mercoledì 6 agosto 2014

BUENOS AIRES - La presidente delle Nonne di Plaza de Nayo ritrova il nipote, desaparecito 37 anni fa


Estela dew Carlotto, a destra, durante la conferenza stampa
Il nipote Guido Carlotto
BUENOS AIRES - Dopo 35 anni di lotta instancabile, di ricerca continua e di militanza ostinata Estela de Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo e una delle più note militanti per i diritti umani in Argentina, ha potuto ritrovare finalmente suo nipote Guido, nato in un centro clandestino di detenzione durante la dittatura militare (1976-83). Responsabile da anni dell'organizzazione delle "Nonne", che si occupa di rintracciare i bambini prelevati ai genitori "desaparecidos" - una pratica comune durante gli anni bui della repressione militare, durante i quali oltre 500 neonati sono stati tolti dopo il parto alle proprie madri rapite, per essere successivamente consegnati ad altri - ora Carlotto, a 83 anni, è riuscita a ritrovare anche il suo nipote.
Ha mostrato la sua gioia in una conferenza presso la sede della Fondazione delle nonne. "Prima di tutto voglio condividere con voi questa grande gioia che mi dà la vita di oggi. Ho trovato quello che cercavo, e ora stiamo in  famiglia con i miei nipoti e pronipoti. Dico a Laura, mia figlia  assassinata, che la sua mamma ha vinto una lunga battaglia. Non volevo morire prima di riuscire ad abbracciarlo".
Il figlio minore di Carlotto, che si chiama anche lui Guido, ha detto che suo nipote "si è presentato volontariamente: aveva dei dubbi e ha voluto farsi fare la prova del Dna". Il CONADI ha preso il caso e ha ordinato l'analisi genetica attraverso la Banca Dati Nazionale, che è stata eseguita 14 giorni fa, dando un risultato positivo del 99,9%, che ha comunicato al giudice federale Maria Romilda Servini di Cubría. 

Il giudice ha subito dato alla Carlotto la gradita notizia che ha permesso al capo delle Nonne incontrare suo nipote, dopo 37 anni. Nato in cattività, Guido è il figlio di Laura Carlotto, rapita e uccisa dalla dittatura militare . Laura era una studentessa di Storia all’Università Nazionale di La Plata, iscritta alla peronista Università della Gioventù (JUP). Nel tardo novembre 1977 Laura era stata rapita, incinta di circa tre mesi. La ragazza, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, è stata mantenuta in vita nel centro di detenzione segreta La Cacha a La Plata, per dare alla luce il bambino presso l'Ospedale Militare di Buenos Aires il 26 giugno 1978. La ragazza era i riuscita a far sapere alla madre che era viva e che se suo figlio fosse stato maschio lo avrebbe chiamato Guido, come il padre. E' a causa della vicenda di sua figlia Laura che Estela de Carlotto, che fino ad allora era una maestra elementare senza alcun impegno politico, ha dedicato la sua vita alla militanza per i diritti umani, concentrandosi sulla ricerca dei bambini dei desaparecidos. Due mesi dopo la nascita del nipotino, nell'agosto del 1978, i militari l'hanno convocata per consegnarle il cadavere della figlia - "quasi un privilegio", ha raccontato lei anni dopo - uccisa con una raffica di mitra sparata alle spalle. Da allora la nonna addolorata è diventata una nonna militante. E 35 anni dopo, la sua ricerca, come quella dei parenti di altri 110 bambini sequestrati ai desaparecidos, si è finalmente conclusa.

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