ROMA - Non siamo da governo. Ciò che i parlamentari hanno percepito è stato l'atteggiamento di sfiducia nei loro confronti. Seppur elogiati per il loro impegno, i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Pochi giorni dopo la debacle alle Europee, il Movimento 5 Stelle si interroga sulle ragioni della sconfitta e, in un documento interno, si propone una nuova strategia. Per riconquistare i tanti voti perduti.
L'analisi del voto provoca un terremoto dentro i Cinque Stelle con i vertici del Movimento che, a quanto risulta da fonti parlamentari, sarebbero fortemente irritati per il modo in cui è stata riportata la lettura del risultato elettorale. Il documento non sarebbe piaciuto a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio perché farebbe fare una "figuraccia" al Movimento.
Investire sulla tv, cambio nel metodo di selezione dei parlamentari, squadra di governo da presentare. Ecco alcune delle soluzioni che lo staff comunicazione del M5S in Parlamento suggerisce per uscire dalla fase di stallo dopo il flop alle Europee. Le proposte sono contenute in un documento interno e riservato dei 5Stelle.
"Cambiare rotta dopo il flop elettorale" - Il cambio di rotta è stato deciso dopo la debacle elettorale. Beppe Grillo sperava nel sorpasso sul Partito democratico ma gli elettori non lo hanno accontentato. Il M5S ha infatti raccolto il 21,15% contro il 40,81% del Pd di Matteo Renzi. In un solo anno, i grillini hanno lasciato sul campo il 4% dei suffragi: alle Politiche del 2013 avevano infatti raccolto il 25,55% dei voti (elezioni per la Camera dei deputati). Troppi per non pensare a una nuova strategia.
"Più televisione" - Un cattivo uso del mezzo televisivo avrebbe condizionato l'esito elettorale. Ecco perché lo staff invita a "usare meglio la tv". In particolare, si sottolinea come si sia sottovalutata l'influenza dei tg ("Li guardano oltre 15-20 milioni di persone ogni giorno") a favore di talk show o trasmissioni con pubblico nettamente inferiore.
"Tutti fuori" - Il Movimento deve poi parlare alla gente: "Organizzare stati generali tematici, entrare nelle università, nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agorà. Andare a presentare denunce e proposte direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri".
"Troppi input, servono temi pratici e concreti" - "I parlamentari devono tornare a confrontarsi sui temi pratici e concreti. E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro parlamentare o dell'attività di Governo", continua lo staff comunicazione. "Abbiamo spesso dato un numero eccessivo di input. Al netto dei temi di stretta attualità abbiamo messo troppa carne al fuoco tutta insieme".
"Ci considerano poco umili e saccenti" - Non solo gli argomenti, ma anche gli atteggiamenti dei parlamentari finiscono sotto accusa: "Si ritengono poco concreti. Mancano di umiltà e a volte sono percepiti come saccenti", si legge nel documento interno.
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