Il seminterrato all'interno del quale i due fratelli sono stati uccisi |
NAPOLI - Agguato a Torre Annunziata (Napoli): a cadere sotto i colpi dei sicari due fratelli - entrambi pregiudicati - uccisi poco prima della mezzanotte di venerdì in un agguato scattato nel seminterrato della villetta di proprietà di uno dei due in via Andolfi. Si tratta di Roberto e Giovanni Scognamiglio, di 26 e 42 anni: gli aguzzini hanno bussato alla porta e freddato i due fratelli nella cucina, ivestendoli con una pioggia di fuoco.
Roberto è morto sul posto, Giovanni in ospedale. Nell’abitazione, erano presenti anche i figli piccoli di Giovanni, che si sono salvati. Sul luogo dell'agguato, la polizia scientifica ha trovato decine di bossoli, ogive, frammenti di proiettili e anche una pistola calibro 9 Luger con ancora 10 cartucce nel caricatore e il colpo in canna.
Roberto aveva precedenti per usura e droga; Giovanni per usura, furto e armi. Gli investigatori sono certi che i due pregiudicati conoscevano i loro assassini e che si tratti di un regolamento di conti maturato nell’ambito del traffico internazionale di droga. Diversamente non avrebbero aperto la porta all’una di notte a degli sconosciuti. Dopo il rumore della raffica di colpi, nel silenzio della notte, alcuni vicini, hanno sentito il rombo di una moto di grossa cilindrata.
Roberto aveva precedenti per usura e droga; Giovanni per usura, furto e armi. Gli investigatori sono certi che i due pregiudicati conoscevano i loro assassini e che si tratti di un regolamento di conti maturato nell’ambito del traffico internazionale di droga. Diversamente non avrebbero aperto la porta all’una di notte a degli sconosciuti. Dopo il rumore della raffica di colpi, nel silenzio della notte, alcuni vicini, hanno sentito il rombo di una moto di grossa cilindrata.
Nel febbraio del 2011, Roberto e Giovanni Scognamiglio, insieme al padre Umberto, furono arrestati per usura. Le indagini, che furono condotte dai finanzieri del comando provinciale coordinate dal vice capo della procura del Tribunale di Torre Annunziata Raffaele Marino. Gli investigatori accertarono che i tassi usurai, imposti dalla famiglia Scognamiglio, variavano dal 60 al 170 per cento all'anno con almeno 20 imprenditori nel mirino, della zona vesuviana ma anche residenti in Lombardia, e utili dello strozzinaggio reinvestiti, tra l´altro, anche in un´agenzia di raccolta scommesse.
Nel corso dell´operazione furono sequestrati titoli, conti bancari e postali per un importo complessivo di 500 mila euro, auto (Mercedes e Bmw) per un valore di 250 mila euro, polizze assicurative per 82 mila euro e un´agenzia di raccolta scommesse intestata a quella che la Procura ritiene una società prestanome. Il valore è di 2 milioni e mezzo di euro.
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