domenica 27 novembre 2011

"Furore" del Pakistan per l'attacco della Nato al posto di blocco dei soldati alla frontiera

Manifestazione anti Nato a Lahore
ISLAMABAD - In una telefonata tra il ministro degli esteri pachistano, Hina Rabbani Khar, al segretario di stato americano Hillary Clinton, Islamabad ha espresso oggi agli Stati Uniti tutto il suo ''furore'' per l'attacco di ieri da parte della Nato in Afghanistan, che ha ucciso 26 soldati pachistani alla frontiera. In seguito all'attacco il Pakistan ha anche annunciato che rivedra' tutti i suoi accordi con Washington e la Nato. Il governo pakistano ha dato agli Stati Uniti quindici giorni di tempo per lasciare una sua base militare nella provincia del Balochistan. Il ministero degli Esteri ha inoltre convocato Cameron Munter, l'ambasciatore Usa a Islamabad, per "presentare una forte protesta" contro l'attacco.
Il checkpoint che è stato attaccato era stato recentemente istituito nell'area tribale di Mohmand da parte dell'esercito del Pakistan per impedire ai combattenti talebani asserragliati in Afghanistan, di attraversare la frontiera e operare attacchi, e attentati.  
Davanti al consolato degli Stati Uniti a Karachi si sono radunate migliaia di persone al grido di "morte all'America", "fuori da Pakistan".
  Manifestazioni di protesta e bandiere Usa bruciate anche a Multan dove il deputato di opposizione Jarved Hashmi ha chiesto in un intervento in piazza al governo di "porre fine all'alleanza con gli Usa nella guerra del terrore". Duecento attivisti hanno sfilato anche per le strade di Islamabad con slogan e striscioni anti-Usa

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