mercoledì 18 giugno 2014

Yara, il presunto killer senza alibi. La bambina era spaventata. "qualcuno mi sta osservando". Bossetti visto in zona prima dell'omicidio

Yara Gambirasio
BERGAMO - "Qualcuno mi sta osservando". Yara Gambirasio, poche settimane prima di quel maledetto 26 novembre 2010, confidò al fratellino di non sentirsi tranquilla. Che Massimo Giuseppe Bossetti, l'uomo fermato lunedì con l'accusa di essere l'assassino della 13enne, l'avesse presa di mira? Gli investigatori non lo escludono la tesi viene rafforzata da alcuni testimoni che, dopo la svolta, hanno raccontato di aver visto Bossetti nella zona prima dell'atroce delitto. Stando  ai racconti di chi vive la zona della palestra dove la ragazzina fu rapita, emerge come il presunto killer fu notato da residenti e commercianti. L'ipotesi degli investigatori è che l'uomo avesse scelto Yara tra le ragazze che, con lei, frequentavano il centro sportivo. E successivamente messo in atto il suo piano. 

Il fermato non ha alibi - La posizione di Bossetti è aggravata dal fatto che l'uomo non ha alcun alibi. Sua moglie, che non si è sottratta all'interrogatorio nonostante ne avesse la facoltà, dice di non ricordare né dove fosse suo marito la sera della scomparsa di Yara né se cenarono insieme. 

L'investigatore: "Bastava una virgola in più o in meno..." - E' enorme la soddisfazione nel team che, dopo più di tre anni dall'assassinio di Yara, potrebbe aver risolto il caso individuando in Bossetti il killer della 13enne. "Il delitto perfetto non nasce mai da una mente diabolica ma da uno, scusi il termine, che ha un gran culo - confida il comandante del Ros che ha gestito la squadra in un 'intervista alla Stampa -. L'unico delitto perfetto è quello improvvisato. 
Il caso non è certo tra i più facili: "In fondo il killer aveva lasciato solo una traccia di Dna da confrontare con migliaia di persone. Il padre era morto, la madre non aveva un nome... Bastava una virgola in più o in meno e oggi non saremmo qui a parlarne". 

"Il killer pensava di avercela fatta" - "Dopo tre anni e mezzo, credo che Bossetti si fosse illuso di avercela fatta - continua il carabiniere -. Era tornato alla sua vita normale. Un uomo incesurato, normale, un padre modello".

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