martedì 2 ottobre 2012

L’ex maggiordomo del Papa: sono innocente. E accusa la Gendarmeria di abusi in carcere


ROMA - "Riguardo al furto aggravato mi dichiaro innocente. Mi sento colpevole per aver tradito la fiducia che aveva riposto in me il Santo Padre, che io sento di amare come un figlio". E' quanto ha affermato Paolo Gabriele, ex maggiordomo di Benedetto XVI, nella sua deposizione al processo che lo vede accusato del furto di carte riservate di documenti di Benedetto XVI. 
Nel tempo "ho maturato la convinzione che è facile manipolare la persona che ha un potere decisionale così enorme", ha detto Paolo Gabriele nell'interrogatorio di oggi riferendosi al Papa. "A volte - ha aggiunto -, quando sedevamo a tavola, il Papa faceva domande su cose di cui doveva essere informato"."Non sono stato solo io nel corso di questi anni a fornire documenti alla stampa", ha aggiunto Gabriele."Non ho avuto complici, nel modo più assoluto", ha affermato l'ex maggiordomo papale. Gabriele ha ribadito di aver agito da solo nel fotocopiare documenti che si trovavano nella segreteria particolare di Benedetto XVI.
In seguito alle affermazioni del difensore Cristiana Arru nel processo a carico di Paolo Gabriele e su invito del presidente del collegio giudicante Giuseppe Dalla Torre, il promotore di giustizia vaticano Nicola Picardi ha aperto un fascicolo per accertare se ci siano stati eventuali abusi nella detenzione dell'imputato. Gabriele ha riferito di essere stato rinchiuso, nel primo periodo dopo l'arresto del 23 maggio scorso, in una minuscola cella "in cui non potevo neanche allargare le braccia". L'avvocato Arru ha sottolineato che la permanenza in quella cella è durata "una ventina di giorni": "forse neanche", ha replicato il promotore di giustizia Nicola Picardi. Gabriele, sempre su domanda del suo legale, ha anche sottolineato di essere rimasto per i primi 15-20 giorni di detenzione con la luce accesa 24 ore su 24. "Non c'era interruttore - ha spiegato -. La luce era accesa 24 ore e questo mi ha anche causato un abbassamento della vista". All'imputato è stato anche chiesto se avesse subito pressioni. "La prima notte sì - ha risposto -, mi è stato anche negato il cuscino". Il presidente del collegio giudicante Giuseppe Dalla Torre ha quindi indicato all'avvocato difensore di "presentare una denuncia a parte" su queste vicende e ha invitato il promotore di giustizia Picardi ad aprire un fascicolo per accertare se ci siano stati "abusi" nella detenzione di Gabriele, invito subito raccolto dal rappresentante dell'accusa.

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