DAMASCO - Sparatorie e cecchini sono ancora una minaccia in Siria: lo ha detto il segretario della Lega araba Nabil al-Arabi.
L'esercito siriano si è ritirato dalle zone residenziali e si trova nella periferia delle città del paese.
Secondo l'Onu, più di 5.000 persone sono state uccise nel giro di vite sulle proteste anti-governative da marzo.
Sessanta osservatori della Lega Araba sono in Siria dallo scorso martedì per monitorare un piano possibile di pace.
Ma non c'è stata tregua nella violenza e molti dimostranti appaiono frustrati dall'incapacità della Lega di fermare le sparatorie: da loro arrivo, dicono i manifestanti, ci sono stati 150 morti, uccisi dalle forze di polizia.
“Ci deve essere uno stop totale al fuoco", ha detto Nabil al-Arabi, aggiungendo che di fatto era difficile dire chi sparava a chi.
I cecchini erano ancora sui tetti delle case minacciando i civili, ha anche detto.
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