giovedì 23 febbraio 2012

Il treno della morte a Buenos Aires: le vittime sono 50, i feriti 676. Grave il macchinista. Forse un guasto ai freni. Sul convoglio viaggiavano mille pendolari



Il treno si sta schiantando contro la barriera
BUENOS AIRES - Il presidente argentino ha dichiarato due giorni di lutto dopo la sciagura del  treno di pendolari finito contro la banchina alla stazione di Once a Buenos Aires, uccidendo 50 persone e ferendone altre centinaia.
"Il governo e il popolo di Argentina danno la loro solidarietà per il dolore provato dai familiari delle vittime," ha detto i Cristina Fernandez de Kirchner  in una dichiarazione. 
"Mai in vita mia avevo visto nulla di simile", ha riferito ai giornalisti il segretario ai Trasporti Juan Pablo Schiavi. Lo schianto ha causato il  ferimento di 676 persone. Le famiglia hanno invaso ospedali locali, chiedono a gran voce notizie di cari scomparsi.
"L'impatto è stato più forte tra la prima vettura e la seconda nella quale la prima è entrata per circa sei metri" ha detto Il portavoce della polizia federale Fernando Sostre .
Il treno stava viaggiando a 26 chilometri all'ora , quando è entrato in stazione, secondo Schiavi. "Non so cosa sia successo negli ultimi 40 metri", ha detto.
Il macchinista di 28 anni, ricoverato in terapia intensiva e sedato, aveva appena iniziato il suo turno ed era molto esperto: si ritiene che ci siano stati problemi con i freni del treno che hanno proiettato il convoglio contro la barriera alla stazione. Le lamiere contorte dei primi due vagoni del treno numero 3772 che sulla linea Sarmiento collega il sud-ovest umile della provincia (abitato da molte persone di origine italiana) alla stazione di Once, nel cuore di Buenos Aires, sono naturalmente  il simbolo della tragedia. Una barriera di transenne ora isola il binario due, il binario della tragedia, avvenuta in una stazione affollata alle 8.33 del mattino, ora di punta e di fuggi fuggi verso i posti di lavoro. Sul treno della morte viaggiavano almeno mille persone. Erano pendolari, stipati, accalcati, come ogni mattina.
Uno dei vigili del fuoco che ha tagliato il tetto del primo vagone, per estrarre i passeggeri in trappola e' entrato nel primo, per una profondita' di sette metri. ''Non posso parlare - dice - c'e' il direttore del Servizio di emergenza, chiedete a lui''. Poi si allontana dal gruppo e confida: ''E' stata una macelleria''. Con i suoi colleghi ha lavorato con un verricello e le barelle per estrarre uno dopo l'altro i feriti. A tre ore dall'impatto, decine erano ancora dentro, col loro bagaglio di sofferenza, annaspando in mezzo ai morti. Un militare che fa parte del servizio d'ordine si avvicina al chiosco, che si trova proprio davanti al binario due. Compra una bottiglia d'acqua. '''Stavamo facendo colazione, abbiamo sentito come un'esplosione. Abbiamo pensato ad una bomba, poi abbiamo sentito le urla e la polvere alzata dall'impatto del treno contro il marciapiede'', racconta Carolina Noguera la proprietaria del banco, che ancora non riesce a credere a quello che e' accaduto davanti ai suoi occhi.

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