giovedì 29 novembre 2012

Il marasma Pdl: le primarie? Non si fanno più




ROMA - Nuovo colpo di scena nel Pdl, che sarebbe ormai pronto a rinunciare alle sue primarie. Pesano la contrarietà di Berlusconi e l'esigenza di tenere unito un partito comunque da rilanciare. Il 16 dicembre forse una convention. Il motivo principale è evitare una scissione fra Berlusconi, i suoi fedelissimi e la parte del partito che segue Alfano
Ieri il segretario aveva rilanciato a Berlusconi l'appello di rifondare il partito "nell'unità e nel rinnovamento". E sulle primarie aveva aggiunto:"Sono state  fissate per la sua successione, se c'è lui.... Io intanto proseguo la mia campagna elettorale". 
Inoltre l'iniziale annuncio della nuova Forza Italia da parte di Berlsconi, annuncio che doveva essere fatto oggi, sembra ormai slittato a dopo l'esito delle primarie del Pd
Tra le ipotesi in campo su cui si sta discutendo in queste ore per evitare il 'big bang' rispunta anche 'Centrodestra italiano', ovvero un nuovo partito che nasca dalle ceneri del Pdl.
  Azzeramento degli attuali vertici, nuovo nome e simbolo, classe dirigente da svecchiare e rinnovare con facce fresche, niente professionisti della politica salvo rare eccezioni, una struttura piu' snella e un lancio secondo tutti i crismi attraverso una grande convention (prima di Natale) che pero' non abbia nulla a che fare con i vecchi riti dei congressi fondativi. Silvio Berlusconi e' sempre meno intenzionato ad andare a una frattura traumatica, anche se il Cavaliere non avrebbe abbandonato l'idea di ridiscendere in campo e candidarsi: la partita decisiva, viene spiegato, si gioca sul fronte della riforma elettorale. Il  Cavaliere vuole vederci chiaro, pronto in qualsiasi momento a ritirare fuori dal cilindro la riedizione di Forza Italia: tra i timori, viene riferito, il ritrovarsi nuovamente - nonostante il profondo 'reset' del Pdl - con un partito che resti intrappolato negli stessi meccanismi che, a dire dell'ex premier, sono stati la rovina del Popolo delle Liberta'. Il punto, e' il ragionamento dell'ex presidente del Consiglio, e' che non basta cambiare nome e simbolo se poi gli uomini e gli schemi restano gli stessi con le stesse dinamiche. Tanto che tra le condizioni poste dall'ex premier ci sarebbe anche quella di rivoluzionare gli equilibri interni: basta 'quote', basta 'zavorre', si riparte da zero. Ipotesi che ha messo in allarme gli ex An (La Russa conferma che se torna Fi loro andranno per un'altra strada), ma che fa traballare anche molti ex Fi non piu' vicinissimi al Cavaliere che vedono sfumare anche le residue possibilita' di accaparrarsi un seggio.


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