mercoledì 5 dicembre 2012

Zio Michele in Corte d’Assise: “Ho ucciso io Sarah Scazzi, non ne posso più di questo rimorso”


TERAMO - “Ho ucciso io Sarah, questo rimorso non lo posso più portare dentro di me''. Lo ha detto Michele Misseri nel corso della sua deposizione in Corte d'Assise per il processo Scazzi. Subito dopo il suo difensore, Armando Amendolito, ha rimesso il mandato. La Corte d'assise ha disposto una pausa di cinque minuti.
"Non è stata Sabrina ad uccidere Sarah" dice piangendo a Franco Coppi, difensore di sua figlia Sabrina accusata dell'omicidio di Sarah Scazzi. "Quindi a provocare la morte di Sarah è stato lei, lo sta dicendo davanti alla Corte d'Assise", ha insistito il legale: "Si, sono stato io", ha risposto il contadino.
Misseri ha spiegato che quel pomeriggio del 26 agosto, dopo aver pranzato  velocemente, è sceso nel garage. "Il trattore non partiva - ha detto - ero già nervoso dalla mattina. Il portone del garage era tutto aperto: Sarah non l'ho vista scendere, è giunta improvvisamente alle mie spalle. Mi ha chiesto perché stavo gridando. Non so cosa volesse". "Io ho detto - ha continuato- 'Sarah vattene'. Non ho capito bene cosa voleva da me. Mi stava dando fastidio così ho preso la corda e l'ho uccisa".
"Mi dispiace perché Sabrina si è sacrificata per me'': ha spiegato in lacrime. Il contadino ha dichiarato che in occasione del sopralluogo nel garage con gli inquirenti era stato "drogato", riferendosi a degli psicofarmaci che gli sarebbero stati somministrati mentre era in carcere. Misseri ha ricostruito quanto avvenuto il 26 agosto del 2010 a partire dalla prima mattinata, quando si recò a un Consorzio per acquistare due lattine di olio e in seguito andò in campagna con il fratello Carmine. 
Al ritorno passò dalla banca per depositare un assegno. ''Quel particolare l'ho ricordato in un secondo momento. Il bancario - ha sottolineato 'zio Michele' - mi disse che ci voleva la firma di mia moglie. Risposi che sarei tornato, ma lui mi consentì di firmare al suo posto perché ci conoscevamo da tanto tempo''. Misseri ha poi precisato che quel giorno aveva un forte mal di testa e che al suo ritorno a casa stava quasi facendo un incidente stradale. "L'auto ha sbandato e stavo finendo fuori strada. Non so nemmeno io come sono riuscito a rimettermi in carreggiata. Peccato - ha dichiarato piangendo - perché sarebbe stato meglio, la bambina si sarebbe salvata". Per continuare la sua deposizione ora Michele Misseri dovrà trovare un difensore d'ufficio dopo la rinuncia al mandato del suo legale.


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