giovedì 24 luglio 2014

Senato, il ddl riforme si vota l'8 agosto, applicando la "TAGLIOLA". E poi, referendum

ROMA - Al Senato dalla riunione dei capigruppo è emerso che si voterà l'8 agosto il ddl sulle riforme e quindi il governo applicherà alla discussione la "tagiliola" ((i tempi di intervento sono contingentati: ogni gruppo ha a disposizione solo un certo numero di ore in Aula, dopodiché si può solo votare).  Proteste plateali di M5S e Lega.  Il Movimento Cinque Stelle ha abbandonato l’Aula della Camera, dove si stava discutendo del bilancio interno, per unirsi ai colleghi al Senato in segno di solidarietà e recarsi al Quirinale per manifestare il proprio dissenso.
"L'ultima parola sulle riforme sarà dei cittadini: referendum comunque! #noalibi", ha poi aggiunto il ministro Boschi su Twitter, e la dichiarazione è stata ritwittata dal premier Renzi. L'art. 138 della Costituzione prevede infatti la possibilità di richiedere il referendum costituzionale dopo la seconda votazione da parte delle camere di una legge di revisione costituzionale o di una legge costituzionale. Le camere in seconda deliberazione devono raggiungere la maggioranza assoluta, cioè è necessario il voto favorevole del 50% più 1 dei componenti la Camera. Solo qualora si raggiunga, in entrambe le Camere, la maggioranza qualificata dei 2/3 dei componenti di ogni Camera non sarà possibile richiedere il referendum. Ma non sembra questo lo scenario a Palazzo Madama. 

Gasparri: "Si vota l'8 agosto con il contingentamento" - "Entro l'otto agosto si vota con il contingentamento", ha ribadito il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, al termine della conferenza sul ddl costituzionale sulle riforme. 

Sel: "Tagliola? E' una decisione grave" - "E' una decisione grave e irresponsabile. In Aula daremo battaglia". E' il commento a caldo della senatrice di Sel, Loredana De Petris, al termine della capigruppo che ha stabilito la tagliola sul ddl costituzionale sulle riforme. Con la De Petris davanti alle telecamere si sono presentati anche i capigruppo di Lega e M5s, Centinaio e Petrocelli, che hanno definito l'esito della capigruppo "uno dei soliti giochetti di Renzi". Il leader di Sel, Nichi Vendola, ha reagito drasticamente: parlare di tagliola sulle riforme costituzionali, aveva detto, "è inimmaginabile. Spero si tratti di uno scherzo, perché veramente questo ha una puzza insopportabile".

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