giovedì 27 ottobre 2011

Ok dall'Eurogruppo all'Italia: "apprezziamo l'impegno ad attuare le riforme strutturali". E approva un pacchetto completo di misure anticrisi

BRUXELLES -  E' servita tutta la notte ai leader dell'Eurogruppo per arrivare, alle 4 passate, a chiudere con risultati concreti l'atteso vertice per affrontare la crisi dell'Eurozona. Potenziamento del fondo salva-Stati, che disporra' di risorse fino a mille miliardi grazie all'"effetto leva"; una soluzione per la Grecia, che potra' ridurre il suo debito grazie all'impegno degli investitori privati e a un nuovo piano di aiuti; un maggiore consolidamento dei bilanci pubblici e infine un apprezzamento per le misure presentate dall'Italia.  C'è dunque un accordo su un pacchetto completo di misure anti-crisi che mettera' in sicurezza le banche attraverso ricapitalizzazioni per 106 miliardi di euro, dara' certezza ai Paesi a rischio con il fondo salva-Stati da oltre 1.000 miliardi e salvera' la Grecia con nuovi aiuti per 130 miliardi, facendo pagare un prezzo maggiore alle banche (riduzione del 50% dei rendimenti) esposte con Atene per ridurre il debito del Paese.
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 "Accogliamo con favore i programmi dell'Italia per le riforme strutturali finalizzate a rafforzare la crescita e per la strategia di consolidamento fiscale, cosi' come delineate nella lettera inviata ai Presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione Europea ed invitiamo l'Italia a presentare urgentemente un ambizioso calendario per queste riforme.Apprezziamo l'impegno dell'Italia a raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 e un surplus di bilancio strutturale nel 2014, portando ad una riduzione dell'indebitamento pubblico al 113% del PIL nel 2014, cosi' come la prevista introduzione della regola del pareggio di bilancio nella Costituzione entro la meta' del 2012". E' l'incipit del paragrafo che riguarda l'Italia nelle conclusioni del vertice Ue e che ha avuto disco verde dai capi di Stato e di governo dell'Eurogruppo. 
"Invitiamo l'Italia - si legge ancora - a attuare le proposte riforme strutturali per aumentare la competitivita' riducendo i vincoli burocratici, abolendo le tariffe minime nei servizi professionali e liberalizzando ulteriormente i servizi pubblici e le utilities. Prendiamo nota dell'impegno dell'Italia a riformare la legislazione del lavoro e in particolare le regole e le procedure dei licenziamenti e a rivedere l'attuale frammentato sistema di ammortizzatori sociali entro la fine del 2011, tenendo conto dei limiti delle finanze pubbliche. Prendiamo nota del piano di innalzare l'eta' pensionabile a 67 anni entro il 2026 e raccomandiamo una rapida definizione dell'iter per raggiungere questo obiettivo". "Sosteniamo l'intenzione dell'Italia di rivedere i programmi dei fondi strutturali ridefinendo le priorita' dei progetti e concentrandosi sull'istruzione, l'occupazione, l'agenda digitale e le reti infrastrutturali e ferroviarie con l'obiettivo di migliorare le condizioni per favorire la crescita e ridurre il divario regionale", e' la stesura del paragrafo che si chiude cosi': "Invitiamo la Commissione a presentare una valutazione dettagliata delle misure e a monitorarne l'attuazione"


I contenuti della lettera d'intenti
Licenziamenti più facili, stretta sulle pensioni, privatizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico. È un menu molto pesante il piano di riforme presentato dal governo per rassicurare l'Europa sul risanamento dei conti pubblici e il sostegno alla crescita. Un documento in tre parti (più premessa e conclusioni) che compone un pacchetto di misure, alcune più aggressive altre meno, unite a un calendario per la concreta realizzazione, con l'impegno a definire già per il 15 novembre un piano d'azione. Un progetto destinato però a sollevare dure reazioni, a cominciare dai sindacati, già pronti alle barricate. 

"Caro Herman, caro Josè Manuel": inizia così, con un saluto confindenziale del premier Silvio Berlusconi, la lettera destinata al presidente del Consiglio europeo Van Rompuy e a quello della commissione Ue Barroso. Una lettera, spiega Berlusconi, "che descrive la situazione economico-finanziaria italiana e illustra le misure che intendiamo adottare per una finanza pubblica sostenibile e per creare condizioni strutturali favorevoli alla crescita". 

Con un calendario preciso, per la metà del 2012 il volto del Paese potrebbe cambiare in maniera profonda. Soprattutto se saranno realizzate misure di forte impatto sociale come quelle sul lavoro, che prevedono la possibilità di licenziare per motivi economici i dipendenti con contratti a tempo indeterminato. Interventi - come l'accelerazione sul fronte delle liberalizzazioni e la riforma dell'architettura costituzionale dello Stato - cui si uniranno i tagli drastici per "una finanza pubblica sostenibile". 

La tabella di marcia
Il governo italiano indica una tabella di marcia: entro il 15 novembre il piano di crescita. Inoltre sono 4 le direttrici, nei prossimi 8 mesi, su cui il governo intende operare: 
- Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all'attivita' economica, cosi' da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori; 
- Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese; 
- Entro 6 mesi, l'adozione di misure che favoriscano l'accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l'efficacia; 
- Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione. 

Licenziamenti
Entro maggio 2012 l'esecutivo approvera' una riforma della legislazione del lavoro a) funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell'impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b) piu' stringenti condizioni nell'uso dei 'contratti para-subordinati' dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato; 

Pensioni
Nella attuale legislatura la normativa previdenziale e' stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i piu' sostenibili in Europa e tra i piu' capaci di assorbire eventuali choc negativi. Grazie al meccanismo di aggancio dell'eta' pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010, il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sara' pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026. Sono gia' stati rivisti i requisiti necessari per l'accesso al pensionamento di anzianita'. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all'evoluzione della speranza di vita. 

Dismissioni
Entro il 30 novembre 2011, il Governo definira' un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all'anno nel prossimo triennio. Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali. (Entro il 31 dicembre 2011, il governo affidera' l'elaborazione del piano ad una commissione ristretta). 

Burocrazia zero
Il Governo incentiva la costituzione di 'zone a burocrazia zero' in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, anche attraverso la creazione dell'Ufficio Locale dei Governi quale autorita' unica amministrativa che coinvolgera' i livelli locali di governo in passato esclusi. 

Mobilità nella P.A.
Il governo interverra' nella Pubblica amministrazione e rendera' effettivi "con meccanismi cogenti/sanzionatori: la mobilita' obbligatoria del personale; la messa a disposizione (Cassa integrazione) con conseguente riduzione salariale e del personale; superamento delle dotazioni organiche. 

La delega fiscali
Il provvedimento di iniziativa governativa e' gia' all'esame del Parlamento e sara' approvato, entro il 31 gennaio 2012, quindi con tempi compatibili all'emanazione dei provvedimenti delegati entro il 2012. 

Riforma costituzionale
Il Governo italiano e' impegnato in un processo di complessiva riforma costituzionale che riguarda tanto l'assetto costituzionale dei poteri, quanto la cornice normativa volta a promuovere le condizioni di sviluppo del mercato e una disciplina piu' rigorosa delle finanze pubbliche. Pur nella complessita' del processo di revisione costituzionale l'Italia intende approvare la prima lettura entro i prossimi 6/12 mesi.

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