mercoledì 30 novembre 2011

L’Europa giudica “una buona base per le riforme” le misure anticrisi dell’Italia. Si va verso cifre tra i 20 e i 25 miliardi


ROMA - Siamo entrati nei dieci giorni critici per l'euro": lo ha detto il commissario agli Affari economici Olli Rehn, entrando al consiglio Ecofin.
Il Pil italiano frena e l'Europa chiede all'Italia misure aggiuntive urgenti e di almeno 11 miliardi, ma la cifra è ancora "oggetto di quantificazione da parte del governo", per raggiungere il pareggio di bilancio al 2013 e rilanciare la crescita. Al termine dell'eurogruppo di ieri i vertici Ue Jean Claude Juncker e Olli Rehn giudicano con favore le misure presentate dal premier Mario Monti come "una buona base per le riforme". 
Ai partner Ue il premier ha assicurato che il governo prenderà le necessarie decisioni per centrare l'obiettivo al 2013. L'Ue non commenta le cifre circolate in queste ore e che oscillano fra gli 11 ai 20 miliardi ma pensa che siano ora necessarie nuove misure per colmare il gap determinato dal calo del Pil "che il governo italiano sta quantificando" affiancato dalla Commissione. Si tratta, chiosa Rehn di una misura "essenziale per garantire stabilità finanziaria, fiducia degli operatori e per invertire la tendenza negativa del debito"
In Italia si lavora a una manovra da 20-25 miliardi. Secondo quanto si apprende da fonti tecniche, potrebbe essere questa l'entita' della correzione che servirebbe per centrare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 nel caso in cui a Bruxelles, il premier Mario Monti, non riesca a ottenere che si scomputi in parte dai conti pubblici l'effetto da attribuire al peggioramento del ciclo economico. 
Nel caso in cui, invece, dall'Europa dovesse arrivare un'indicazione meno restrittiva, la manovra sarebbe più contenuta e scenderebbe a 13-15 miliardi. A confermare il peggioramento del quadro economico le stime diffuse ieri dall'Ocse che ha indicato una contrazione del Pil dello 0,5% per il 2012 contro un aumento dello 0,6% previsto dal governo Berlusconi e dello 0,1% stimato dalla Commissione europea.
Nel pacchetto di misure che approdera' lunedi' il Cdm, sembra certo un ritorno dell'Ici sulla prima casa nella versione della super-Imu, la futura imposta municipale, agganciata a una rivalutazione delle rendite catastali che dovrebbe attestarsi al 15% del valore di mercato, con risparmi per circa 5 miliardi. 
Si valuta anche un nuovo aumento dell'Iva con un ritocco dell'aliquota ordinaria oggi al 21% e di quella agevolata al 10% che potrebbe garantire tra i 6 e gli 8 miliardi. 
Nel menu' delle misure anche interventi di contrasto all'evasione a partire dalla stretta sull'utilizzo del contante attraverso un abbassamento della soglia di tracciabilita' a 300-500 euro
Sul fronte pensioni, la riforma piu' strutturale dovrebbe essere rinviata ai primi di gennaio, dopo l'avvio del confronto con le parti sociali, ma si punta ad anticipare alcuni interventi temporanei per frenare subito la spesa. 
L'ipotesi su cui ci si sta orientando e' quella del blocco delle perequazione automatica degli assegni, ossia l'adeguamento al costo della vita che scatta ogni anno. Il governo sta inoltre valutando un aumento del requisito contributivo oltre i 40 anni e l'introduzione anche per questo tipo di pensioni di un requisito anagrafico in modo da arrivare a quota (somma di eta' e contributi) 100 o addirittura 102. 
Poi dovrebbero arrivare gli interventi piu' strutturali come il passaggio al contributivo pro-rata per tutti e l'anticipazione dell'adeguamento dell'eta' pensionistica delle donne che lavorano nel settore privato a quella degli uomini. Al momento l'inizio del percorso e' fissato per il 2014 con conclusione nel 2026.
Potrebbe arrivare anche un giro di vite per le pensioni anticipate. Escluso, almeno per il momento, il ricorso alla patrimoniale in versione soft con un prelievo sopra il milione di euro. Misura a cui si oppone il Pdl. 
Ma il pacchetto conterra' anche interventi per la crescita: liberalizzazioni dei servizi, anche mediante il rafforzamento dei poteri dell'Antitrust, dismissioni e semplificazioni. Tra le ipotesi anche una riduzione del carico fiscale sul lavoro per le imprese

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