sabato 22 settembre 2012

Bengasi: la popolazione assalta le caserme delle milizie salafite antigovernative, responsabili della morte del console Usa, e le costringono alla fuga. Quattro morti

L'assalto a una caserma

BENGASI - Almeno quattro persone sono state uccise nella città libica di Bengasi dopo che la popolazione ha preso d’assalto le basi di diverse milizie salafite anto-governo, da più parti indicate come responsabii del sanguinoso attacco al consolato Usa.
 Gli scontri sono cominciati al termine di una manifestazione che ha riunito 30mila persone per protestare contro le milizie armate e rendere omaggio all'ambasciatore americano Chris Stevens, rimasto ucciso nell'attacco dell'11 settembre insieme con un altro funzionario Usa, due marines e alcuni libici.Il cosiddetto ''Giorno del salvataggio di Bengasi'', come e' stata definita la manifestazione, era stato organizzato con l'appoggio delle autorita' per denunciare l'estremismo e la violenza e per incoraggiare il governo a sciogliere i gruppi armati che si sono rifiutati di consegnare le armi.
Per primo,  è stato accerchiato in centro città il quartier generale del gruppo islamico Ansar al-Sharia, principale sospettato di coinvolgimento nell’attacco agli uffici Usa.
I testimoni dicono che i sostenitori di Ansar al-Sharia sono fuggiti, di fronte alla folla. Hanno prima sparato in aria per cercare di disperdere i manifestanti, ma poi  se ne sono andati con le armi dopo la base era stata circondata da ondate di persone che gridavano "no alle milizie”. Edifici e un’auto sono stati incendiati. 
A questo punto però la situazione è sfuggita di mano. I manifestanti armati si sono diretti verso le caserme di altre milizie islamiche, queste pero' fedeli al governo. La folla inferocita non ha fatto differenza. La 'Brigata 17 febbraio' e la milizia 'Scudo della Libia' sono state cacciate dalle loro sedi senza tanti problemi.
Poi i manifestanti si sono spostati davanti alla sede della Brigata Sahaty, a 15 chilometri dal centro e qui tre persone sono state uccise e almeno 20 ferite. C’è stata una violentissima sparatoria durata due ore nella notte, prima che la brigata decidesse di andarsene.
I manifestanti hanno poi dato fuoco a uno dei principali edifici e saccheggiato un deposito di armi. Un'altra persona è stata uccisa e altri 20 ferite in altri incidenti, hanno riferito fonti ospedaliere
Alti funzionari libici dicono che la gente dovrebbe distinguere tra le milizie ribelli canaglia e i miizianii onesti che hanno contribuito a controllare la città in rivolta  contro il Colonnello Muammar Gheddafi.
C'è stata un'ondata crescente di ostilità nei confronti delle milizie da quando ambasciatore degli Stati Uniti Chris Stevens e altri tre americani sono morti durante l'attacco dell'11 settembre al consolato di Bengasi.
"Io non voglio vedere uomini armati che indossano abiti in stile afgano che mi fermano in strada per darmi ordini, voglio solo vedere la gente in divisa", ha detto lo studente universitario Omar Mohammed, che ha preso parte all’attacco del compound di Ansar al-Sharia. Molti libici hanno espresso sdegno per l'attacco al consolato degli Stati Uniti, che era seguita a una protesta scatenata da un anti-Islam film realizzato negli Stati Uniti.
Il Governo ad interim della Libia da allora ha iniziato una pressione rinnovata e intensa per tenere a freno le milizie ben armate dei gruppi estremisti ben armate milizie per constringerke a sciogliersi.
Laì marcia di ieri era stata la più grande vista a Bengasi - considerata il cuore della rivolta della Libia - dalla deposizione di Gheddafi .
Gruppi di miliziani armati che hanno contribuito a sconfiggere Gheddafi rimanono al potere in molte parti del paese.
Essi sono meglio armati e più numerosi dell’esercito ufficiale libico. All'inizio di questa settimana le autorità in Libia ha arrestato circa 50 persone in connessione con l'attacco al consolato americano.




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