ISOLA DEL GIGLIO - Il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, negli attimi del naufragio "non era lucito, da medico mi è sembrato scosso". A parlare è Gianluca Marino Cosentino, tenente di vascello e secondo ufficiale medico sulla nave la notte della tragedia. "Il coordinamento dei soccorsi - ha spiegato - da parte del comandante non c'era. Personalmente mi ha molto sorpreso vedere Schettino in borghese sul molo verso mezzanotte e mezzo".
"Il perché di questo comportamento lo vedrà la magistratura - continua Cosentino -. Io so soltanto che tutto l'equipaggio era sui ponti accanto alle scialuppe pronto allo sbarco già da oltre mezz'ora" quando fu lanciato l'ordine di abbandonare la nave da una voce che "al 90%" non era quella del capitano. "Come so per certo che ad arenarsi su quel benedetto scoglio la nave ce l'ha portata la Madonna. E' stato un miracolo. Siamo vivi per miracolo. Potevamo essere morti tutti e 4mila. Bastavano 10 metri più al largo".
L'ufficiale medico, poi, torna a parlare di Schettino. "Quando ho sentito dai telegiornali che aveva avuto il tempo di prendere effetti personali nella sua cabina ed anche un computer, e finanche di scivolare sfortunatamente in una scialuppa, beh, è stato il massimo".
Quanto a lui, tra quelli accusati in un primo momento di non avere abbandonato troppo presto la nave, Cosentino chiarisce di aver portato a terra una scialuppa e poi di avere fatto la spola insieme a "un altro ufficiale, Flavio Spadavecchia", e di essersi poi "messo a disposizione come medico", mentre sulla banchina veniva "continuamente fermato da qualcuno che sperava di aver trovato il comandante o un ufficiale di coperta. Prima il comandante dei vigili, poi quello dei carabinieri, infine il sindaco. Tutti cercavano il comandante".
Uno dei legali del comandante Schettino, Salvatore Parascandola, ospite di Radio24, ricostruisce la dinamica dell'incidente. "Schettino non è fuggito quella notte - ha detto - . Non ha abbandonato la nave, l’ha lasciata insieme ad altri. Lui stava sulla dritta della nave, il lato che si è inclinato. Ha lasciato la nave che si stava inclinando ed era pericoloso rimanere sia sul ponte, sia sulla lancia. C’erano anche i fumaioli nelle vicinanze ed era possibile uno scoppio".
L'ufficiale medico, poi, torna a parlare di Schettino. "Quando ho sentito dai telegiornali che aveva avuto il tempo di prendere effetti personali nella sua cabina ed anche un computer, e finanche di scivolare sfortunatamente in una scialuppa, beh, è stato il massimo".
Quanto a lui, tra quelli accusati in un primo momento di non avere abbandonato troppo presto la nave, Cosentino chiarisce di aver portato a terra una scialuppa e poi di avere fatto la spola insieme a "un altro ufficiale, Flavio Spadavecchia", e di essersi poi "messo a disposizione come medico", mentre sulla banchina veniva "continuamente fermato da qualcuno che sperava di aver trovato il comandante o un ufficiale di coperta. Prima il comandante dei vigili, poi quello dei carabinieri, infine il sindaco. Tutti cercavano il comandante".
Uno dei legali del comandante Schettino, Salvatore Parascandola, ospite di Radio24, ricostruisce la dinamica dell'incidente. "Schettino non è fuggito quella notte - ha detto - . Non ha abbandonato la nave, l’ha lasciata insieme ad altri. Lui stava sulla dritta della nave, il lato che si è inclinato. Ha lasciato la nave che si stava inclinando ed era pericoloso rimanere sia sul ponte, sia sulla lancia. C’erano anche i fumaioli nelle vicinanze ed era possibile uno scoppio".
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