ROMA - La camera ardente di Rita Levi Montalcini, morta ieri nella sua casa diu Roma a 103 anni, viene aperta oggi dalle 15,30 alle 21.00 al Senato. Parteciperanno Napolitano e Schifani. Le esequie, in forma privata e con rito ebraico, saranno invece celebrate il 2 gennaio a Torino, sua città natale, dove sarà sepolta accanto alla sorella gemella Paola.
"Ci siamo sentite per telefono per il Natale, ricordo ancora le sue parole, mi chiamava sempre 'tesoro'; ero venuta a Roma una decina di giorni fa e stava benissimo: continuava a lavorare ed era sempre gioiosa". A ricordarlo è la nipote di Rita Levi Montalcini, Piera, appena arrivata nella casa romana. Accompagnata dal presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, Piera Montalcini ha voluto ricordare la zia come una "donna con un carisma enorme", ora ha ripetuto più volte "è un momento molto difficile". "Si è spenta come si spegne un faro. Per fortuna non ha sofferto", ha detto ancora Piera Levi-Montalcini, consigliere comunale a Torino nel gruppo dei Moderati.
Tra le frasi simbolo della scienziata: "Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo. Io sono la mente". E poi: "Le donne che hanno cambiato ilmondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non laloro intelligenza". "Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore, uniche coloro che le usano entrambe". Ancora: "Nella vita non bisogna mai rassegnarsi,arrendersi alla mediocrità, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi". "Meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita". E poi i suoi appelli a non cancellare il futuro dei giovani e dei ricercatori.
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