giovedì 26 giugno 2014

Bengasi: uccisa avvocato dei diritti umani

Salwa Bugaighis vota: dopo due ore verrà uccisa
TRIPOLI - Un atto "codardo, deprecabile e vergognoso contro una donna coraggiosa e una patriota libica": così l'ambasciatore americano in Libia Safira Deborah commentando l'uccisione ieri sera nella sua casa a Bengasi dell'avvocato per i diritti umani Salwa Bugaighis. La donna, in prima fila nella difesa dei prigionieri politici durante il regime di Gheddafi, era stata insignita nel 2012 di un premio della 'Vital Voices Global Leadership Awards', una fondazione molto vicina ad Hillary Clinton.
E’ stata una vera e propria esecuzione. Cinque uomini armati che hanno fatto irruzione nella sua casa nel quartiere di Hawari della città e le hanno sparato alla testa.
Lei è stata ricoverata al Bengasi Medical Centre, ma è morta poco dopo. Era stata anche accoltellata più volte. Ferito nell’attacco un giardiniere. Suo marito, Essam Al-Ghariani, non si trova ed è stato presumibilmente rapito.
Saiwa Bugaighs era tornata a casa nel pomeriggio dopo aver votato nelle elezioni di ieri e aveva postato le immagini sulla sua pagina Facebook . Era poi apparsa per povchi minuti ad Al-Nabaa TV per pochi minuti attorno alle 18,  parlando scontri in città. Aveva detto che poteva vedere dalla sua casa sparatorie tra le forze di sicurezza e una brigata islamista. Aveva comunque invitato la gente ad andare a votare.
L'uccisione ha sconvolto Bengasi, dove lei e sua sorella Iman erano state sostenitrici e attiviste di primo piano nella rivoluzione fin dal suo inizio. Tuttavia, il suo sostegno per i diritti delle donne l'ha resa un avversario  non solo di estremisti islamici, ma anche dei Fratelli Musulmani e del Gran Mufti. Era contro l’hijab, insistendo che non era islamico e non lo era nemmeno indossare il velo.

Aveva ricevuto una serie di minacce di morte che aveva ignorato, ma dopo un tentativo riferito di uccidere suo figlio all'inizio di quest'anno era andato all'estero con tutta la famiglia. Non si sa chi l'abbia uccisa, ma i militanti islamici sono i sospettati. Era appena tornata in Libia con il marito per votare alle elezioni. Si pensa che la sua apparizione televisiva possa aver allertato i suoi assassini sul fatto che lei era tornata a Bengasi.

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