giovedì 26 gennaio 2012

Siamo un popolo di depressi. E così 'Italia è bloccata. Lo dice l'Eurispes


 ROMA - L'Italia vive un generale "senso di depressione", e la responsabilita' e' di tutti. Classe dirigente e società, per coprire a vicenda i propri interessi, hanno siglato tra loro una sorta di patto di non belligeranza che di fatto blocca il Paese. E' quanto sostiene l'Eurispes nella premessa al Rapporto 2012 che viene pubblicato oggi.
  Secondo il presidente dell'istituto di ricerca, Gian Maria Fara, la crisi che sta attraversando il Paese "mette in discussione le certezze e i risultati raggiunti dalla societa' italiana nel corso degli ultimi decenni".
"Il Paese - afferma Fara - vive un generale senso di depressione che attraversa tutte le classi sociali: i poveri perchè vedono allontanarsi la possibilita' di migliorare la loro situazione economica; i ceti medi perché hanno paura di una progressiva proletarizzazione; i ricchi perché si sentono criminalizzati e hanno persino timore di mostrare il proprio status". La responsabilità appartiene a quella che Fara definisce "la classe dirigente generale" della quale fanno parte imprenditori, elites culturali, manager pubblici e privati; sindacalisti, i grandi commis dello Stato, magistrati, professori, uomini dell'informazione e della ricerca.
"Una classe dirigente generale che dovrebbe produrre buoni esempi" e che invece "costituisce un blocco solidale e separato dal resto del Paese, articolato sul modello feudale, che non ha nessuna intenzione di rinunciare, neppure in piccola parte, ai privilegi conquistati".

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