GROSSETO - Il gip lancia una nuova pesante accusa contro il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino: stava guardando la sua nave che affondava dagli scogli. E sottolinea che si tratta di "un disastro di dimensioni mondiali". Nell'interrogatorio di garanza il principale accusato si difende così: "Non sono fuggito, sono caduto nella scialuppa. Stavo aiutando i passeggeri quando il meccanismo di discesa si è inceppato e mi sono trovato nella scialuppa. Non potevo risalire a bordo".
Il comandante è accusato dalla Procura di Grosseto di aver abbandonato circa 300 persone - passeggeri della nave da crociera Costa Concordia - incapaci di provvedere per se stessi durante il naufragio. La Procura contesta a Schettino che avrebbe dovuto aver cura di loro in quanto comandante della nave. Questa accusa si aggiunge a quelle di omicidio plurimo colposo, naufragio e abbandono della nave.
"Non era mai stata fatta prima da Schettino quella manovra" presso l'Isola del Giglio. Lo ha detto l'avvocato difensore, Bruno Leporatti. "E' oggettivo dire che si tratta di una manovra scellerata e che comunque io definirei giuridicamente imprudente".L'avvocato valuterà se proporre la domanda di riesame della custodia cautelare per il suo assistito. "Per il gip esiste il richio di reiterazione dellecondizioni colpose. Salvo approfondimenti che mi riservo, questa affermazione mi lascia perplesso", ha spiegato l'avvocato, riferendosi all'ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha comunque concesso i domiciliari a Schettino.
"Valuterò nei prossimi giorni se proporre l'impugnazione del provvedimento e la domanda di riesame", cosa che hanno già annunciato anche i pm che si occupano del caso. Secondo Leporatti, "non sono mai esistite esigenze cautelari, né legittimanti il fermo. Il fermo intende prevenire un pericolo di fuga che non è mai esistito".
"Sulla responsabilità di Schettino non ci sono dubbi, ma la situazione potrebbe essere riconsiderata alla luce degli accertamenti tecnici e dei dati della scatola nera", ha aggiunto il legale, spiegando che "il fatto che la Concordia si trovasse sotto costa di per sé non è indice della responsabilità del comandante".
"Secondo l'ipotesi accusatoria il comandante era sceso anticipatamente dalla nave. Il fatto che potesse scappare è una mera supposizione. Ma per applicare la misura cautelare occorre qualcosa di concreto e di più evidente rispetto a mere suggestioni e ipotesi investigative", ha detto ancora l'avvocato. "Il comandante non si è mai sottratto alla sua identificazione, non è stato trovato nascosto tra i passeggeri. E' sempre stato, ancorché su uno scoglio, davanti alla sua nave a dare informazioni, come sapete dalle conversazioni intercorse fra il comandante e la capitaneria di porto".
L'avvocato ha poi ribadito che "la gravità del fatto e la grave perdita di vite umane ha colpito profondamente il comandante Schettino". "Ho letto che il procuratore ha detto che l'indagato gli è sembrato turbato, dispiaciuto per la perdita della nave ma non pentito", ha spiegato il legale. "Pentito è una parola grossa, ma certamente il comandante è grandemente turbato e affranto da quello che è successo".
"L'impressione che ho avuto è né di un essere vile né di un criminale. Ho visto una persona profondamente turbata per tutto quello che è accaduto".
"Valuterò nei prossimi giorni se proporre l'impugnazione del provvedimento e la domanda di riesame", cosa che hanno già annunciato anche i pm che si occupano del caso. Secondo Leporatti, "non sono mai esistite esigenze cautelari, né legittimanti il fermo. Il fermo intende prevenire un pericolo di fuga che non è mai esistito".
"Sulla responsabilità di Schettino non ci sono dubbi, ma la situazione potrebbe essere riconsiderata alla luce degli accertamenti tecnici e dei dati della scatola nera", ha aggiunto il legale, spiegando che "il fatto che la Concordia si trovasse sotto costa di per sé non è indice della responsabilità del comandante".
"Secondo l'ipotesi accusatoria il comandante era sceso anticipatamente dalla nave. Il fatto che potesse scappare è una mera supposizione. Ma per applicare la misura cautelare occorre qualcosa di concreto e di più evidente rispetto a mere suggestioni e ipotesi investigative", ha detto ancora l'avvocato. "Il comandante non si è mai sottratto alla sua identificazione, non è stato trovato nascosto tra i passeggeri. E' sempre stato, ancorché su uno scoglio, davanti alla sua nave a dare informazioni, come sapete dalle conversazioni intercorse fra il comandante e la capitaneria di porto".
L'avvocato ha poi ribadito che "la gravità del fatto e la grave perdita di vite umane ha colpito profondamente il comandante Schettino". "Ho letto che il procuratore ha detto che l'indagato gli è sembrato turbato, dispiaciuto per la perdita della nave ma non pentito", ha spiegato il legale. "Pentito è una parola grossa, ma certamente il comandante è grandemente turbato e affranto da quello che è successo".
"L'impressione che ho avuto è né di un essere vile né di un criminale. Ho visto una persona profondamente turbata per tutto quello che è accaduto".
La Costa Crociere non ha sospeso il comandante della Concordia, Francesco Schettino. Lo ha affermato il legale del comandante, Bruno Leporatti, nel corso di una conferenza stampa a Grosseto. "Non mi risulta che (Costa) abbia sospeso il comandante, fino a ieri sera non era stato notificato nulla", ha sottolineato l'avvocato.
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