Giorgio Orsoni |
E se anche la tangentopoli veneziana è venuta a galla solo ora, c'è chi assicura che già nel 2009 era chiaro che girassero mazzette. "Avevamo la sensazione che il Mose investisse interessi e soggetti a livelli molto alti" racconta in un'intervista alla Stampa Antonio Mezzera, giudice della Corte dei Conti, che spiega come la relazione che evidenziava le criticità dell'opera veneziana, da lui istruita e redatta nel 2009, fu modificata e pubblicata in ritardo. La relazione, sottolinea il magistrato, evidenziava "mancanza di concorrenza, commistione tra magistrato delle Acque e Consorzio, controllori (i collaudatori delle opere) scelti e pagati dal controllato (il Consorzio)".
Da parte della politica, invece, arrivano condanne sul caso Mose. L' ex primo cittadino di Venezia, Paolo Costa, sentito sempre dalla Stampa, si limita a commentare che "queste cose sono oltre ogni mia immaginazione. Non ce la faccio a dire altro". Ma spiega che "ci vuole semplificazione normativa e bisogna essere veloci. Se per assegnare un appalto si impiegano dieci anni e cento delibere, la tentazione dell'imprenditore di corrompere per oliare le pratiche e quella del politico di farsi convincere e alla fine comperare diventa molto più forte".
Il governatore Luca Zaia, invece, si toglie qualche sassolino dalle scarpe, e si sfoga con Repubblica: "Se le accuse reggeranno, il quadro che ne esce è inquietante. Ancora di più pensando ai proclami e alle lezioni pubbliche che Galan dispensava a tutti noi. Dall'alto della sua prosopopea è da quattro anni che sui giornali e le televisioni pontifica su come si deve amministrare un territorio. Che noi della Lega siamo quattro cialtroni...".
Ancora a Repubblica parla il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, che pur "considerando gli scandali Expo e Mose due casi di eccezionale gravità", sottolinea come "non possiamo buttare via 4 miliardi già spesi", e bisogna tenere a mente lo "scopo del Mose: salvare Venezia. Non è più tempo di scaricare la responsabilità sugli altri per mettersi a posto la coscienza, qui il problema è assumersi le responsabilità".
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