lunedì 4 luglio 2011

Manifestazione no Tav in Val di Susa: 400 feriti. Matteo Renzi su Beppe Grillo: "Chi esalta i lanciatori di sassi mi fa schifo"

TORINO  - Il giorno dopo la guerriglia dei No Tav a Chiomonte rimane la conta dei feriti, circa 400 di cui 223 manifestanti e 188 forze dell'ordine, e la polemica politica.

In una nota il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha espresso una "netta condanna" delle violenze rivolte da "gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva" nei confronti delle forze dell'ordine a cui ha voluto rivolgere la sua "solidarietà".

Ieri, dopo i cortei pacifici, la manifestazione è degenerata. Gli amministratori della Valle urlavano alla loro gente ai megafoni di portare via donne e bambini e di non tagliare per i sentieri. "Chi lascia il corteo autorizzato fa una sua scelta e si prende le sue responsabilita'".

Intanto maggioranza e opposizione si sono schierate contro l'ombra delle violenze organizzate "paramilitari" in stile black bloc, un sospetto alimentato dalla presenza di manifestanti venuti dall'estero di numerose nazionalità. A nome del governo ha parlato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, assicurando che non saranno degli "autentici delinquenti" a fermare un'opera che l'esecutivo ritiene "prioritaria". Una forte condanna delle violenze "senza equivoci" è arrivata anche dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che ha parlato di attacchi "allarmanti e assolutamente inaccettabili".

E fanno discutere le dichiarazioni di Beppe Grillo che ieri ha definito "prove tecniche di dittatura" i blocchi delle forze dell'ordine e "eroi" i manifestanti. Contro l'ex comico genovese si è scagliato il sindaco Pd fiorentino Matteo Renzi. "Chi esalta i lanciatori di sassi - ha detto- mi fa schifo: è un teppista, prima si condanna e poi si discute".

E Nichi Vendola: "Le violenze - ha detto intervistato da Repubblica- vanno assolutamente isolate: oscurano le stesse ragioni delle protesta. Ma dissentire non è da criminali. Bisogna saper ascoltare la protesta". 
Voce fuori dal coro è stata quella del segretario del Prc, Paolo Ferrero, secondo il quale a causare gli scontri è stata "l'occupazione militare del sito di Chiomonte".

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