L'Asso Ventuno in navigazione |
LAGOS - Quattro marinai, tre italiani originari della Campania e un ucraino, sono stati rapiti dai pirati al largo della coste nigeriane della regione del delta del Niger. Lo rende noto l'International Maritime Bureau, spiegando che l'assalto è avvenuto nella notte su un rimorchiatore nei pressi dello Stato di Bayelsa. Un gruppo di uomini armati, spiega il Bureau, hanno sequestrato quattro membri dell'equipaggio prima di fuggire con la stessa nave. Tra i tre italiani sequestrati
c'e'anche il comandante. Si chiama Emiliano Astarita e ha 37 anni. Originario di Piano di Sorrento (Napoli), Astarita vanta gia' una certa esperienza maturata a bordo dell'Asso 21 e di altri rimorchiatori
c'e'anche il comandante. Si chiama Emiliano Astarita e ha 37 anni. Originario di Piano di Sorrento (Napoli), Astarita vanta gia' una certa esperienza maturata a bordo dell'Asso 21 e di altri rimorchiatori
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi sta seguendo il caso personalmente, mentre il ministero e l'Unità di crisi stanno lavorando con le autorità nigeriane per garantire il salvataggio dei marinai. Secondo quanto riferisce l'International Maritime Bureau, l'attacco è avvenuto ieri al largo dello Stato di Beyelsa e gli assalitori sono fuggiti dopo aver sequestrato quattro membri dell'equipaggio. Gli altri marinai sono riusciti a mettersi in salvo. Secondo fonti locali, il rimorchiatore attaccato è l'Asso Ventuno, della compagnia Augusta Offshore SpA con sede a Napoli.
Secondo l'International Maritime Bureau (Imb), non ci sono feriti e il rimorchiatore e' stato rilasciato ed e' approdata in un luogo sicuro. La marina nigeriana dal canto suo ha fatto sapere che sono immediatamente scattate le ricerche dei quattro membri dell'equipaggio. La pratica dei sequestri e' molto comune al largo delle acque nigeriane.
Salgono a cinque i connazionali nelle mani dei rapitori nel mondo. Oltre all'equipaggio della Mv Asso Ventuno, gli altri due italiani sono l'ingegnere Mario Belluomo (63 anni, catanese), rapito in Siria lo scorso 17 dicembre tra Homs e Tartus assieme a due colleghi russi, e il cooperante Giovanni Lo Porto (38, palermitano), finito lo scorso 19 gennaio nelle mani di un gruppo talebano pakistano.
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