sabato 25 febbraio 2012

L’Imu sugli edifici della Chiesa cattolica: “Saremo costretti a chiudere” dicono i responsabili delle scuole salesiane



ROMA - "L'Imu ci obbliga alla chiusura. Già adesso stiamo vendendo le case di don Bosco per pagare la messa in sicurezza degli edifici, se il governo ci tartassa pure con questa imposta iniqua dovremo chiudere le nostre scuole, licenziare gli insegnanti". E' quanto afferma  il segretario nazionale Salesiani scuola, don Alberto Zanini. "Arriviamo al paradosso - aggiunge - che le scuole cattoliche non costano nulla allo Stato e devono pagare le strutture statali. Ma quale parità allora tra scuole statali e cattoliche paritarie? Qualcuno conosce il principio di sussidiarietà?".
L'Imu colpurà anche i bar degli oratori e i negozietti dei santuari, ma anche i pensionati e le cliniche gestite da religiosi. Non basterà più infatti che l'attività non commerciale sia "prevalente" per non pagare la nuova imposta che ha sostituito l'Ici. L'esenzione varrà, a partire dal 2013, solo per i locali nei quali si svolge "in modo esclusivo" attività no-profit. Salvi dunque i luoghi di culto o i locali nei quali si fa solo opera di assistenza, per fare un paio di esempi. Per gli immobili con utilizzazione mista occorrerà distinguere i metri quadrati dove si fanno commercio e guadagni e dove no. 
Le novità valgono per gli immobili della Chiesa ma non solo. Toccheranno, senza distinzioni, anche per quelli di onlus, partiti e sindacati, in pratica di tutti gli enti non commerciali, come si legge nell'emendamento del governo, firmato dal premier Mario Monti, nel quale infatti non si cita mai espressamente la Chiesa cattolica. Il gettito che arriverà - si dice dai 100 milioni (stima tesoro) a 700 milioni (stima Comuni) fino a 2 miliardi di euro - andrà al futuro calo delle tass

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