martedì 2 agosto 2011

Il gip di Teramo conferma: Parolisi è l'assassino di Melania


TERAMO Il Gip di Teramo, Giovanni Cirino, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Salvatore Parolisi, ritenendolo l'assassino della moglie, Melania Rea, scomparsa il 18 aprile a Folignano (Ascoli Piceno) e ritrovata morta il 20 aprile nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo). Il Gip ha accolto la richiesta della Procura di Teramo che ne chiedeva l'arresto per omicidio aggravato dal grado di parentela e dalla crudeltà e concorso in vilipendio di cadavere.
Anche la magistratura teramana, così come quella di Ascoli Piceno, ritiene il caporalmaggiore responsabile dell'omicidio della giovane madre di Somma Vesuviana (Napoli). L'ordinanza del Gip Giovanni Cirino si compone di circa 200 pagine, quasi il doppio rispetto a quella del suo collega di Ascoli Piceno, che il 18 luglio scorso aveva ordinato l'arresto di Parolisi e che nella stessa ordinanza si era dichiarato incompetente per territorio in quanto l'omicidio è avvenuto in provincia di Teramo. Secondo quanto si è appreso il Gip ha accolto anche un'aggravante in più rilevata dalla Procura: oltre a quella del grado di parentela e della crudeltà, verrebbe mossa quella di aver "profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa". Ovvero Melania è stata uccisa mentre era accovacciata a terra, in posizione in cui era difficile potersi difendere. Attualmente Parolisi - che si dichiara innocente - è recluso nel carcere "Castrogno" di Teramo dove è stato trasferito il 30 luglio scorso.
Il caporalmaggiore - secondo indiscrezioni sull'ordinanza - avrebbe 'sbagliato' dal primo momento volendo far credere di cercare la moglie scomparsa. Ha messo su un alibi non credibile: a Colle San Marco non c'era mai stato con Melania e l'ha cercata troppo tardi, se è vero che il suo telefonino era spento mentre la moglie "scompariva". Inoltre, Cirillo non parla di vilipendio, ma di deturpazione del cadavere. Un tentativo macabro e goffo per far pensare a un'altra mano. Rispetto a quello del suo collega ascolano, il provvedimento del Gip di Teramo sarebbe più pesante e corroborato da considerazioni, anche confermando su tutta la linea la tesi accusatoria, con l'accoglimento del capo di imputazione così come riformulato rispetto a quello del pool di Pm di Ascoli Piceno.
Dopo il delitto Salvatore Parolisi potrebbe avere avuto un complice nella ''deturpazione'' del cadavere della moglie e nei vari tentativi di depistare le indagini. Cosi' come nell'inchiesta della magistratura ascolana, anche nell'ordinanza del Gip di Teramo si adombra questa possibilita'. Mentre tutti cercavano Melania tra gli anfratti di Colle San Marco e Folignano, Parolisi sarebbe tornato a Ripe di Civitella, per accanirsi sul cadavere della moglie. Ma puo' aver fatto tutto questo da solo? Aveva gia' siringa, laccio emostatico e quant'altro? Oppure qualcuno puo' avergli procurato cio' che serviva e averlo aiutato nell'accompagnarlo, coprirlo, attendere che finisse l'opera? E' qui che il gip teramano, Giovanni Cirillo, sottolinea, in misura forse piu' decisa rispetto al collega di Ascoli, Carlo Calvaresi, la presenza e il ruolo di un'altra persona che potrebbe essere intervenuta nella seconda fase del delitto.

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