in coordinamento con il Fronte al-Nusra, un'organizzazione legato ad al Qaeda che il governo degli Stati Uniti ha inserito nella lista nera come organizzazione terroristica  .
Un video su YouTube, con il titolo "il martirio americano di al-Nusra Front" identifica il kamikaze come Abu Hurayra Al-Amriki. Questo video e molti altri posti sui social media sono caratterizzate da una foto di un uomo barbuto, sorridente e con un gatto in braccui
Al-Amriki in arabo significa "l'americano". Il nome di Abu Hurayra, che è popolare tra i musulmani sunniti, offre pochi indizi sull'identità dell'uomo. Abu Hurayra era un compagno del profeta islamico Maometto.
Attivisti siriani dicono che il video mostra l’attacco a posti di blocco militari siriani a Jabal Al-Arba'een, vicino alla città di Ariha, nella provincia di Idlib  lungo un percorso- chiave di rifornimento dei ribelli.
Secondo gli attivisti siriani , quattro veicoli carichi di esplosivo facevano parte dell'attacco. L'americano avrebbe fatto esplodere il più grande, che conteneva 17 tonnellate di esplosivi, tra cui proiettili di artiglieria.

Funzionari dei servizi segreti e delle forze dell'ordine statunitensi hanno espresso preoccupazione per gli americani che combattono in Siria perché essi e gli altri occidentali potrebbero costituire una minaccia quando tornano a casa.

Lo scontro in Procura a Milano causa la sospensione del processo Podestà

Guido Podestà
MILANO - Il processo a carico del presidente della Provincia di Milano Guido Podestà e di quattro consiglieri provinciali, con al centro le presunte firme false per il ‘listino’ di Roberto Formigoni per le elezioni regionali del 2010, è stato sospeso. Lo ha deciso il giudice Monica Amicone, la quale ha dovuto prendere atto dell’istanza della difesa di Podestà di trasferire “per legittimo sospetto” il procedimento a Brescia visto lo scontro tra il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo.
Nei giorni scorsi i difensori Gaetano Pecorella e Paolo Veneziani hanno depositato in Cassazione un ricorso per chiedere lo spostamento del processo da Milano a Brescia vista l’”evidente gravità, non altrimenti eliminabile, della situazione locale, idonea a turbare lo svolgimento” ricordando come il procedimento in cui Podestà è accusato di falso ideologico sia uno dei casi al centro dello scontro tra Bruti Liberati e Robledo da cui sarebbe derivata, secondo la difesa, una “anomala e irrituale duplicazione” del procedimento stesso.

Il giudice ha sospeso il processo, giunto alla fase della requisitoria, in attesa della decisione della Suprema Corte che dovrà fissare un’udienza per discutere l’istanza di remissione. L’inchiesta sulle firme false è uno dei punti su cui dovrà esprimersi anche il Csm: il procuratore capo sostiene di non essere stato avvisato con tempestività dell’iscrizione nel registro degli indagati di Podestà, mentre Robledo respinge l’accusa. “Uno scontro - a dire dei legali di Podestà - che in soli due mesi ha travalicato il limite del confronto tra i due coinvolgendo, oltre all’ufficio del pm, le correnti esistenti in seno alla magistratura e determinando all’interno della sede giudiziaria milanese una situazione così grave da turbare lo svolgimento del processo a carico di Podestà”.

Che disastro il reddito di sarti, calzolai, corniciai, estetiste e profumieri (meno di 10mila euro all'anno)


ROMA - Sarti, calzolai, corniciai, ma anche estetiste, cartolai e profumieri. Sono alcune delle categorie che, secondo i dati del ministero dell’economia e delle finanze sugli studi di settore, hanno dichiarato nel 2012 meno di 10.000 euro. Sotto la soglia dell'incapienza (8.000 euro) figurano anche commercianti di scarpe e abbigliamento e giocattolai. Lo studio ha riguardato circa 3,7 milioni di soggetti, il 6,3% in più rispetto al 2011 ma, nonostante la crescita, il reddito dichiarato, pari a 100 miliardi, registra una diminuzione (-5,8% rispetto al 2011) ascrivibile alla forte contrazione dell'economia.   
Il reddito medio dichiarato nel 2012 è risultato pari a 25.700 euro per le persone fisiche (-8,1% rispetto al 2011), 35.900 euro per le società di persone (-6,4%) e 23.600 euro per le società di capitali ed enti, che registrano un notevole calo rispetto all'anno precedente (-26,3%). Ponendo l'attenzione sull'attività esercitata, - si spiega - il reddito medio più elevato, analogamente allo scorso anno, si è registrato nel settore delle attività professionali (43.400 euro) seguito dal settore delle attività manifatturiere (27.200 euro) e dal settore dei servizi (24.100 euro), mentre il reddito medio più basso si è rilevato nel commercio (17.200 euro). Molto elevata è la differenza tra il reddito medio dei soggetti "congrui" rispetto a quello dei soggetti non "congrui": escludendo i soggetti di minori dimensioni, si passa complessivamente da un reddito medio di 40.700 euro per i soggetti congrui, ad una perdita media di 10.700 euro per quelli non congrui.

L'82,7% dei 41,4 milioni di contribuenti detiene (nel 2012) prevalentemente reddito da lavoro dipendente o pensione e solo il 6,1% ha un reddito derivante dall'esercizio di attività d'impresa o di lavoro autonomo, in linea con l'anno precedente. Si segnalano, rispetto all'anno precedente, 93.000 soggetti in meno che dichiarano prevalentemente reddito da lavoro dipendente, e 140.000 in più che dichiarano prevalentemente redditi da pensione. Nel 2012 il reddito medio più elevato si è registrato per coloro che operano nel settore dell'industria (25.066 euro), mentre i redditi medi più bassi si osservano nelle costruzioni (17.966 euro) e nell'agricoltura (8.389), settori caratterizzati dalla stagionalità.

Bari: 18ene uccisa dalla meningite. Profilassi agli scrutatori del seggio dove domenica aveva lavorato

BARI - Domenica scorsa aveva lavorato come rappresentante di lista in un seggio elettorale di Bari e pochi giorni dopo è morta al Policlinico del capoluogo pugliese, uccisa dalla meningite. E' accaduto a una ragazza di 18 anni. Immediatamente le autorità sanitarie si sono attivate e sono scattate le procedure per la profilassi su tutti quelli che hanno lavorato con lei nella giornata elettoraleLa 18enne ha lavorato domenica notte nel seggio allestito nella scuola di via Omodeo, a Bari. Mercoledì sera non si è sentita bene ed è stata portata con l'ambulanza al Policlinico di Bari. Giovedì mattina la diagnosi: meningite. Intorno alle 20.30 il decesso.

I dipendenti Rai non vogliono i tagli: sciopero l'11 giugno

ROMA  - Il taglio di 150 milioni di euro deciso dal governo non va giù ai dipendenti della Rai. E le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal e Usigrai hanno convocato per mercoledì 11 giugno uno sciopero che culminerà con una manifestazione a Roma. "Il drastico taglio mostra profili di incostituzionalità e non colpisce gli sprechi ma i posti di lavoro", dichiarano i sindacati. "Così - continuano gli esponenti Rai - si creano le condizioni per lo smantellamento delle sedi regionali e ancor peggio per la svendita di RaiWay alla vigilia del 2016 (data in cui dovrà essere rinnovata la concessione per il servizio pubblico), lasciando intravedere inquietanti ritorni a un passato fatto di conflitti di interessi e invasione di campo dei partiti e dei governi".

Il governo conferma: "Sì ai tagli -
 Ma il governo ribadisce che il taglio dei 150 milioni previsto nel decreto Irpef "resta". Si può invece discutere, precisa il viceministro all'Economia Enrico Morando, a proposito dell'esclusione della televisione pubblica dall'articolo 20, che prevede tagli sulle partecipate.

I sindacati: "Così si uccide la Rai" - "Indicare in Raiway e nelle sedi regionali - dice ancora la nota diffusa dai sindacati - i luoghi verso cui operare vendite o riduzioni significa infatti far morire la Rai e compromettere seriamente il rinnovo della concessione per il servizio pubblico". Il dibattito sul fatto che in tempi di crisi anche la Rai "deve contribuire al risanamento del Paese" risulta infatti affascinante quanto fuorviante, perché nasconde, dietro un'affermazione condivisibile, un'operazione poco trasparente, che rischia di mettere in ginocchio il servizio pubblico e la tenuta occupazionale nella più grande azienda culturale del Paese".

"Tagli agli sprechi, sì al confronto" - "Altro tema, lo abbiamo già detto - conclude la nota -, è quello della discussione su come ridurre gli sprechi e riformare la più grande azienda culturale del Paese, rispetto al quale i sindacati sono come sempre disponibili al confronto. Un confronto che non può avvenire se il campo non verrà sgombrato dall'idea che la rete possa essere usata per fare cassa".

Tasi, prepariamoci alla stangata


ROMA - La scelta è in mano ai Comuni. Se l'aliquota Tasi scelta da tutte le amministrazioni sarà quella massima del 2,5 per mille il prelievo sulle prime case salirà del 60% rispetto al 2013, tornano ai livelli dell'Imu 2012. Se ci si limiterà all'aliquota base dell'1 per mille l'aumento sul 2013 sarà del 12%. E' quanto calcola la Banca d'Italia.
I dati, elaborati dalla Banca d'Italia su dati dell'Agenzia delle Entrate, sono contenuti nella relazione annuale. ''Un'analisi per i Comuni capoluogo di regione evidenzia - scrive Bankitalia - una significativa contrazione del prelievo locale sulle abitazioni principali non di lusso nel 2013, complessivamente di circa il 40 per cento''. ''Nel 2014, nell'ipotesi di applicazione della Tasi ad aliquota base, il prelievo aumenterebbe di circa il 12 per cento (rimanendo comunque ben al di sotto del livello registrato nel 2012). Se ciascun capoluogo applicasse un'aliquota pari al 2,5 per mille, il prelievo complessivo crescerebbe di oltre il 60 per cento''. L'analisi, spiegano le note, e' riferita alle imposte pagate da un nucleo famigliare di 3 persone di cui un figlio convivente con meno di 26 anni, che risiede in un immobile di proprietà con una rendita e superficie pari alla media dei valori stimati per i capoluoghi regionali''. Nella relazione annuale Bankitalia calcola anche che per garantire gli obiettivi di riduzione del deficit e il pagamento del bonus di 80 euro il prossimo anno, per il 2015 il governo dovrà adottare interventi per ulteriore 14,3 miliardi, indicando comunque che nel Def si stimano 17 miliardi di risparmi massimi nel 2015 dalla spending review.

Preso a Fiumicino l'omicida dell'italiano a Natal, in Brasile

ROMA - I carabinieri di Budoni hanno arrestato a Roma il presunto responsabile dell'omicidio di Enzo Albanese, l'italiano di 42 anni ucciso a Natal, in Brasile il 3 maggio scorso. Si tratta di Pietro Ladogana, pregiudicato romano di 43 anni, ritenuto uno dei principali responsabili del delitto avvenuto a Natal, dove Albanese viveva e lavorava. E' stato arrestato dai carabinieri all'aeroporto di Fiumicino, proprio mentre stava per imbarcarsi per il Brasile. Si cercano i complici.

Albanese, intermediario immobiliare originario di Milano, si era trasferito a Natal da diversi anni, dove svolgeva un'attività edilizia e gestiva una clinica estetica insieme a un socio brasiliano, cugino della moglie, dalla quale si era separato e aveva avuto una bambina che ora ha 6 anni. Poco tempo fa aveva anche ottenuto la gestione del catering del nuovo stadio di calcio della città e sembra avesse effettuato degli investimenti nel campo dell'intermediazione immobiliare. Proprio in questo settore avrebbe avuto dei contrasti con un altro italiano. A ucciderlo è stato, davanti alla porta di casa, un uomo che indossava il casco: gli ha sparato, poi è fuggito insieme a un complice a bordo di una Corolla. Per gli inquirenti non si è trattato di una rapina, perché la moto di Albanese, parcheggiata fuori dall'abitazione, non è stata rubata.

Ladogana, ritenuto uno dei responsabili del delitto, è stato arrestato dai carabinieri di Budoni ieri sera proprio mentre stava per imbarcarsi per il Brasile. Come ha spiegato il capitano Andrea Senes, comandante della compagnia di Siniscola, le indagini erano partite dopo la denuncia presentata dal padre, dalla sorella e dal cognato della vittima, domiciliati a Budoni.

India, violenta per tre mesi e mette incinta quattordicenne, aiutato dalla moglie

In rosso il Madhya Pradesh
NEW DELHI - Una ragazzina indiana di 14 anni è stata ripetutamente violentata per tre mesi nello Stato centrale di Madhya Pradesh, da un uomo che era assistito nell'impresa dalla moglie. Secondo i media che hanno riportato la notizia, la vicenda sarebbe durata ancora più a lungo se la giovane non fosse rimasta incinta mettendo in allarme i suoi genitori. Alle pressanti domande dei famigliari, la ragazza ha svelato il suo calvario spiegando che l'uomo l'aveva una prima volta portata in casa sua promettendole delle caramelle, ma che invece l'aveva violentata sul letto coniugale, imponendole di tornare regolarmente e minacciandola di "tremende conseguenze" se avesse raccontato la vicenda.
In ospedale i sanitari hanno confermato che la vittima delle violenza era al terzo mese di gravidanza. La polizia ha così arrestato l'uomo, Pappu Kawadia, di 50 anni, e sua moglie Ameena, di 45, che, quando il marito stuprava la giovane, chiudeva a chiave la porta della camera da letto e restava a sorvegliare che non vi fossero intrusioni.

Dopo la sconfitta, un documento molto critico dei parlamentari del M5S fa infuriare Grillo e Casaleggio


ROMA - Non siamo da governo. Ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l'atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Pochi giorni dopo la debacle alle Europee, il Movimento 5 Stelle si interroga sulle ragioni della sconfitta e, in un documento interno, si propone una nuova strategia. Per riconquistare i tanti voti perduti.
L'analisi del voto provoca un terremoto dentro i Cinque Stelle con i vertici del Movimento che, a quanto risulta da fonti parlamentari, sarebbero fortemente irritati per il modo in cui è stata riportata la lettura del risultato elettorale. Il documento non sarebbe piaciuto a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio perché farebbe fare una "figuraccia" al Movimento.
Investire sulla tv, cambio nel metodo di selezione dei parlamentari, squadra di governo da presentare. Ecco alcune delle soluzioni che lo staff comunicazione del M5S in Parlamento suggerisce per uscire dalla fase di stallo dopo il flop alle Europee. Le proposte sono contenute in un documento interno e riservato dei 5Stelle.
"Cambiare rotta dopo il flop elettorale" - Il cambio di rotta è stato deciso dopo la debacle elettorale. Beppe Grillo sperava nel sorpasso sul Partito democratico ma gli elettori non lo hanno accontentato. Il M5S ha infatti raccolto il 21,15% contro il 40,81% del Pd di Matteo Renzi. In un solo anno, i grillini hanno lasciato sul campo il 4% dei suffragi: alle Politiche del 2013 avevano infatti raccolto il 25,55% dei voti (elezioni per la Camera dei deputati). Troppi per non pensare a una nuova strategia. 

"Più televisione" - Un cattivo uso del mezzo televisivo avrebbe condizionato l'esito elettorale. Ecco perché lo staff invita a "usare meglio la tv". In particolare, si sottolinea come si sia sottovalutata l'influenza dei tg ("Li guardano oltre 15-20 milioni di persone ogni giorno") a favore di talk show o trasmissioni con pubblico nettamente inferiore. 

"Tutti fuori" - Il Movimento deve poi parlare alla gente: "Organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà. Andare a presentare denunce e proposte direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri". 

"Troppi input, servono temi pratici e concreti" - "I parlamentari devono tornare a confrontarsi sui temi pratici e concreti. E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro parlamentare o dell'attività di Governo", continua lo staff comunicazione. "Abbiamo spesso dato un numero eccessivo di input. Al netto dei temi di stretta attualità abbiamo messo troppa carne al fuoco tutta insieme". 


"Ci considerano poco umili e saccenti" - Non solo gli argomenti, ma anche gli atteggiamenti dei parlamentari finiscono sotto accusa: "Si ritengono poco concreti. Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti", si legge nel documento interno.

giovedì 29 maggio 2014

Spaccio di droga, ricalcolo della pena e libertà anticipata per 3-4mila detenuti

ROMA - Migliaia di detenuti potranno uscire di prigione dopo la decisione della Cassazione di ridurre le pene per il piccolo spaccio di droga. Se sarà accolta "la loro richiesta di revisione", dicono fonti della Suprema Corte, ci si devono aspettare molti sconti di pena. La Cassazione ha infatti stabilito il diritto dei condannati in via definitiva per lieve spaccio, con la recidiva, a ricalcolare la pena al ribasso, dopo due verdetti della Corte costituzionale.
Della decisione "non si possono avvantaggiare i detenuti condannati in via definitiva per spaccio di droghe pesanti commesso con l'associazione a delinquere", si affrettano a chiarire fonti della stessa Suprema corte. Secondo le prime stime indicative provenienti da fonti dell'amministrazione penitenziaria, sono tra i 3mila e i 4mila i detenuti che potenzialmente potrebbero beneficiare della decisione chiedendo il ricalcolo della pena ai giudici dell'esecuzione. 
Attualmente le persone detenute per spaccio e detenzione di droga, quindi per la sola violazione dell'articolo 73 del testo unico sulle droghe, sono circa 14 mila. Questa cifra sale a 21 mila se si considera il complesso dei reati legati agli stupefacenti. Da queste cifre bisogna isolare la porzione di detenuti impattata dagli effetti della sentenza della Cassazione. 
I supremi giudici, presieduti dal primo presidente, Giorgio Santacroce, hanno così deliberato accogliendo un ricorso della procura di Napoli contro una decisione del tribunale, che aveva negato a un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena a seguito della sentenza della Consulta che nel 2012 aveva dichiarato incostituzionale la norma della Fini-Giovanardi che vietava la concessione delle circostanze attenuanti prevalenti nel caso di recidivi. 
La Cassazione, inoltre, ha stabilito che i giudici dell'esecuzione, chiamati al ricalcolo delle pene dei condannati definitivi, dovranno anche tenere conto del fatto che è stato ripristinato il testo della Iervolino-Vassalli, per effetto dell'ultima decisione della Consulta sulla Fini-Giovanardi. Così facendo, la Cassazione ha di fatto inserito nella sua decisione anche gli effetti del recente verdetto della Consulta che ha reinseirito la distinzione tra droghe pesanti e leggere
"Italia ora al passo con Strasburgo" - 
"La decisione della Cassazione mette l'Italia al passo con la giurisprudenza di Strasburgo e, insieme alle due sentenze della Consulta, ci mettono più in regola con la Carta di Diritti dell'Uomo". Giuseppe Maria Berruti, direttore del massimario della Cassazione, commenta così il verdetto che riduce le condanne per spaccio leggero.
Orlando: "L'uscita dall'emergenza carceri sarà più rapida" - Dopo la sentenza delle sezioni unite della Cassazione che consente la rideterminazione delle pene per i condannati in base alla Fini-Giovanardi "l'uscita dall'emergenza carceri sarà più rapida". Così il guardasigilli, Andrea Orlando. "Tra gli effetti delle misure sulle carceri non avevamo previsto un'aggressione del giudicato", ha aggiunto il ministro della Giustizia.

Renzi alla direzione: il 40% non è del Pd, è il voto degli italiani per cambiare l'Italia

ROMA - Un applauso ha accolto Matteo Renzi al suo arrivo in direzione Pd. Un altro applauso è andato agli eletti alle europee e amministrative.
"Questa nostra direzione - ha detto il segretario - deve essere non tanto l'occasione per fare festa ma per una riflessione e un'analisi del voto, con il sorriso, per cercare di capire cosa abbiamo da fare e come impostare i prossimi mesi. Il risultato ci carica di gioia e entusiasmo ma anche di straordinaria responsabilità. Abbiamo scelto di non festeggiare perché la straordinaria ampiezza del risultato non è solo per il Pd o per il suo leader. Va ben oltre le aspettative, è il voto degli italiani per l''Italia. Ha ragione Reichlin a parlare di partito della nazione e il consenso che ci impone a provare a cambiare l'Italia in modo forte e l'Ue.  Il Pd è primo partito in Europa e ha una responsabilità che giudico naturale venga colta in pieno e non immiserita negli scontri interni. Trovo allucinanti le polemiche per la foto di gruppo: non c'è nessun salto sul carro ma un partito che è convinto di poter discutere al proprio interno con serenità. Ha vinto il Pd".
"Le misure attuate dalla Ue in un momento di crisi che risale a teorie degli anni 80 non danno una risposta sufficiente alle attese dei cittadini", ha detto Renzi. "Siamo il primo partito del Pse non per andare a mettere bandierine con i nomi, è fisiologico ma il nostro compito è richiamare il Pse a quanto detto in campagna elettorale che è per noi fondamentale e per cui siamo entrati nel Pse". "L'Europa cambia perché l'alternativa al cambiamento dell'Europa è l'Europa che non si salva", ha aggiunto. "Il compito del Pd" in questa fase "è enorme" in tutte le sedi, aggiunge.
"In streaming si fanno i dibattiti, a trovare i leader populisti inglesi si va di nascosto", ha commentato Renzi con una battuta, davanti alla direzione Pd, l'incontro di Beppe Grillo con Nigel Farage.
"Immediatamente dopo la fine del passaggio in Senato" delle riforme costituzionali, e comunque "entro l'estate", deve essere approvata la legge elettorale, ha detto Renzi. L'obiettivo è "fare la legge elettorale ma non per andare a votare", anche considerato che "agli altri è passata la voglia di andare a votare".
Il mese di giugno "sarà cruciale" per le riforme del governo, ha assicurato Renzi elencando la riforma della P.A. sul quale la consultazione mostra "segnali di interesse" e andrà in Cdm con "uno o due atti normativi", il 20 giugno il provvedimento sulla competitività, poi l'attuazione della delega fiscale e la riforma della giustizia.
Sul Pd dobbiamo parlare un "linguaggio di verità: il 40% è un accidente della storia, un colpo di fortuna o un obiettivo stabile?". "Dobbiamo definire se questo obiettivo vogliamo considerarlo come casa nostra, se vogliamo metterci la residenza o limitarci a vivere l'istante".
"Vorrei l'assemblea nazionale" del 14 giugno "fosse l'occasione per una ripartenza, un nuovo inizio insieme. Il Pd non può essere una sommatoria di correnti o il modo di ricordare quello che è accaduto al congresso. Non interessa a nessuno".

Pullman di ragazzi trentini si rovescia a Feltre, 38 feriti, 3 gravi

FELTRE - La scena dell'incidente
FELTRE - I primi soccorsi ai ragazzi feriti
FELTRE - Un pullman con a bordo una quarantina di ragazzi di età comprese tra 12 e 16 anni è uscito di strada nel Bellunese, ribaltandosi. In trentotto sono rimasti feriti. Due di loro e un accompagnatore risultano gravi e sono stati portati all'ospedale di Feltre. L'incidente è avvenuto nella frazione di Carpen. Sul mezzo c'erano tre società di nuoto, partite da Cavalese (Trento) e dirette a Lignano (Udine).
I ragazzini, che stavano andando a una gara di nuoto, hanno età comprese tra 12 e 16 anni. Erano accompagnati da 5 adulti. Illeso l'autista del mezzo. L'uomo avrebbe riferito ai soccorritori di aver avvertito un problema durante una frenata, non riuscendo più a controllare il veicolo.
Secondo quanto riferito dai vigili del fuoco, il pullman aveva caricato il gruppo di giovani nuotatori insieme ad alcuni genitori e preparatori prima a Cavalese e poi a Trento, per poi dirigersi verso Lignano. Complessivamente a bordo si trovavano 40 persone. Il mezzo sarebbe uscito di strada autonomamente, adagiandosi su un fianco. Parte del tetto ha schiacciato alcuni sedili.
La maggioranza dei feriti e contusi è stata portata a Feltre. Qui c'è uno dei tre feriti in prognosi riservata, operato per la rottura della milza, oltre ad altri 17 contusi. A Belluno ci sono otto feriti, di cui uno in prognosi riservata per trauma cranico. Il terzo ferito grave è a Treviso ed è stato operato per un trauma al fegato. Qui anche uno dei contusi. Degli altri dieci feriti in modo non grave sette sono stati portati a Montebelluna e tre Castelfranco.
I bambini erano attesi al villaggio Ge.Tur di Lignano Sabbiadoro, dove sono in programma, fino al 2 giugno, le finali nazionali dei campionati italiani di nuoto organizzati dal Csi, il centro sportivo italiano. In vasca nei prossimi giorni scenderanno 1.035 nuotatori, maschi e femmine, dagli 8 ai 16 anni. Dal Trentino era atteso l'arrivo dei gruppi di cinque scuole di nuoto.


Squinzi (Confindustria): anche quest'anno poca crescita e niente lavoro

Giorgio Squinzi
ROMA - "Temo che anche quest'anno la crescita che vorremmo vedere non ci sarà e, assieme alla crescita, non ci sarà il lavoro" avverte Giorgio Squinzi all'assemblea di Confindustria. "Non è questa l'Italia che vogliamo. Non ci rassegniamo a un Paese stanco, sfiduciato, vittima di mali antichi, astruso e ostile alla cultura d'impresa". E' arrivato, quindi, "il momento di costruire un'Italia nuova" è il messaggio del presidente di Confindustria, che chiede di "superare le vecchie logiche, non avere paura del nuovo". Dalla crisi "possiamo uscire solo decidendo ciò che da almeno 2 decenni non abbiamo avuto il coraggio di fare. Cambiare decidendo". 
Renzi ha forte mandato popolare, ora i fatti - "Il mandato popolare" al Pd ed a Renzi, dice Squinzi, "testimonia la voglia di cambiamento che c'è nel Paese. Questa voglia attende fatti che diano sostanza alle riforme e alla crescita". Il presidente di Confindustria riconosce "incoraggianti segni di cambiamento", una "azione vivace", e dopo il voto chiede che "la stagione delle riforme istituzionali adesso parta davvero". "La nostra disponibilità - assicura Squinzi - è immutata e completa", ma "fate le riforme, ne abbiamo bisogno per ricreare lavoro, reddito, coesione sociale. Non deludeteci". "Senza riforme - ha aggiunto - è impossibile agganciare la crescita".
'Legare salari a risultati, no nuovo contratto ma indeterminato sia più conveniente' - L'articolo 41 della Costituzione, quello che stabilisce che l'iniziativa economica privata è libera in Italia "non è più un diritto garantito" secondo Squinzi, che si riferisce a "rigidità sindacali" e burocrazia. "Confindustria - dice - non lo può accettare. Le imprese sono un bene di cui il Paese dovrebbe essere orgoglioso". Bisogna intanto "favorire la contrattazione aziendale virtuosa, che lega i salari ai risultati aziendali", cioè "privilegiare la natura dei salari, piuttosto che la loro fonte e consentire di decontribuire e detassare quello di produttività anche se nasce dall'autonoma decisione dell'imprenditore". Confindustria chiede anche di "semplificare e migliorare la disciplina del contratto a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente e attrattivo per le imprese" ma non c'è invece bisogno, avverte Squinzi, "di un nuovo contratto neppure a tutele crescenti''. Poi l'appello al sindacato: "Guardiamo al mondo. Non chiudiamoci conservativamente nel nostro familiare ma ristretto orizzonte domestico. Il tempo delle eterne liturgie è trascorso". Per questo "dal sindacato mi aspetto uno sforzo di innovazione".
'Fuori da Confindustria chi corrompe' - "Chi corrompe fa male alla comunità e al mercato", "grave danno alla concorrenza e ai suoi colleghi. Queste persone non possono stare in Confindustria", avverte Giorgio Squinzi, dopo un cenno all'importanza per l'Italia di Expo2015. Leggi e poteri speciali? "La soluzione non sta nel darsene di nuove sta nell'applicare quelle esistenti", avverte.

Renzi: ok a modifiche su riforma del Senato e Italicum, purché si approvino prima dell’estate

ROMA - Matteo Renzi apre a modifiche su riforma del Senato e Italicum. "Prima dell'estate non è uno slogan. Per approvare davvero quelle leggi - avrebbe detto ai suoi il premier, secondo indiscrezioni di stampa - sono pronto ad accettare modifiche. Sia sul Senato sia sull'Italicum. Ne discutiamo ma poi si vota. Anche perché sono sicuro che Berlusconi non si tirerà indietro".

Come riporta il quotidiano "La Repubblica", Renzi è pronto a delineare una nuova road map del governo, conscio che "i voti non sono per sempre".

"Subito il decreto Expo" - Tra i provvedimenti Renzi mette al primo posto il decreto Expo, "per dare i poteri a Raffaele Cantone permettendogli di vigilare sulla trasparenza e gli appalti di Milano e amplieremo le competenze dell'anticorruzione". Quanto ai tempi del provvedimento potrebbe essere in Consiglio dei ministri già nei prossimi giorni o al massimo la prossima settimana. Cantone sarà affiancato da quattro commissari che andranno a formare l'Anac (autorità nazionale nati corruzione) una vera e propria task force chiamata a vigilare su appalti sporchi e violazione della trasparenza.

Tempi e riforme: P.a., Jobs Act e Giustizia  - Oltre a quella della legge elettorale e del Senato, che Renzi vuole chiudere prima dell'estate, e su cui è pronto a prendere in considerazione modifiche pur di raggiungere l'obiettivo, sul tavolo delle riforme trovano posto anche quella della Pubblica amministrazione: secondo il programma del premier entro il 13 giugno dovrà essere approvata dal Cdm. Al momento i tecnici sono al lavoro sulle oltre 34mila mail di "suggerimenti" di cittadini e dipendenti pubblici arrivate a Palazzo Chigi.
Renzi vuole portare a casa anche il Jobs Act, la revisione completa e strutturale del mercato del lavoro, da affiancare al decreto Poletti. E infine l'ambizioso governo Renzi vuole mettere mano anche al tema che più di ogni altro in questi ultimi 20 anni ha diviso il Paese: la riforma della Giustizia, su cui è già al lavoro il Guardasigilli, Andrea Orlando.

Uttar Pradesh (India): violentano due ragazzine e poi le impiccano a un albero


NEW DELHI - Due cugine indiane "dalit" (senza casta) di 14 e 15 anni sono state violentate da una banda di balordi in un villaggio dell'Uttar Pradesh (India nord-orientale) e poi impiccate ad un albero di mango. Lo riferiscono i media indiani sottolineando che 7 persone, fra cui due agenti, sono state arrestate.
Le due ragazze erano scomparse dalla loro casa nella notte di martedì ed i loro corpi sono stati trovati appesi a un albero di mango ieri nel villaggio di Katra, nel distretto di Badaun.
L'incidente ha innescato le proteste degli abitanti dei villaggi della zona che accusano la polizia di apatia: due poliziotti Sarvesh Yadav e Rakshapal Yadav, che sono stati per questo sospesi.
Uno degli accusati dello stupro e omicidio, Pappu Yadav, è stato arrestato, mentre sono stati identificati altri due imputati, Brijesh e Awadhesh, e altri due sono ancora sconosciuti: tutti e quattro sono in fuga e, garantisce la polizia, attivamente ricercati.

Rispunta Monti dall'oblio: il programma di Renzi è il mio

ROMA - Mario Monti rivendica la "paternità" della linea politica del governo Renzi. "Mantenere disciplinati i conti e fare riforme strutturali per la crescita, avendo voce in Europa, è la stessa linea del mio governo", ha detto infatti. "L'agenda Renzi ha preso il seguito dell'agenda Monti, soprattutto per liberalizzazioni e per lotta all'evasione fiscale", ha quindi aggiunto l'ex premier.
"Scelta civica ha fermato Berlusconi" - La discesa in campo di Monti ha impedito a Silvio Berlusconi di prendere il posto di Napolitano sul colle più alto di Roma. Ne è convinto l'ex premier: "Il partito che ho fondato ha avuto il merito di fermare Berlusconi: senza di noi oggi lui sarebbe presidente della Repubblica".
Stoccata a Bersani - "Nel finire del 2012 ho chiesto a Bersani se era disposto a fare un Pd non preda di Fassina e della Cgil e mi disse di no. Allora sentii il dovere di fare Scelta Civica". Monti ricostruisce così la nascita del suo partito, capace di ottenere "tre milioni di voti con uno sforzo di soli 50 giorni e senza soldi" alle Politiche del 2013 e perderne poi 2,8 milioni alle Europee l'anno successivo.
"Sono molto contento del risultato delle Politiche, che ha trasformato l'Italia e l'ha tenuta su una linea europeistica e di avanzamento delle riforme, come non sarebbe successo se avesse vinto Berlusconi o un Pd condizionato dalla Cgil o da Fassina", dichiara l'ex premier. Sul futuro, invece, Monti fa un passo indietro: "Se uno si ritira abbia almeno il buon gusto di non dare suggerimenti - dichiara Monti ad Agorà -. Sul collocamento alle europee avevo dato un altro suggerimento, non è stato seguito e a maggior ragione mi astengo oggi dal dare suggerimenti".
"Renzi bravissimo a organizzare il consenso" - Nessun ritorno in campo, insomma, per il professore bocconiano. "Superata la fase di emergenza, dopo essere stato trascinato in campo da Giorgio Napolitano, ora voglio contribuire alla vita politica nel suggerimento sul da fare. Altri sono più bravi di me ad organizzare il consenso. Renzi è bravissimo", continua Monti.
Ed ecco i suggerimenti promessi: "Le riforme vanno realizzate, perché se non si fanno salta la prospettiva di crescita in Italia ma si perde anche la condizione straordinariamente felice di forte leadership italiana per incidere in Europa. Io con le mie politiche di rigore ed europeiste vinsi la doppia sfida di evitare due mali. Renzi vinca ora quella di realizzare due beni: riformi l'Italia per realizzare l'Europa".

Matera, trovati in un’ auto i corpi di due allevatori, uccisi a fucilate. Fermato un parente

Gorgoglione: il delitto è avvenuto nelle campagne circostanti
GORGOGLIONE (Matera) - I cadaveri di due giovani allevatori, zio e nipote, sono stati trovati stamani, in un'automobile, in un terreno alla periferia di Gorgoglione (Matera). C'è già stato un fermo. Secondo quanto si è appreso, i due giovani sono stati uccisi con colpi di arma da fuoco. Sono Giovanni Lauria, 34 anni e suo nipote Giuseppe De Rosa di 27. 
I Carabinieri sono stati allertati da una telefonata fatta al 112 da una persona che, in un terreno alla periferia del paese, aveva notato l’auto con i due cadaveri all’interno.
In base a indiscrezioni non confermate, i due sarebbero stati uccisi da un parente acquisito per questioni di confine e pascolo abusivo. Le due vittime stavano andando a mungere le vacche nella loro piccola azienda zootecnica quando sono stati freddati con un fucile a distanza ravvicinata. E infatti risulta fermato un agricoltore, di circa 30 anni, cognato di Lauria.

Comunicato choc: il Boeing della Malaysia non si è inabissato dove si erano registrati i segnali

La zona inutilmente (così pare) monitorata da navi e aerei in questi mesi
PERTH - Il Boeing 777 della Malaysian Airlines scomparso ai primi di marzo non si è inabissato nella zona dell'Oceano indiano del sud in cui sono stati rilevati segnali acustici che hanno fatto pensare alla presenza delle scatole nere del velivolo. Lo ha reso noto in un comunicato il Centro che coordina le ricerche dell'aereo.
"Possiamo ormai affermare che quella zona non è il luogo dove è finito il volo MH370", si legge nel comunicato del Centro di coordinamento internazionale delle ricerche. Decine di navi e aerei di una task-force multinazionale hanno effettuato ricerche in quella zona per circa due mesi, senza ritrovare nessun detrito dell'aereo. L'area era stata identificata in base a calcoli basati sui dati satellitari a disposizione degli investigatori, dopo che il volo MH370 Kuala Lumpur-Pechino aveva misteriosamente virato verso sud-ovest, per cause ancora ignote. I segnali acustici, ha detto un ufficiale della Marina Usa alla Cnn, captati in una zona dell'Oceano indiano del sud, al centro delle ricerche delle ultime 7 settimane dell'aereo Malaysia Airlines scomparso a marzo, non provenivano dalle scatole nere del velivolo. Le autorità ritengono ora che quei segnali provenissero da un'altra fonte.

mercoledì 28 maggio 2014

Berlusconi: resto a guidare il partito, lasciate stare i miei figli. Coalizione con la Lega


ROMA - Silvio Berlusconi è nella sede di Forza Italia per il comitato di presidenza allargato del partito. Rispondendo poi ai cronisti che si erano avvicinati Berlusconi ha affermato di "star bene, bene". 
"Noi abbiamo fatto il possibile, l'unica colpa che ho io è che ho detto che Renzi era simpatico e capace. Non lo ripeterò mai più": così Berlusconi nel corso del comitato presidenza di Forza Italia. "Noi non abbiamo perso. Il 50% degli elettori non ha compreso che doveva essere protagonista del voto", ha detto nel corso del comitato di presidenza nella sede del partito.
"Forza Italia ha votato alcune riforme che erano le stesse proposte da noi in passato. Non è stato producente, ma noi siamo responsabili": così Berlusconi, a quanto raccontano, nel corso del suo intervento al comitato di presidenza del partito.  "Io rimango a guidare il partito. Per favore non parliamo più dei miei figli", ha affermato Berlusconi.
"Dobbiamo fare una coalizione ma non subito e non con tutti. Con la Lega sì": ha poi aggiunto."Se siete d'accordo non rispondiamo più alle provocazioni. Ignoriamoli", ha ancora detto parlando di Grillo e degli attacchi da parte dei pentastellati.

"C'è un problema di giustizialismo. Tra le grandi battaglie da fare c'è quella sulla riforma della giustizia", ha poi affermato aggiungendo che "siamo con l'acqua alla gola, servono soldi". L'ex premier annuncia poi il via ai congressi cittadini. Ad illustrare il progetto è Denis Verdini che parla del coinvolgimento di 1942 comuni.

Istat: la grande fuga dall’Italia


ROMA -  La crisi ha frenato gli immigrati, ha aumentato il numero di stranieri che se ne sono andati dall'Italia (+17,9%) e ha portato a un boom di italiani che hanno cercato fortuna all'estero. Lo fa sapere l'Istat nel suo Rapporto Annuale. E nascono sempre meno bambini

Italia, addio

Le difficoltà sul mercato del lavoro spingono a cercare nuove opportunità al di là dei confini dell'Italia: nel 2012 hanno lasciato il Paese oltre 26mila giovani tra i 15 e i 34 anni, 10mila in più rispetto al 2008. Istat spiega che negli ultimi cinque anni, si è trattato di quasi 100 mila giovani (94mila).

Meno immigrati

La crisi frena gli immigrati: nel 2012 gli ingressi sono stati 321mila, -27,7% rispetto al 2007. Aumenta invece il numero di stranieri che se ne vanno (+17,9%) ed è un vero e proprio boom di italiani che cercano fortuna all'estero. Nel 2012 - fa sapere l'Istat - gli emigrati erano 68mila, il 36% in più del 2011, "il numero più alto in 10 anni".

Tre milioni di famiglie in difficoltà

Nel 2013 sono 2 milioni le famiglie con almeno un 15-64enne, senza occupati e pensionati da lavoro, a cui si aggiunge un'altra area di disagio fatta da famiglie, composte da più persone ma rette solo da una pensione da lavoro. Sommando i gruppi emergono 3 milioni di famiglie che potrebbero essere in difficoltà, dove nessuno lavora.

6,3 milioni senza lavoro

Tra disoccupati e persone che vorrebbero lavorare in Italia si contano 6,3 milioni di senza posto. Nel 2013 ai 3 milioni 113mila di disoccupati si aggiungono 3 milioni 205mila forze lavoro potenziali, ovvero gli inattivi più vicini al mercato del lavoro. Si arriva così a oltre 6 milioni di individui che l'Istat nel Rapporto annuale definisce ''potenzialmente impiegabili''. L'Istat fa anche sapere che aumentano gli scoraggiati (1 milione 427 mila). Guardando ai giovani, nel 2013 tra i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che né lavorano né studiano, i cosiddetti Neet, sono 2 milioni 435 mila, in aumento di 576mila rispetto al 2008. Alzando l'asticella agli under35, l'Istat fa notare come nei 5 anni di crisi gli occupati in questa fascia d'età siano scesi di 1 milione 803 mila. E se ''crescono gli occupati di 50 anni e più'', soprattutto per effetto dell'inasprimento dei requisiti di pensionabilità, tuttavia ''crescono anche coloro che vorrebbero lavorare e non trovano lavoro''. Se infatti, spiega l'Istat, ''si considera l'insieme di disoccupati e forze lavoro potenziali, sono oltre un milione le persone di 50 e più che vorrebbero lavorare ma non trovano una collocazione''.

Nascite al minimo storico in 20 anni

Minimo storico per le nascite da quasi vent'anni. Nel 2013 si stima che saranno iscritti all'anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno "rispetto al minimo storico registrato nel 1995". E' quanto riferisce l'Istat nel Rapporto Annuale. In cinque anni sono arrivate in Italia 64mila 'cicogne' in meno.

Aumentano le famiglie dove lavora solo la donna
Tra il 2008 e il 2013 le famiglie in cui l'unico occupato è donna sono aumentate di 591mila unità (+34,5%), superando i 2,3 milioni. Ecco che le famiglie sostenute dal solo reddito femminile, con la donna 'breadwinner', sono il 12,2% delle famiglie con almeno un 15-64enne.

“Deboli segnali positivi”
Il forte disagio economico nel 2013 si attenua: la quota di persone appartenenti a famiglie in condizioni di grave deprivazione scende al 12,5%, pari a 7,6 milioni di individui, dal 14,5% del 2012, corrispondente a 8,7 milioni. Sottolinea l'Istat, che, a riguardo, nel Rapporto annuale parla di ''deboli segnali positivi''. In generale ''l'Italia è uno dei paesi europei con la maggiore disuguaglianza nella distribuzione dei redditi primari, guadagnati dalle famiglie sul mercato impiegando il lavoro e investendo i risparmi''. Inoltre, aggiunge l'Istat, ''nonostante l'intervento pubblico operi una redistribuzione dei redditi di mercato di apprezzabile entità, non inferiore a quella dei paesi scandinavi, in Italia il livello di disuguaglianza rimane significativo anche dopo l'intervento pubblico''.

La precarietà
Anche se nel 2013 poco più della metà degli atipici, ovvero di chi non ha il cosiddetto posto fisso, va avanti con un contratto che dura meno di un anno, per molti la condizione di precarietà si protrae: 527 mila atipici svolgono lo stesso lavoro da almeno cinque anni (erano il 18,3% nel 2008, il 20,2% nel 2013), con incidenze più elevate tra i collaboratori e tra chi lavora nei servizi generali della Pa e nell'istruzione.


Uno dei Paesi più vecchi del mondo

L'Italia si conferma uno dei Paesi più vecchi al mondo. Con 151,4 persone over-65 ogni 100 giovani con meno di 15 anni, presenta uno degli indici di vecchiaia più alti al mondo. Tra i Paesi europei solo la Germania ha un valore più alto (158) mentre la media Ue28 è 116,6. La speranza di vita è di 79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne. Anche in questo caso l'Italia è sopra la media europea.