lunedì 30 gennaio 2012

E se 2029, arriverà l'asteroide da 1000 chilometri di diametro, la Terra si prepara a difendersi


ROMA - Quelli che nel 2029 hanno buone probabilità di esserci ancora (tutti, praticamente, ci auguriamo) stiano attenti, mai che si possa stare tranquilli.  L'Agenzia spaziale europea sta  valutando l'ipotesi dell'impatto di un corpo celeste sulla Terra e ha deciso di investire milioni di euro per proteggere il globo, ipotizzando tre diversi scenari e relativi strumenti per deviarne la traiettoria. Insomma, non è un film catastrofista, è un'ipotesi catastrofista e la differenza c'è, eccome.

Il piano d'attacco al maledetto asteroide, che ha un nome ridicolo, Apophis e una dimensione (mille chilometri di diametro) si chiama Neoshield, che sta per Near Earth Objects Shield: l'anno dell'impatto, appunto,  il vicino 2029.

Il primo scenario prevede di inviare una sonda spaziale che colpisca l'asteroide a tutta velocità; il secondo ipotizza invece la deviazione indiretta della traiettoria del corpo celeste, con l'invio di una sonda il più vicino possibile all'asteroide, con l'obiettivo di restargli al fianco per diversi anni e attirarlo gravitazionalmente lontano dalla Terra; il terzo scenario invece, il più controverso, rappresenta "l'ultima spiaggia": consiste nel far esplodere una carica nucleare vicinissimo all'asteroide.

In ogni caso, lo studio avviato dall'Esa non sembra essere una semplice esercitazione di stile, precisa Le Matin: "Il rischio che un asteroide incroci la traiettoria della Terra esiste ed è concreto", affermava già nel 2008 Willy Benz, astrofisico e presidente della commissione scientifica dell'Esa.



Intanto, preoccupiamoci della crisi economica...


Nessun commento: