lunedì 13 febbraio 2012

Atene: il parlamento ha approvato il piano di austerity. Violenti scontri tra polizia e black bloc in piazza Syntagma. Palazzi e banche in fiamme, 60 feriti



ATENE - Forte tensione ad Atene davanti al parlamento greco, che ha approvato a tarda sera il piano di austerity. Molotov, bombe carta, lacrimogeni, scontri. Brucia la piazza, dove migliaia di manifestanti stanno assediando il Parlamento greco che ha dunque varato il pacchetto di austerity 'lacrime e sangue' preteso dall'Ue e dal Fmi per dare il via libera al secondo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro. 
Migliaia di persone erano affluite già nel primo pomeriggio davanti alla sede del Parlamento con striscioni di protesta contro i tagli e l'Europa che li impone, ma gli scontri sono divampati quando una colonna di black bloc, al grido di 'maiali assassini', ha fatto irruzione nella piazza. E' scoppiato l'inferno, violentissimo, nel giro di pochi istanti. Ordigni artigianali fatti con bombolette di gas e molotov sono volati contro gli agenti, mentre la polizia ha risposto con cariche e lacrimogeni. 
Battaglie corpo a corpo nella via dello shopping Ermou, fuochi in terra ovunque, scontri nella parte di Syntagma più lontana dal parlamento, fermate dei bus date alle fiamme in via Panepistimiou, così come la sede di una banca, due cinema e una serie di negozi nei pressi dell'università, con il fuoco che ha avvolto anche i primi piani dei palazzi che li ospitavano. In tutto sono andati a fuoco 18 palazzi. Sessanta i feriti.

La folla "normale" era composta in larghissima parte da persone comuni, non da militanti politici o sindacali: famiglie, lavoratori, moltissimi giovani, persone di ogni età e apparentemente di ogni strato sociale.  Da tutte le strade circostanti la grande piazza ateniese sono arrivati autentici fiumi di gente: in tutto centomila persone.
Anche il leggendario compositore greco Mikis Theodorakis, 88 anni, autore del sirtaki e storico attivista politico era in piazza Syntagma con i dimostranti. La polizia ha sparato numerosissimi lacrimogeni e verso le 22 la piazza ha cominciato a svuotarsi. A mezzanotte, quando è giunta  la notizia che il Parlamento aveva detto sì al piano anticrisi, erano rimaste poche centinaia di persone che si sono avvicinate pericolosamente ai cordoni di polizia. Ma non è successo nulla, i poliziotti erano in netta maggioranza e la situazione (per ora) si è calmata.


All'esame del parlamento c'erano tre testi: misure per ricapitalizzare le banche elleniche, un'autorizzazione al premier Lucas Papademos per firmare gli accordi europei e un swap di titoli pubblici con le banche creditrici per cancellare 100 miliardi del debito greco, che ammonta a 350 miliardi di euro. Il nuovo piano prevede anche la facilitazione dei licenziamenti e una riduzione dei salari minimi, ma questi aspetti saranno inclusi in una legge successiva da approvare nelle prossime due settimane.
Il primo ministro Lucas Papademos ha spiegato ieri sera in tv a tutto il Paese quanto sia importante approvare le nuove misure di austerità per ottenere gli aiuti internazionali. "Sappiamo - ha detto - che questo programma impone sacrifici dolorosi ai greci, ma un default potrebbe condannare la Grecia verso un'avventura senza controllo".



I deputati hanno dibattuto sulle draconiane misure anti-crisi che saranno votate a partire dalla mezzanotte ora locale (le 23 in Italia). Il premier greco Lucas Papademos ha avvertito che se stasera bocceranno le misure di austerity chieste da Bce, Ue e Fmi per ottenere il prestito da 130 miliardi di euro, ciò porterà ad un fallimento catastrofico della Grecia, all'isolamento e all'uscita dall'euro. 
Aprendo il suo intervento in Parlamento il premier greco, Lucas Papademos, ha avvertito che i vandalismi, la violenza non debbono trovare spazio in una democrazia e pertanto non saranno tollerati
Salvo clamorosi colpi di scena, e malgrado alcune defezioni della maggioranza - come il partito di estrema destra Laos e il possibile voto contrario di alcuni deputati dei socialisti del Pasok - il 'pacchetto' dovrebbe riuscire a passare. Il governo del premier Lucas Papademos può infatti contare su un'ampia maggioranza composta dai socialisti e dai conservatori di Nuova Democrazia. 
Tra le misure che hanno provocato sdegno e rabbia tra la gente ci sono una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation, una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni. 
Drastica economia di spesa anche in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali, oltre alla vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas e acqua. In cambio, il progetto di accordo tra la Grecia e la troika (Ue, Bce e Fmi) prevede il via libera al nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro, con la possibilità di usufruire di 35 miliardi di prestiti dal fondo temporaneo salva-Stati Efsf, che andranno ad aggiungersi ai 4,5 miliardi dei ricavi dalle privatizzazioni e ai risparmi. Mercoledì è in programma a Bruxelles il cruciale Eurogruppo chiamato a dare il via libera allo stanziamento dei fondi.
Dalla Germania intanto, da mesi in Grecia il paese più odiato e messo all'indice dalla piazza come 'responsabile' della linea dura contro Atene, sono arrivate le parole del titolare delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: "La Grecia verrà salvata in un modo o nell'altro, ma deve fare i propri compiti per diventare competitiva". Secondo Schaeuble, Atene "rimarrebbe in Europa" anche se lasciasse l'euro. Ma se i governi dell'Eurozona vogliono evitare l'uscita della Grecia e sono pronti ad aiutarla, "altri non dovrebbero dare l'idea che non vogliono fare alcuno sforzo", ha aggiunto.

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