domenica 14 dicembre 2014

RENZI: non ha senso il voto a ogni intoppo. Serve il coraggio di andare avanti

ROMA - “Non ha senso tornare a votare a ogni intoppo. Serve il coraggio e la voglia di andare avanti sul serio". Così Matteo Renzi all’assemblea Pd. "Pensate che" andare al voto "sia l'obiettivo di una forza politica che ha detto in tutte le lingue che vuole cambiare il Paese senza cambiare i parlamentari? Ha senso, Fassina? Per me no", afferma. "Non sono affezionato a un principio di obbedienza, in un partito sta insieme sulla base del principio di lealtà. Si può discutere di tutto ma se ci sono elementi di coscienza non siano organizzati per correnti, non siano usati per dare un segnale e mandare sotto il governo utilizzando una questione costituzionale".  "Io contesto - prosegue - che ci sia un racconto mitologico e nostalgico dell'Ulivo quando quell'esperienza politica è stata sostanzialmente mandata a casa da nostri errori e nostre divisioni. Contesto l'idea di fare un santino senza riconoscere la responsabilità di quanto accadde nell'ottobre del 1998". 
 "Il Pd non è un partito che va avanti a colpi di maggioranza ma sia chiaro che non starà fermo per i diktat della minoranza. Abbiamo il dovere di corrispondere all'impegno preso con gli italiani e non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico". Così Renzi in un altro passaggio dell’ assemblea Pd. "Il cantiere è il luogo che attrae di più i cittadini, specie quelli che non hanno molto da fare e stanno lì a mugugnare. Il Pd non si metta a osservare i cantieri: li faccia. Noi siamo quelli che cambiano l'Italia, non quelli che stanno a mugugnare su quelli che cambiano l'Italia". Lo dice il premier Matteo Renzi all'assemblea Pd.
"Chi è disonesto - aggiunge - non può camminare con il Pd, dobbiamo essere molto duri anche al nostro interno. Chi sbaglia paga anche nel Pd. Non tutti gli onesti votano Pd ma chi sta nel Pd deve avere onestà come punto fondamentale".
Poi dice: "So bene che non tutti sono d'accordo sul Jobs act. Mi piacerebbe che almeno fosse letto il testo del Jobs act, che ci fosse uno sguardo non ideologico, una discussione nel merito. Sull'articolo 18 l'abbiamo pensata in modo diverso, ormai è andata, ognuno tiene la propria opinione ma ormai è chiusa".
"Il Pd non è il partito della nazione perché immagina chissà quali strane mutazioni genetiche, ma perché avere quei colori vuol dire che il Pd non si accontenta di vedere i sogni dell'Italia stuprati da anni di mal governo", aggiunge.  
Grazie al Pd è "sparito dallo scenario politico colui che dettava l'agenda un anno fa, Beppe Grillo. Grazie al nostro risultato abbiamo restituito il suo talento alla comicità: andrà in tour, in bocca al lupo", ironizza Renzi 
"Non sono minimamente preoccupato per questo Parlamento: è tranquillamente nelle condizioni di eleggere il successore di Napolitano quando sarà il momento. Il fatto che nel 2013 sia fallito il colpo, non significa che oggi non sia stata imparata quella lezione", aggiunge Renzi, prima di annunciare: "La settimana prossima scriveremo un decreto che riguarderà l'Ilva ma non solo, riguarderà il porto e meraviglie culturali per la città" di Taranto.
"Io non sono solo indignato, sono schifato" da quanto emerge dall'inchiesta Mafia capitale. "Se siamo un Paese serio - continua il premier - l'indignazione e lo schifo non ci basta. Chiedo ai magistrati di arrivare velocemente ai processi e alle sentenze"
E poi: "Chi vuol cambiare il segretario si può mettere il cuore in pace, ha tempo da qui al 2017, chi vuole cambiare il capo del governo, si metta cuore in pace, ha tempo da qui fino al 2018. Ma chi vuole cambiare l'Italia non perda un secondo". 
Fassina a Renzi, basta scaricabarile se vuoi voto, dillo - "Se vuoi andare ad elezioni dillo, smettila di scaricare la responsabilità sulle spalle degli altri. La minoranza non fa diktat e non vuole andare al voto prima del 2018. Non ti permetto più di fare caricature di chi la pensa diversamente da te, è inaccettabile". Così Stefano Fassino si era rivolto a muso duro, a Matteo Renzi prima della replica del segretario.
Cuperlo, scissione? Accantoniamo questa parola - "Scissione? Accantoniamo questa parola, facciamo finta che non sia mai stata pronunciata. Il Pd è la nostra famiglia e qui noi vogliamo restare anche se non è ancora il partito che avevamo immaginato e l'inchiesta Mafia Capitale lo dimostra". Così Gianni Cuperlo a margine dell'assemblea del Pd.  "Matteo hai ragione a rivendicare il primato politica, ma non è mai esistito tale primato se è separata dalla società. Le piazze non sono mai stato il nostro nemico, il nostro avversario, e non potranno diventarlo", sottolinea Cuperlo, rivolgendosi direttamente a Renzi. 

Civati, scissione? Cruciale elezione capo Stato - "Scissione? Un passaggio cruciale sarà quello dell'elezione del capo dello Stato, un momento dove sarà il caso di eleggere una figura di alto profilo per le istituzioni". Così Pippo Civati arrivando all'assemblea del Pd. A chi gli chiedeva se avesse un nome da proporre Civati ha risposto: "Io sono affezionato a un bolognese... però l'esempio da seguire è proprio quello lì". "Se Renzi ci attacca risponderemo andando all'attacco. Le minoranze non hanno complotti in mente, vogliono solo fare le cose meglio. Renzi accetti qualche consiglio. La mia minoranza come quella di D'Alema? Non credo proprio - ha risposto - perché ci distinguono tutte le cose del mondo".

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