lunedì 20 febbraio 2012

I pescatori uccisi in Kerala: il giallo del mercantile greco, simile alla italiana Lexie, attaccato dai pirati cinque ore dopo. Chi ha sparato e e a chi? E manca l’autopsia che chiarirebbe la provenienza dei colpi



Qui sopra la Olympic Flair. In alto la Enrica Lexie. Le strutture sono uguali
ROMA - L'"Olympic Flair", il mercantile battente bandiera greca attaccato dai pirati poche ore dopo il nostro, ma in un punto più a sud, e' simile - per colore e dimensioni dello scafo - alla Enrica Lexie. Il "giallo" dell'uccisione di due pescatori indiani si arricchisce - secondo l'AGI - di ulteriori elementi: ad una agenzia on line locale, poco prima delle 22, i sopravvissuti raccontano di essere stati colpiti da spari a circa 2 miglia nautiche dalla costa, altra strana coincidenza che autorizza a pensare che forse i pescatori avevano ragione ma che la nave da cui sarebbero partiti gli spari poteva essere un'altra.
Non solo: Guardia costiera indiana e Autorità coordinatrice del Search and Rescue, la MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) di Mumbai erano state informate dallo stesso 'Olympic Flair' ma nessuno di questi due enti istituzionali indiani - secondo l'International Chamber of Commerce - ha comunicato nulla alla stampa. Dunque, un secondo, diverso attacco di pirati, avvenuto cinque ore dopo il tentato arrembaggio alla Enrica Lexie. E' un peschereccio, quello con a bordo i due pescatori uccisi, che non sarebbe quello messo in fuga dalle raffiche di avvertimento dei marinai italiani del Nucleo militare di protezione. Non è affatto scontato che a sparare i colpi fatali siano stati i nostri maro'.
I due fucilieri italiani
Le incongruenze sono tante, e difficilmente spiegabili: dai fucilieri imbarcati sulla petroliera sarebbero stati esplosi 20 colpi, ma ben 16 avrebbero raggiunto il St.Antony, e almeno due degli altri 4 i pescatori: come dire che gli uomini del Nucleo di protezione, professionisti appartenenti ad un reparto d'elite, avrebbero sparato non semplici raffiche d'avvertimento e non a distanza di sicurezza, come impongono i protocolli e come, ad esempio, avevano fatto i loro colleghi appena due giorni prima in un'occasione analoga. Dubbi anche sull'ora dell'incidente mortale: l'attacco alla Enrica Lexie si colloca temporalmente intorno alle 16 ore locali. Ma dal report di un sito ufficiale di segnalazioni di casi di pirateria, risulta un altro attacco portato ad una petroliera al largo di Kochi verso le 21,50.
Protagoniste dell'abbordaggio, due imbarcazioni con una ventina di armati a bordo: ufficialmente non c'e' stato scontro a fuoco con la polizia, ma fa pensare che sui media indiani la notizia della morte dei due pescatori sia di poco successiva proprio a questo secondo episodio. Avvenuto - e la lista dei nodi da sciogliere si allunga - in un punto molto più a sud (una decina di km) di quello che ha coinvolto la Lexie. 
Ultimo elemento, non in ordine di importanza: i referti dell'autopsia sui corpi dei due pescatori non sono stati ancora consegnati. Potrebbero bastare a provare se e chi ha davvero sparato.



RICORSO DELLA DIFESA Intanto la difesa dei due marò italiani ha presentato ricorso per "eccezione di giurisdizione" all'Alta Corte del Kerala: i legali hanno chiesto che venga confermato che l'incidente è avvenuto in acque internazionali e non indiane, in quel caso quindi il procedimento sarebbe sotto la giuridiszione italiana.
Massimiliano Latorre, 44 anni, uno dei due fucilieri fermati, sta bene e ha potuto parlare al telefono con moglie e cognato. Lo ha riferito lo stesso cognato, Giovanni Ancona, ex ufficiale dei vigili urbani.

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