sabato 31 marzo 2012

Preso in Thailandia uno dei boss di Cosa Nostra. "Beccato" anche grazie a facebook


Vito Roberto Palazzolo

BANGKOK - La polizia thailandese ha arrestato ieri sera all'aeroporto di Bangkok Vito Roberto Palazzolo, considerato uno dei boss di Cosa nostra. Palazzolo, da tempo latitante, è stato bloccato grazie ad un'operazione dell'Interpol mentre si preparava a lasciare il Paese ed è tuttora detenuto presso lo scalo. E'  ritenuto il tesoriere di Toto' Riina e Bernardo Provenzano. Il boss condannato a nove anni per associazione mafiosa, dal Sudafrica - paese che ha sempre detto no all'estradizione - si era spostato a Hong Kong, poi in Tahilandia per sfuggire a una richiesta d'arresto temporaneo che inseguiva il manager di Cosa nostra che, secondo gli investigatori, riciclava grandi somme della mafia. Palazzolo,alias Robert von Palace Kolbatschenko, rimasto lontanissimo dalla Sicilia, nella sua dimora dorata di Franschhoek, a Citta' del Capo, che gia' trent'anni fa Giovanni Falcone cercava, e' considerato un cittadino sudafricano.
La Thailandia ha consentito il fermo e "la contestuale traduzione in Italia per la consegna alle autorita' competenti". 
Dalla sua parte il boss-manager ha il pronunciamento del 2010 dell'Alta corte del Sudafrica che aveva negato l'estradizione chiesta dall'Italia, nonostante pesasse su di lui una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa del 2006, divenuta definitiva in Cassazione nel 2009. I giudici avevano ribadito che in Sudafrica non e' riconosciuto il reato associativo, cosi' come concepito in Italia.
La localizzazione e la cattura di Palazzolo, secondo quanto riferisce il Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, e' stata possibile grazie alle attivita' info-investigative del Reparto Operativo di Palermo, del Raggruppamento Operativo Speciale di Roma e dalla Squadra mobile di Palermo, che hanno operato in sinergia con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma. In particolare il Nucleo Investigativo, a partire dal mese di gennaio 2012 e in collaborazione con il Ros, ha avviato una serie di attivita', coordinate dalla Dda, anche attraverso intercettazioni telematiche (profili Facebook e di altri social network riferibili al latitante e al nucleo familiare), nonche' tramite l'acquisizione di notizie da fonti confidenziali, che hanno consentito di documentare il viaggio di Palazzolo in Thailandia e a Bangkok.
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