ROMA - Sono due le vittime della sparatoria avvenuta poco dopo le 17 in Via Antonio Forni a Ostia.
La prima vittima e' morta sul colpo mentre la seconda e' deceduta poco dopo l'arrivo all'ospedale Grassi di Ostia. Sono in corso gli accertamenti per chiarire quanto avvenuto.
La prima vittima e' morta sul colpo mentre la seconda e' deceduta poco dopo l'arrivo all'ospedale Grassi di Ostia. Sono in corso gli accertamenti per chiarire quanto avvenuto.
Le due vittime sono due uomini sui 35-40 anni, italiani. Uno e' stato trovato dalle forze dell'ordine gia' morto, steso sull'asfalto in via del Sommergibile, l'altro era agonizzante a 50 metri di distanza, in via Forni, ed e' stato caricato su un'ambulanza del 118 per essere portato all'ospedale Grassi, ma e' morto prima di raggiungere il nosocomio.
Erano due boss di quartiere conosciuti come componenti della 'banda di Ostia', le vittime della sparatoria I due potrebbero essere stati entrambi vittime di un agguato. Si tratta di Francesco Antonini, detto 'Sorcanera', e Giovanni Galleoni, soprannominato 'Baficchio'. I due avevano precedenti per associazione di stampo mafioso finalizzata al gioco d'azzardo, usura, estorsione e traffico di droga. Erano legati a soggetti appartenenti alla vecchia banda della Magliana. In passato Galleoni e Antonini erano stati coinvolti in alcune indagini della squadra mobile di Roma. La polizia, che sta ascoltando i testimoni, ha fermato alcune persone a bordo di un'auto con il lunotto infranto: secondo quanto si è appreso, potrebbe trattarsi di due operai che stavano eseguendo dei lavori di ristrutturazione all'interno del locale dove è stata trovata una delle vittime e sono scappati subito dopo la sparatoria.
Galleoni e Antonini erano stati arrestati nel 2004 dalla squadra mobile di Roma assieme ad altre 16 persone, nell'operazione 'Anco Marzio', quando fu individuata un'organizzazione costituita e diretta da ex appartenenti alla banda della Magliana che agivano sulle coste laziali. I metodi comprendevano l'uso di armi, di esplosivi e di congegni con innesti a distanza, senza trascurare violenze, intimidazioni e traffici illeciti, con caratteristiche riconducibili all'associazione di stampo mafioso. Con l'arresto del latitante Emidio Salomone, scappato in Danimarca, nel gennaio del 2005 si concluse definitivamente l'operazione.
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