giovedì 2 febbraio 2012

Il ministro Fornero: sul mercato del lavoro dialogo con i sindacati, ma il governo andrà avanti comunque. E sul tavolo c'è anche l'articolo 18


Il ministro Elsa Fornero

ROMA - Con le parti sociali c’è «un dialogo» in corso, ma «il governo sa e farà di tutto per prendere il treno. E se lo facciamo insieme siamo contenti altrimenti il governo cercherà comunque di farlo». Lo avrebbe detto, secondo quanto trapela, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al tavolo sulla riforma del mercato del lavoro. «Abbiamo il vincolo del tempo, bisogna chiudere in due-tre settimane, e abbiamo anche il vincolo delle risorse».

«Saremo giudicati dagli italiani», avrebbe aggiunto - che hanno subito esclusioni e non hanno avuto prospettive appiattendosi su precarietà e basse aspirazioni».

 Al tavolo sono presenti per il governo anche il ministro Corrado Passera e il vice ministro Martone. Non è presente il premier Monti che lunedì' scorso aprì la riunione. Per i sindacati, siede al tavolo il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, rientrato a Roma da Torino dove ieri sera ha incontrato i vertici della Fiat. La delegazione della Uil era fino a ora è stata guidata dal segretario confederale Guglielmo Loy.

Intervenendo alla trasmissione 'La telefonata' prioma dell'avvio del tavolo,  il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha detto che «sul tavolo c'è anche l'articolo 18». «Mario Monti ha giustamente detto dall'inizio, e tutti siamo d'accordo - ha affermato il ministro commentando le affermazioni di ieri sera del premier sull'articolo 18 "dannoso" e che "crea apartheid" - che il mercato del lavoro è fatto di persone molto garantite e di persone troppo poco garantite, che sono quelle fuori. L'apartheid è proprio il concetto di un mondo diviso in due: chi è fuori è fuori e ha pochissime tutele. Bisogna quindi - ha continuato Corrado Passera - lavorare sulla riduzione dell'abuso del precariato, che nel nostro Paese è certamente una realtà. Dall'altra parte ci sono regole che in effetti rendono difficili l'entrata regolare nel mondo del lavoro, perché in taluni casi le tutele sono eccessive. La voglia di superare questa situazione per creare posti di lavoro, facilitare l'introduzione di giovani, è l'obiettivo primario del governo».

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