giovedì 4 dicembre 2014

Il procuratore capo di Rimini: PANTANI non fu ucciso


RIMINI - "Allo stato non sono emersi elementi che facciano pensare ad un omicidio". Lo ha detto il procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, che da luglio ha avviato una nuova indagine sulla morte di Marco Pantani con l'ipotesi di omicidio volontario. Ipotesi che fino ad oggi, quindi, per la Procura di Rimini, non ha trovato riscontro negli interrogatori e nella nuova perizia medico legale affidata al professor Franco Tagliaro. Proprio le conclusioni a cui giunge il noto esperto in tossicologia dell'Università di Verona - al quale Giovagnoli ha affidato la super perizia che ha messo a confronto la relazione di Giuseppe Fortuni (il patologo che 10 anni fa fece l'autopsia sulla salma del ciclista) e quella del professor Francesco Maria Avato sulla quale poggia l'esposto della famiglia - metterebbe un punto fermo su tutta l'inchiesta. Ossia Pantani non fu ucciso. Non vi fu coercizione da parte di terzi, ma la cocaina l'assunse spontaneamente. L'abuso della sostanza unita ai farmaci antidepressivi provocò la morte del "pirata".

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