martedì 30 settembre 2014

SUDAN, funzionario dell’ambasciata spagnola pugnalato a morte nella sua villa a Karthoum

Una villa di Garden City, a Kharthoum
KARTHOUM - La polizia in Sudan dice che un funzionario dell'ambasciata spagnola è stato trovato pugnalato a morte nella capitale, Khartoum.
L’uomo, Emiliano Garcia di 61 anni, era il capo della sezione addetta alla concessione die visti presso l'ambasciata ed era in Sudan da tre anni.
E 'stato trovato morto da una cameriera nella sua casa nel quartiere orientale di Khartoum di Garden City nelle prime ore di ieri. Nell'appartamento non ci sono segni di letta o di furto. Una fonte diplomatica in Spagna ha confermato la morte.

Un funzionario russo e sua moglie erano stati feriti in un accoltellamento davanti all'ambasciata russa a Khartoum nel mese di gennaio. Tuttavia, è relativamente raro che il personale consolare sia preso di mira in Sudan.

ISIS, il ministro degli interni inglese: potrebbe diventare una minaccia nucleare



LONDRA -  Lo Stato Islamico come minaccia nucleare. A sostenerlo e' stata il ministro dell'Interno britannico, Theresa May, parlando dal palco del congresso dei conservatori in corso a Birmingham. "L'Isis potrebbe presto entrare in possesso di armi chimiche, biologiche o persino nucleari", ha detto May, aggiungendo che questo "è il primo vero e proprio Stato terrorista al mondo". I toni allarmistici di May sono stati subito appoggiati dagli interventi di altri delegati che, insieme al ministro, hanno ripetuto che "l'Isis e' una seria minaccia che dobbiamo fermare", anche perché, come ha ribadito il titolare degli Interni, "stanno operando a poche ore di volo dal nostro Paese". May, che corre anche per la leadership del partito dei Tory nei prossimi anni, ha poi ricordato un allarme lanciato dallo stesso primo ministro David Cameron: "Questa battaglia dovrà essere combattuta per molti anni in futuro. La lezione della storia ci dice che quando i nostri nemici dicono di volerci attaccare, lo vogliono fare veramente. Non dobbiamo scappare di fronte alle nostre responsabilità, ora".

JESI (Ancona): neomamma precipita nella notte dalla finestra dell’ospedale e muore. Suicidio?

L'ospedale Murri di Jesi
JESI - Una donna di 36 anni, madre di un bimbo da soli 4 giorni, è morta alle 2.30 della notte dopo essere precipitata da una finestra dell'Ospedale 'Murri' di Jesi (Ancona). La donna (B.R.), residente a Cupramontana e dipendente del Gruppo Pieralisi, è stata trovata agonizzante nel cortile interno del vecchio ospedale. La donna è precipitata da uno dei piani più alti ed ha riportato traumi gravissimi.
Non è ancora chiaro se si tratti di un suicidio o di un incidente: inutili i soccorsi prestati dallo stesso personale ospedaliero. In camera con lei non c'era il figlio, nato sano e senza complicazioni

Sono in corso indagini del Commissariato di polizia.

GIOVANI, disoccupazione a livello record ad agosto: 44,2 %



ROMA - Disoccupazione a livelli record, ad agosto, per i giovani. Secondo la stima preliminare dell'Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ad agosto, è schizzato al 44,2% in crescita di 1 punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti su base annua: si tratta del dato più alto da 37 anni, ossia dal 1977 (anno d'inizio delle serie storiche trimestrali) e dal gennaio 2004 se si considerano le serie mensili. Complessivamente, però, la disoccupazione è calata al 12,3%.

Il dato di agosto si spiega sostanzialmente - hanno rilevato i tecnici dell'Istituto - con il calo degli under 25 occupati: risultano occupati, infatti, 895.000 giovani tra i 15 e i 24 anni, in diminuzione del 3,6% rispetto al mese precedente (-33 mila) e del 9% su base annua (-88.000). Il numero di giovani disoccupati, invece, resta sostanzialmente stabile, pari a 710.000, aumenta dello 0,3% nell'ultimo mese (+2.000) e del 5,6% rispetto a dodici mesi prima (+37.000).

RENZI, dall’alto del suo 86% in direzione: nessun timore per i franchi tiratori


Alcuni titoli di giornale di oggi
ROMA -  "Non c'e alcun timore di franchi tiratori al Senato, anche perché ieri c'e' stata una discussione seria, lunga al termine della quale il partito si e' espresso chiaramente". Lo ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, arrivando al Nazareno per partecipare alle segreteria del partito. "Ora si tratta di definire il documento nelle varie fattispecie", ha concluso Renzi. A chi gli chiede se per arrivare all'elezione dei due giudici della corte costituzionale ci sarà' bisogno di virare su due diversi nomi da quelli di Donato Bruno e Luciano Violante, il premier risponde che "e' una valutazione che spetta al parlamento".
Ieri il segretario del Pd ha portato a casa il sì della direzione del Pd a un documento che modifica la delega lavoro accogliendo alcuni rilievi delle minoranze, ma la mediazione che si era cercata fino all'ultimo fallisce, la minoranza si divide tra 20 voti contrari e 11 astenuti. La lunga discussione, oltre quattro ore, della direzione sul Jobs Act ha visto momenti al calor bianco con gli interventi i Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani. E una relazione del segretario volta a scuotere il partito. Renzi ha spronato la direzione a "superare i tabu' del passato" e ha posto due elementi di metodo: nessuno usi la clava, "se la minoranza non sono i Flinstones, io non sono la Tatcher", e se e' vero che serve un compromesso, non lo si deve raggiungere "a tutti i costi". Il Pd, ora, forte del suo 41 per cento non deve temere "le trame altrui", i "poteri aristocratici". Ora "dobbiamo andare all'attacco" togliendo le posizioni di rendita ai tanti che ne hanno goduto. Detto questo "se vogliamo dare diritti ai lavoratori, non lo facciamo difendendo una battaglia che non ha piu' ragione di essere", come quella sull'articolo 18. Renzi ha aperto ai sindacati, ma li ha anche sfidati: "Sono disponibile a riaprire la sala verde di palazzo Chigi la prossima settimana a Cgil-Cisl-Uil, ma li sfido sulla rappresentanza sindacale, il salario minimo, la contrattazione di secondo livello". Il susseguirsi degli interventi di Massimo D'Alema prima e Pierluigi Bersani poi, faceva capire che la strada per la mediazione era in salita. L'ex presidente del consiglio, in particolare, ha definito l'azione del governo Renzi "tutta improntata a slogan e spot" quando, invece, servirebbe un'azione piu' "riflessiva" perche' "per occuparsi di certi temi, non occorre sapere le cose. Ma, certo, studiare sarebbe utile". In particolare, D'Alema ha rimproverato a Renzi la volontà di operare sul mercato del lavoro in una fase di recessione: "Stiglitz spiega infatti che si riforma il mercato quando c'e' la crescita. Ma Stiglitz, mi rendo conto, e' un vecchio rottame della sinistra. Un premio Nobel. Premio che difficilmente vedranno i giovani consiglieri del Pd...". Ancora più duro Bersani che ha accusato il premier e segretario di partito di ricorrere al metodo Boffo per mettere a tacere il dissenso interno

Mentre dall'esterno rimbalzavano i giudizi negativi di Cgil e Uil, la trattativa diventava sempre più' difficile e il no alla richiesta di una parte di area riformista di votare il documento finale per parti separate ha consegnato al voto una direzione in cui l'86 per cento ha votato a favore della linea del segretario (130 componenti) e le minoranze si sono divise tra astenuti (11 voti)e contrari (20 voti). "la minoranza si e' divisa", nota tra il soddisfatto e il sollevato un esponente di spicco del Pd. Da domani il testo della legge delega sarà all'esame del Senato e la battaglia si spostera' su alcuni emendamenti.

lunedì 29 settembre 2014

DIREZIONE PD spaccata: 130 sì, 20 no e 11 astenuti sul documento della maggioranza


ROMA - Il Pd non ritrova l’unità. Al termine del dibattito in direzione, il 20% circa dei presenti non ha votato l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza di Renzi, anche se si è spaccato tra gli astenuti (11) e i contrari (20). I sì sono stati 130. Comunque, i contrari rimandano all’aula del Senato, perché gli emendamenti soprattutto sull’articolo 18 non saranno ritirati.

RENZI alla direzione Pd: superiamo i tabù. Bersani e D’Alema attaccano


ROMA - "Vi propongo di votare con chiarezza al termine" della direzione "un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni". Lo dice Matteo Renzi alla direzione Pd, proponendo "profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare". "Serve un paese che vuole investire e dare risposte ai nuovi deboli che sono tanti e hanno bisogno di risposte diverse da quelle date finora. La rete di protezione si è rotta, non va eliminata ma ricucita, sapendo che c'è uno Stato amico che li aiuta", ha detto Renzi. Poi ancora: "Non siamo un club di filosofi ma un partito politico che decide, certo discute e si divide ma all'esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta”. Una profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare è la decisione che il premier chiede di assumere alla direzione Pd. Sulle divisioni nel Pd sul jobs act, Renzi ha detto: "E' vero che chi non la pensa come la segreteria non è uno dei Flintstones, come dice Cuperlo, ma è anche vero che chi la pensa come la segreteria non è come Margareth Thatcher". 
"Non mi preoccupano le trame altrui, di coloro che si sentono spodestati": così Renzi alla Direzione del Pd. "Non chiamateli poteri forti, e nemmeno poteri immobili - ha aggiunto - chiamateli, forse con eccesso di stima, poteri aristocratici".
"Ottanta euro sono un fatto di dignità prima ancora che di giustizia sociale e sono importanti per milioni di italiani e non per 100 editorialisti".Misure come il tetto allo stipendio dei manager, il taglio delle auto blu e dei permessi sindacali sono "misure di immagine", ma esse sono importanti "l'immagine è una cosa seria": così il premier. "Continuare a dire - ha aggiunto - che non servono misure di buon esempio da parte della politica, vuol dire essere fuori dalla realtà".
"Sostenere che sia un impegno europeo la riforma del mercato del lavoro è assolutamente corretto, l'abbiamo promesso all'Europa, ma non è il motivo per cui la facciamo", ha detto Renzi.
"Il rispetto del diritto costituzionale non è nell'avere o no l'art. 18, ma nell'avere lavoro. Se fosse l'art.18 il riferimento costituzionale allora perché per 44 anni c'è stata differenza tra aziende con 15 dipendenti o di più?". Così Matteo Renzi. "L'attuale sistema del reintegro va superato, certo lasciandolo per discriminatorio e disciplinare", ha detto Renzi in direzione.
D'Alema: "Meno slogan, così effetti del governo sono scarsissimi" - "Penso con sincero apprezzamento per l'oratoria che è un impianto di governo destinato a produrre scarsissimi effetti e questo comincia ad essere percepito nella parte più qualificata dell'opinione pubblica. Meno slogan, meno spot e un'azione di governo più riflettuta credo possa essere la via per ottenere maggiori risultati". Così Massimo D'Alema nel suo intervento in direzione del Pd.


Bersani: "Discutiamo, ma no al metodo Boffo" - "Cerchiamo di raffreddarci un po' la testa perché abbiamo i problemi dell'Italia da affrontare. Io dico la mia che non è di quello del 25%, del conservatore o di uno che cerca la rivincita o gioca la partita della vita. Attenzione: noi andiamo sull'orlo del baratro non per l'art. 18 ma per il metodo Boffo, uno deve potere dire la sua senza che gli si tolga la dignità e io voglio discutere prima che ci sia un prendere o lasciare". Lo ha detto Pierluigi Bersani. "Certo - ha spiegato Bersani - ci vuole una riforma del mercato del lavoro, che nel secondo Paese industriale deve voler dire qualità e produttività e sappiamo che non abbiamo qualità perché c'è troppa precarietà. Va bene unificare i contratti ma attenzione a dire che l'art. 18 è simbolico, non vale niente. Per 8 milioni di persone conta qualcosa nel rapporto di forza e per chi si dice di sinistra è una questione di principio: dice che non è tutto monetizzabile".

ORE 17, inizia la resa dei conti Renzi-minoranza alla direzione Pd sul Jobs act

ROMA - Il premier Matteo Renzi, alle 17 si confronterà in diretta streaming con la direzione del Pd in quella che si preannuncia come una resa dei conti sul Jobs Act con la minoranza del partito. Renzi va deciso avanti, propone un programma per eliminare il precariato e regole nuove sul lavoro, e dice no a battaglie ideologiche sull'art.18, perché prima di tutto il problema è garantire l'occupazione. 
 “Matteo Renzi ieri su RaiTre ha detto "cose anche stravaganti, ragionamenti del tipo: 'siccome abbiamo pochi occupati, e molti disoccupati, togliamo l'art. 18'. In Germania ne hanno più di occupati, e hanno l'art. 18. Forse viene il dubbio che non c'entri un tubo l'art. 18". Lo dice Pier Luigi Bersani in un'intervista a Fabio Volo su Radio Deejay.
"Non correte: servono robuste correzioni". Così Matteo Orfini, presidente dell'assemblea Pd e leader dei Giovani turchi, risponde su Twitter a chi afferma che i 'Turchi' si apprestano a votare sì in direzione alla proposta di Matteo Renzi sul Jobs act. "Su alcune" correzioni "sono arrivate risposte positive, su altre no", afferma Orfini.
Dopo un incontro durato oltre tre ore i leader di Cgil, Cisl e Uil"hanno deciso di proseguire il confronto per l'elaborazione della piattaforma unitaria". La leader della Cgil, Susanna Camusso, dice di essere "ottimista" sull'esito del confronto tra sindacati per una posizione unitaria su Jobs Act e articolo 18. Oggi "c'è stata una buona discussione, molto utile e molto interessante". Mentre, sottolinea, "non c'è una notizia di divisioni, c'è invece un lavoro che stiamo facendo insieme". L'attesa dei sindacati è imposta anche "dall'incertezza su quali saranno le scelte del governo".


Matteo RENZI ricevuto al Quirinale


ROMA - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale Matteo Renzi. Nell'incontro il premier ha parlato al capo dello Stato della sua partecipazione all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Il colloquio tra i due ha riguardato anche gli sviluppi prossimi dell'attività parlamentare.

Attacco della ANM su tetto stipendi e ferie: Renzi non dice il vero

ROMA - Da Renzi "affermazioni che non corrispondono alla realtà". Così l'Anm riguardo all'intervento del premier che ieri sera a "Che tempo che fa" è tornato sul nodo ferie. "La magistratura ha troppo rispetto della propria indipendenza, per strumentalizzarla a secondi fini. Ci si attende uguale rispetto da parte di tutti", aggiunge l'Anm. Sottolineando che le "affermazioni riguardanti l'azione dell'Anm e il concreto funzionamento degli Uffici giudiziari italiani non corrispondono alla realtà dei fatti", l'Anm passa poi a ricordare "con estrema fermezza" la propria posizione in particolare sul tetto alle retribuzioni, sul taglio delle ferie e sulla riduzione dei termini feriali, confutando le affermazioni del premier. "Ci auguriamo, con ciò, di avere fatto - si spera definitiva - chiarezza, nell'interesse di una corretta informazione e della dignità di quanti operano con sacrificio e impegno nel delicato settore dell'amministrazione della Giustizia", conclude la nota.
L'Anm "non ha mai dichiarato che l'introduzione di un tetto massimo alle retribuzioni di 240.000 euro annuali sia un attentato alla libertà o all'indipendenza della magistratura. Chi sostiene il contrario è invitato a dimostrare, una volta per tutte, quando e come l'Associazione avrebbe fatto una simile affermazione.". Così l'Anm a Renzi.

"Gli uffici giudiziari non chiudono mai e l'Anm non ha mai dichiarato che la riduzione della sospensione feriale e delle ferie sia un attentato ai magistrati". replica la stessa Anm. "In realtà - si spiega nella nota - l'istituto della sospensione dei termini processuali in periodo feriale - fino ad oggi fissato dal 1° agosto al 15 settembre - è destinato ad assicurare il concreto esercizio del diritto di difesa (art. 24 Cost.), al fine di evitare il decorso dei termini processuali nei processi ordinari, in un tempo che i cittadini tradizionalmente dedicano al riposo annuale". "Quanto alle ferie, finora determinate in 45 giorni, - prosegue il comunicato - in tale periodo i magistrati erano comunque tenuti al deposito dei provvedimenti, non essendo prevista alcuna sospensione dei relativi termini. Dunque, il numero dei provvedimenti emessi è indipendente dalle ferie godute, la cui riduzione non potrà determinare alcun incremento di produttività". 

EMILIA ROMAGNA, Bonaccini vince le primarie Pd. Flop affluenza

Stefano Bonaccini
BOLOGNA - Stefano Bonaccini ha vinto con il 60,93% le primarie del centrosinistra in Emilia Romagna, ma sulla consultazione pesa il flop affluenza, con un numero di votanti inferiore agli iscritti del Pd. E questo il verdetto delle primarie che hanno incoronato il segretario regionale uscente del Pd a candidato per la presidenza della Regione in vista delle elezioni del 23 novembre.
Terminati gli scrutini degli 800 seggi allestiti su tutto il territorio regionale, Bonaccini ha ottenuto il 60.93% delle preferenze (pari a 34.751 voti) contro il 39.07% del suo sfidante Roberto Balzani, ex sindaco di Forli' ( 22.285 voti). Sotto le attese l'affluenza alla competizione democratica che ha visto 58.119 cittadini alle urne. Un numero decisamente basso se si considera che in Emilia Romagna alle primarie nazionali hanno votato circa 400mila persone e che, nella regione, gli iscritti del Pd sono 75mila.
"Questo e' il primo tempo, la cosa piu' importante e' il risultato finale": il vincitore delle primarie del centrosinistra, Stefano Bonaccini, ha gia' lo sguardo rivolto alle elezioni del prossimo 23 novembre per eleggere il nuovo presidente della Regione Emilia Romagna. "Finalmente - ha detto il segretario regionale uscente del Pd - avremo quasi due mesi per fare una campagna elettorale vera che e' quella nei confronti degli avversari, dalla destra al Movimento 5 Stelle. 

Adesso bisogna che ci mettiamo insieme tutti, come Partito democratico e con gli alleati che vorranno stare in coalizione, e ci presenteremo come coloro che vogliono continuare a governare questa regione e cambiarla. Faremo - ha concluso Bonaccini - un grande lavoro, da Piacenza a Rimini, che partira' dai territori".

BORGARO TORINESE: tenta di rapire un bimbo di 3 anni, scoperto, scappa


TORINO - I carabinieri di Borgaro Torinese indagano sul tentato sequestro di un bambino di 3 anni. E' successo alla fiera del paese, dove un individuo è stato notato mentre si allontanava col bimbo che si era perso tra la folla. Il padre del piccolo lo ha notato e inseguito. L'uomo vistosi scoperto lo ha lasciato ed è fuggito con l'auto di un complice che lo attendeva col motore acceso. I carabinieri ritengono si tratti di un tentativo di sequestro.
L'episodio è avvenuto a Borgaro Torinese dove si stava celebrando la festa patronale dedicata ai Santi Cosma e Damiano. Due bambini di 3 anni che stavano giocando insieme ad altri si sono allontanati dai genitori, perdendosi tra la folla. Quando i genitori se ne sono accorti, hanno cominciato a cercarli. Il primo dei due è stato trovato poco dopo, mentre per il secondo le ricerche si sono protratte a lungo, senza esito.
A quel punto i genitori del bambino scomparso hanno allertato i carabinieri, continuando a cercarlo. Il padre del bambino ad un certo punto lo ha notato in compagnia di un uomo che lo teneva per mano. Si è messo ad urlare, inseguendolo. L'uomo, vistosi scoperto, ha immediatamente lasciato il bambino ed è fuggito verso un'auto, una Renault 19 di colore grigio, all'interno della quale un complice lo stava aspettando con il motore acceso.

I due sono fuggiti facendo perdere le loro tracce. Secondo i carabinieri di Borgaro Torinese, che fanno parte della Compagnia di Venaria, si tratta di un tentativo di sequestro. Sono in corso indagini per risalire all'auto.

RENZI, oggi in direzione Pd battaglia senza quartiere con la minoranza


ROMA - A poche ore alla direzione Pd, dove è attesa la resa dei conti sul Jobs act, Matteo Renzi è andato all'attacco: "Io - dice, intervistato da Fabio Fazio A Che Tempo che fa - non tratto con la minoranza del partito ma con i lavoratori". Il premier dice basta a una sinistra "opportunista e inchiodata al 25%", che fa dell'articolo 18 una "battaglia ideologica". Una sinistra che guarda al passato e che non si rende conto che "la memoria senza speranza è un museo delle cere". Ed ecco quindi che il premier liquida una volta per tutte l'articolo 18 ("gli imprenditori devono poter licenziare") e annuncia la cancellazione dei contratti precari, dai co.co.pro in poi. Non solo. Promette che ci saranno anche le risorse per i nuovi ammortizzatori sociali, le vere tutele che secondo lui servono al Paese e a combattere la disoccupazione: si tratta di 1,5 miliardi che saranno inseriti nella legge di Stabilità, un'operazione che in totale varrà 20 miliardi senza però "1 cent di tasse in più". Le minoranze interne sono dunque avvisate, sarà battaglia. Ma anche il sindacato non viene risparmiato: "L'unica azienda al di sopra dei 15 dipendenti che non ha l'articolo sono loro - fa sapere il premier - che poi ci vengono a fare la lezione". I toni dunque non sono certo concilianti. Eppure le minoranze in queste ultime ore sono tornate a insistere sulla necessità di avere un dibattito aperto e soprattutto, con Pierluigi Bersani, hanno invitato il premier a evitare aut aut. Timori che però il premier liquida così: "A Bersani, a cui oggi farò gli auguri perché è il suo compleanno, dico che la ditta è sempre la ditta anche se non guida lui". Renzi sembra scomporsi poco anche per le critiche arrivate da D'Alema ("non me lo perdo mai"), così' come quelle giunte dai cosiddetti poteri forti, da quelli del mondo ecclesiastico a quelli imprenditoriali, a cui si sono aggiunte in questi giorni anche gli attacchi di un ex sostenitore come Diego Della Valle, che tra l'altro starebbe pensando di scendere nell'arena politica, e con cui Renzi si dice pronto a misurarsi senza timori. "Possono anche mandarmi a casa - è la tesi - ma non pensino di telecomandarmi come una marionetta".

Oggi in direzione Renzi si troverà dunque a confrontarsi con una parte (il 20-30%) del partito che non ne condivide l'impostazione. C'è chi (come Francesco Boccia, Stefano Fassina, Pippo Civati e i cuperliani) infatti è anche pronto - secondo quanto viene raccontato - a presentare un documento in Direzione con il quale si chiede di allineare la discussione sulla Legge di Stabilità a quella sulla riforma del lavoro. Sarà la direzione, viene spiegato, a decidere se questo testo debba essere messo ai voti ma l'importante sarà la discussione che genererà: Renzi - è il ragionamento - dovrà ascoltare delle ragioni oggettive e scegliere fra un pezzo del partito o Ncd (che proprio oggi è tornato a tuonare, sostenendo come l'intesa raggiunta in Senato sia immodificabile e addirittura con Angelino Alfano non nascondendo di auspicare un decreto legge). Una battaglia, quelle delle minoranze, che però assicura Pier Luigi Bersani non ha come derivata "il pericolo scissione", evocato ieri da Civati. Ma "chi ha responsabilità di dirigere - insiste l'ex Segretario - deve cercare una sintesi". Nonostante posizioni così distanti c'è anche chi, come il presidente del partito e esponente dei Giovani Turchi Matteo Orfini, prova a far vedere una soluzione di mediazione a portata di mano: "Siamo d'accordo al 90%", rassicura. L'idea è di puntare sul rafforzamento dei licenziamenti cosiddetti discriminatori, sulla falsariga delle proposte di Rughetti e Chiamparino, allargando le tipologie che rientrano in questa casistica e per le quali è quindi previsto il reintegro sul posto di lavoro. Una opzione però già snobbata dalle minoranze nei giorni scorsi.

domenica 28 settembre 2014

NOVARA: muore pilota nell’ultraleggero caduto in fiamme in una risaia


NOVARA - Un ultraleggero è precipitato nel Novarese. Il pilota è morto nell'incidente. Secondo alcuni testimoni, l'ultraleggero, probabilmente per un guasto al motore, è precipitato finendo in una risaia nella zona di Castellazzo. Il velivolo si è incendiato, per il pilota non c'è stata possibilità di scampo. 

SASSANO (Salerno): auto a folle velocità in un bar, 4 ragazzi morti

NAPOLI, - Quattro giovani sono morti a Silla, frazione del Comune di Sassano (Salerno), travolte da un'auto di grossa cilindrata, una BMW. L'auto, che procedeva a forte velocità, è finita attorno alle 17 dentro un bar, il New Club 2000, dove un gruppo di giovani assisteva alle partite di calcio in Tv, dove essere volata sopra la rotatoria sulla strada. Due delle vittime, Nicola e Giovanni Femminella, di 23 e 17 anni, sono i figli del titolare del locale. Tre giovani sono morti sul colpo, il quarto all’ospedale

 Il conducente dell' auto è rimasto ferito non gravemente ed è ricoverato in ospedale a Polla.

MIAMI, una di notte, sparatoria al night, 15 feriti (anche un bambino di 11 anni)


NEW YORK - Sparatoria in un nightclub di Miami. Quindici persone, il più giovane di 11 anni, sono rimaste ferite. Il motivo scatenante della sparatoria non è ancora chiaro, così come non è chiaro quanti siano stati a sparare. La sparatoria è successo a The Spot Northwest 64th Street a Seventh Avenue, circa all’1 di notte, ora locale.
Quando polizia e vigili del fuoco sono arrivati, hanno trovato  il "caos", ha detto il capitano del Miami Fire Rescue  Ignazio Carroll. "C'erano molta gente fuori del night" ha detto. "Alcuni stavano aiutando i loro amici che erano stati feriti".
La polizia sta interrogando i testimoni.  "Quello che ci ha sorpreso è stata la presenza di bambini nel locale all'una del mattino", ha affermato la polizia.
The Spot - che sembra essere un club di cui non molti, anche agenti di polizia erano a conoscenza, e che si rivolge ai ragazzi - si incunea con una vetrina tra un negozio di mobili e un negozio di tabacchi.

La polizia non è sicuri del calibro dell'arma usata o se c'era stato più di un tiratore. Si sta anche cercando di capire perché c'era un tale mix di età al The Spot. Un'unica persona è in condizioni critiche. Il club ha aperto tre settimane fa. 

FRANCIA, elezioni parziali: Front National entra per la prima volta in Senato, destra in maggioranza


Il Palais du Luxembourg a Parigi, sede del Senato
PARIGI - La destra dell'Ump, all'opposizione in Francia, ha rivendicato la riconquista del Senato, di cui aveva perso il controllo nel 2011, dopo il rinnovamento parziale dell'alta assemblea. Per la prima volta nella storia il Front National è riuscito ad entrare al Palais du Luxembourg con due senatori.

SIENA: piccolo aereo precipita dopo un’acrobazia, morti pilota e passeggera


L'aereo precipitato e, sopra, Filippo Roncucci, il pilota morto
SIENA - Un piccolo aereo privato è precipitato dopo essere decollato dall'aviosuperficie di Colle Val D'Elsa (Siena): il pilota e una passeggera hanno perso la vita. Il velivolo sarebbe caduto dopo alcune acrobazie in aria durante una manifestazione per ricordare un pilota scomparso qualche giorno fa. L'aeromobile, un Pitts Model 12 I-WILL è caduto durante manovre acrobatiche, presso l'aviosuperficie di Mensanello
Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, il pilota del piccolo aereo avrebbe perso il controllo dopo alcune acrobazie in aria e il velivolo si sarebbe avvitato su se stesso prendendo poi fuoco prima dell'impatto con il terreno. A perdere la vita il pilota, Filippo Roncucci, 58enne senese, proprietario del piccolo aereo, e la passeggera, una turista russa 42enne. L'aereo è caduto a circa un chilometro dall'aviosuperficie da dove il velivolo era decollato da poco e dove circa una trentina di persone stavano assistendo alle acrobazie in volo.

Sulla dinamica dell'incidente sono in corso gli accertamenti per capire se si sia trattato di un errore del pilota o di un guasto meccanico al piccolo aereo. 

RENZI, i poteri forti mi attaccano, ma io non mollo

ROMA - "Io non sono un massone, sono un boy scout. La verità è che io non omaggio certi poteri e questa è la reazione". Così il premier Matteo Renzi alla vigilia della direzione del Pd. Se qualcuno pensa di volerlo sostituire si accomodi pure, ma "il Pd - il partito del 41% - non accetterà di farsi da parte". E sul lavoro, "il reintegro può restare per i casi di discriminazione".
"Attacco studiato? Preferisco credere alle coincidenze" - "Negli ultimi giorni si sono schierati contro il governo direttori di giornali, imprenditori, banchieri, prelati. Ai più è apparso come un attacco studiato. Io sono così beatamente ingenuo che preferisco credere alle coincidenze", ha detto Renzi in un'intervista a "Repubblica".
"Sull'articolo 18 vado avanti" - "Io insisto. Non mollo. Cominciamo con il cambiare lo Statuto dei lavoratori. L'articolo 18 o c'è per tutti o non c'è per nessuno. Va tenuto solo per i casi di discriminazione", afferma il premier, secondo cui congelare per i primi 3 o 4 anni il diritto al reintegro "sarebbe un errore: significherebbe essere un Paese in cui il futuro dell'economia e dell'industria dipende dalle valutazioni dei giudici".
I rapporti con Marchionne e Della Valle -"Con Marchionne ho avuto opinioni diverse e in più circostanze. Ma preferisco la Fiat di oggi rispetto a quella di 30 anni fa che al primo problema aveva sussidi, incentivi e cassa integrazione", osserva Renzi. Quanto a Diego Della Valle, "ho capito che vuole costruire un partito. Io devo cambiare il Paese. Se ci dà una mano con i suoi consigli, lo ascolto volentieri. Se vuole misurarsi in prima persona, auguri". 
"Rispondo ai cittadini, non ai vescovi" - Sulla Cei, "ricevo telefonate di amici vescovi che mi dicono che le parole sono personali del segretario generale della Cei. Del resto io, cattolico, rispondo ai cittadini, non ai vescovi", dice Renzi. 

"De Magistris rispetti legge e dimetta" - In merito al sindaco di Napoli, "le leggi si possono cambiare, io trovo quella norma eccessiva. Ma finché le leggi ci sono, vanno applicate. De Magistris ha il dovere di rispettare le leggi".

sabato 27 settembre 2014

SOMALIA: “sposata con 4 uomini”, lapidata e uccisa

Donne di Barawe
MOGADISCIO - Una somala di 33 anni è stata uccisa con la lapidazione a Barawe, nel sud della Somalia, in una regione del Paese controllata dal gruppo estremista Shabaab. L'accusa contro di lei era di "poliandria". La donna è stata sepolta fino al collo, con gli occhi bendati, e presa a sassate da uomini con il volto coperto davanti alla folla. "Ha confessato di essere sposata con quattro uomini", ha urlato alla gente il giudice del tribunale islamico che l'ha condannata, Sheik Mohamud Abu Abdullah. Gli Shabaab, gruppo affiliato di Al Qaeda, controlla vaste zone del sud e del centro della Somalia, dove impongono una rigida applicazione della sharia.
La Somalia è nel caos fin dalla guerra civile seguita alla caduta del dittatore Siad Barre nel 1991, deposto col decisivo intervento americano e degli alleati occidentali a fianco dei ribelli nell'operazione "Restore Hope". Nel 2009 gli Shabaab hanno dichiarato la loro alleanza con Al Qaeda che li ha ufficialmente integrati nella sua rete terroristica all'inizio del 2012. Un anno prima però erano stati costretti a ritirarsi da Mogadiscio dai soldati dell'Unione Africana (Amisom) e da allora hanno gradualmente perso tutte le loro roccaforti nel centro e nel sud del Paese.

La lapidazione (in lingua araba Rajm) è presente nella giurisdizione di alcuni Stati totalmente o parzialmente islamici, come Nigeria, Arabia Saudita, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Afghanistan e Yemen (in Iran è stata abolita nel 2012).


FRANCIA: presi (con qualche pasticcio) tre francesi di ritorno dalla Siria, pianificavano attentati

Un video di propaganda jihadista
ANKARA - Tre francesi, arrestati in Turchia dopo un viaggio in Siria, sono stati accusati oggi di pianificare atti terroristici: lo ha detto il loro avvocato. Gli uomini sono stati accusati da un giudice anti-terrorismo a Parigi di "associazione a delinquere con l'obiettivo di pianificare atti terroristici", ha precisato l'avvocato Pierre Dunac.

Il terzetto comprende Abdelouahab El-Baghdadi, cognato del jihadista Mohamed Merah, che era stato ucciso dalla polizia dopo aver ammazzato sette persone, tra cui tre bambini, nel cortile di una scuola di Tolosa nel 2012 e e uno dei suoi amici d'infanzia, Imad Jjebali, già condannato in un caso di trama jihadista in Iraq nel 2009. 
Ma c'è stato anche un pasticcio, con il ministro dell'interno finito nelle polemiche. Attesi a Orly martedì dopo la loro espulsione dalla Turchia, dove erano tornati dopo il soggiorno in Siria, si erano invece imbarcati un altro aereo atterrando a Marsiglia incredibilmente indisturbatiIl giorno dopo sono andati alla polizia, proclamandosi innocenti, e sono stati arrestati.

AEREI USA bombardano i militanti Isis che attaccano la città di Kobane sul confine turco in Siria

Un carro dei militanti sulle alture attorno a Kobane

DAMASCO - I combattenti dell’Isis che assediano la città siriana di Kobane al confine con la Turchia sono stati presi di mira da attacchi aerei delle forze Usa e degli alleati, mentre i combatenti curdi tentato di difendere la città dagli assalti dei militanti isilamici.
Kobane è diventato un punto di infiammabilità durante la scorsa settimana:  si stima che 140.000 civili siano fuggiti dalla zona della città e dintorni, attraversando il vicino confine turco. La situazione è tesa, con le truppe turche che cercano di impedire a curdi turchi e siriani di attraversare il confine per andare a difendere la città.
Durante la notte, il capo delle forze armate degli Stati Uniti ha detto che gli attacchi aerei in Siria stanno danneggiando il gruppo jihadista, ma  che da soli non sono sufficienti a sconfiggere i militanti.
Venerdì scorso il Regno Unito è stato l'ultimo Paese ad aderire alla coalizione guidata dagli Stati Uniti contro l'ISIS, che controlla ampie fasce di Siria e Iraq dopo rapidi progressi in estate. Parlamentari hanno votato a grande maggioranza a favore di attacchi aerei in Iraq, ma non in Siria.
Caccia francesi stanno già prendendo parte ad attacchi in Iraq con il Belgio e i Paesi Bassi impegnando ogni sei F-16  e la Danimarca  sette.

Circa 40 paesi, tra cui alcuni dal Medio Oriente, hanno aderito alla coalizione guidata dagli Stati Uniti contro l'IS. I Paesi europei hanno finora solo accettato di colpire obiettivi in Iraq, dove il governo ha espressamente chiesto aiuto, mentre aerei americani hanno attaccato obiettivi anche in Siria orientale, compresi gli impianti petroliferi. Diversi alleati arabi degli Stati Uniti - Bahrain, Giordania, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti - hanno "partecipato o sostenuto" i bombardamenti.

RENZI: abbiamo dimostrato in Usa che l’Italia non è un Paese finito, ma infinito


ROMA -  La missione negli Stati Uniti è servita a dimostrare che "l'Italia non è un Paese finito ma infinito, pieno di risorse e bellezza". Matteo Renzi lo dice al rientro dal viaggio negli State, in un video in cui traccia il bilancio della sua permanenza oltreoceano. "Torniamo - dice - convinti che la pagina migliore l'Italia la debba ancora scrivere, e tutti insieme la scriveremo".

CREMONA, crolla silos, tonnellate di mais seppelliscono e uccidono 2 operai


L'azienda Ferraroni, dove è crollato il silos
CREMONA - Due operai di 48 e 54 anni sono morti nel crollo di un silos all'interno dell'azienda Ferraroni Mangimi di Bonemerse (Cremona). L'episodio è accaduto poco prima della mezzanotte. Il silos conteneva 700 tonnellate di mais che hanno seppellito le vittime. Vigili del fuoco e carabinieri hanno impiegato quasi due ore per scoprire e recuperare i corpi.

venerdì 26 settembre 2014

RENZI a Detroit: non ho paura dei poteri forti. Marchionne: lo appoggiamo

AUBURN HILLS - Il premier Matteo Renzi è nel quartier generale di Chrysler ad Auburn Hills. A riceverlo l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne. Dopo un rapido scambio di saluti i due si sono avviati per un giro della sede, il secondo maggiore edificio americano dopo il Pentagono.
"Continuiamo ad appoggiare il presidente  Renzi - Marchionne - per l'agenda di riforme che sta portando avanti. E' essenziale avere un indirizzo chiaro e penso che ce lo stia dando". Da parte di Fiat "l'impegno c'è" a sviluppare attività in Italia.
Fiat - ha ribattuto Renzi - è un'azienda storica e credo che oggi sia una grande azienda con capacità globale. Questa è una scommessa che ci piace, l'idea del Made in italy che vogliamo supportare e difendere.  A me - ha proseguito il premier -sta a cuore ridurre la disoccupazione in Italia e per far questo faremo tutto il necessario. Non ho paura dei poteri forti. Sono orgoglioso da italiano che ci sia Fiat Chrysler Automobiles, la globalizzazione è la maggiore opportunita' che ha l'Italia. Nessun modello è un modello che vale per tutti i paesi - ha detto ancora Renzi - e il welfare dello Stato in Italia è diverso da quello americano ed io non farei a cambio. Farei invece a ''cambio col modello universitario americano''.
"Quello che mi accomuna con Marchionne? Spero il finale'' dice Renzi, sottolineando che "Marchionne ha preso due aziende bollite.  Come ce l'hanno fatta i 15.000 dipendenti Chrysler in questo edificio, l'obiettivo è poter dire che così ce la faremo anche in Italia" conclude.

"Renzi, come me, non ha paura" chiosa Marchionne. L'Italia e' un paese da ricostruire e Renzi ha davanti un'agenda enorme.

OKLAHOMA: licenziato, decapita una collega (e aveva fatto proselitismo per l’Islam)

Il pianto dei colleghi della donna decapitata
MOORE (OKlahoma) - Orrore a Moore, in Oklahoma, dove un uomo, Alton Nolan di 30 anni, ha decapitato una collega dopo una lite e dopo essere stato licenziato e ha tentato di ucciderne un'altra prima di esser fermato a colpi di pistola. La terribile violenza è avvenuta in un'azienda alimentare. Nolan è ora piantonato in ospedale. E' in gravi condizioni, ma non sarebbe in pericolo di vita, così come la donna rimasta ferita. L'azione non sembrerebbe legata al terrorismo islamico. Ma Nolen recentemente aveva cercato di convertire i colleghi all'Islam, ha detto il sergente Lewis del Dipartimento di Polizia, citando interviste degli investigatori a testimoni, il che lo ha spinto a chiedere all'FBI aiuto per indagare a fondo sull'uomo.
L'incidente è avvenuto presso l'impianto di trasformazione alimentare Vaughan Foods a Moore, a circa 10 miglia a sud di Oklahoma City.
Il Chief Operating Officer della società, Mark Vaughan ha ferito Nolen, ha detto Lewis; Vaughan è un vicesceriffo della  riserva.
Nolen e la vittima superstite stati ricoverati in ospedale. Entrambi sono in condizioni stabili.

L’Anm: gravi e offensive le dichiarazioni del sindaco di Napoli

ROMA - L'Associazione nazionale magistrati "giudica gravi e offensive le dichiarazioni rese dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris nei confronti dei giudici del Tribunale di Roma in relazione alla sentenza emessa nei suoi confronti". Parole "tanto più inaccettabili - sottolinea l'Anm - poiché provenienti da un uomo delle istituzioni" che ha svolto anche la funzione giudiziaria..

"Mi vengono segnalate interpretazioni discutibili, poco corrette a mio parere, del decreto legislativo n. 235 del 2012 riguardo alla sentenza di condanna del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Ma il testo normativo non lascia dubbi di sorta: l'articolo 11 prevede per il sindaco che viene condannato, anche con sentenza non definitiva del reato di cui all'articolo 323 C.P. (abuso d'ufficio), la sospensione d'ufficio dalla carica". Lo precisa in una nota il Presidente della Giunta delle Elezioni delle Immunità parlamentari del Senato, Dario Stefàno che ha guidato i lavori di prima applicazione della legge Severino nel caso che ha riguardato la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. "La sospensione - prosegue - può durare al massimo 18 mesi. Quali precedenti possiamo richiamare il decreto del prefetto di Brindisi del marzo 2014, con cui è stato sospeso il sindaco di Fasano, ma anche quello del prefetto di Latina del 31 ottobre 2013, che aveva sospeso il Presidente della Provincia di Latina". "Altra questione - conclude - è la vicenda dell'eventuale pena interdittiva ai pubblici uffici, che segue una logica del tutto diversa. Due piani differenti che vengono confusi. Ma la norma è chiara".

Il Parlamento di LONDRA dà il via libera ai raid aerei anti Isis



LONDRA - Londra ha dato il via libera ai raid contro lo Stato islamico in Iraq. Il Parlamento ha infatti approvato a larga maggioranza la mozione del premier David Cameron, con 524 voti a favore e 43 contrari. In precedenza la Camera dei Lord e i Comuni non avevano autorizzato il via alle operazioni.

AFGHANISTAN: talebani all’attacco nel distretto strategico di Ghazni, 100 morti, 15 decapitati


KABUL - Settecento talebani afghani, accompagnati anche da militanti stranieri, hanno sferrato un attacco nella notte nel distretto di Ajrestan nella provincia di Ghazni, uccidendo almeno 100 civili, tra cui anche donne e bambini. Tra le vittime, quindici persone sono state decapitate con l'accusa di essere "agenti del governo"(in realtà erano parenti di membri della polizia). Decine du case sono state date alle fiamme. La notizia delle decapitazioni è stata confermata dal vicegovernatore della provincia di Ghazni, Mohammad Ali Ahmadi. La zona attaccata dai talebani si trova non lontana dalla capitale Kabul. Il capo del Consiglio provinciale di Ghazni, Abdul Jame Jame, ha sottolineato che l'attacco è stato "di vaste proporzioni" e che "il distretto è sull'orlo del collasso". Jame ha poi aggiunto che "se i rinforzi per le forze di sicurezza non arriveranno entro oggi, il distretto potrebbe cadere nelle mani dei talebani". Il controllo del distretto di Ajrestan, circa 200 km  da Kabul, potrebbe fornire ai talebani con un punto di lancio per attacchi contro due province confinanti e lungo l'arteria fondamentale che collega la capitale alla seconda città dell'Afghanistan,i Kandahar, nel sud.


Da parte sua il deputato eletto in Ghazni, Arif Rahmani, ha condiviso le preoccupazioni di Jame, aggiungendo che "se cade il distretto di Ajrestan, potrebbero cadere anche quelli di Malistan, Nawor, Jaghori e Qarabagh, considerati pacifici e quindi senza quasi presidio di forze di sicurezza".

NAPOLI, De Magistris senza vergogna in consiglio comunale: “Dimettermi io? Si dimettano i giudici…”



NAPOLI - "Mi chiedono di dimettermi per questa condanna, ma guardandosi allo specchio e provando vergogna devono dimettersi quei giudici (della sentenza ndr)": Così in consiglio comunale il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. "Sono fiducioso che questa esperienza di governo possa andare avanti fino al 2016". "Siamo di fronte a uno Stato profondamente corrotto", ha aggiunto De Magistris ribadendo di essere "uomo delle istituzioni" e di non volersi "far trascinare" a perdere tale fiducia.
"Avverto intatta la mia forza, ma anche un'energia più forte" ha detto in Consiglio De Magistris. "Chiedo a chi ha la forza di andare avanti, a chi vuole giustizia e non legalità formale di mettercela tutta. Quando il quadro appare così confuso appare anche più chiaro chi sta lavorando per mettere le mani sulla città. Quello che dobbiamo fare è far capire ai nostri cittadini che la posta in gioco è alta, al di là di ogni distinguo". "Non credo che si possa cancellare questa esperienza a colpi di formalismi giuridici di norme", ha concluso. "Quando si alza il tiro e non ci si piega, l'artiglieria pesante diventa più pericolosa. Noi non abbiamo armi ma sappiamo resistere e resisteremo. Sono assolutamente fiducioso che questa esperienza arriverà fino alla fine, al 2016. La nostra esperienza non è solo Napoli ma va ben oltre e la porteremo fino alla fine".
"La legge Severino è una legge che va applicata, è stata già applicata anche ad altri sindaci. Penso sia inevitabile che sia applicata". Così il presidente del Senato, Pietro Grasso sul caso De Magistris. "Poi naturalmente ci sarà il seguito dell'appello, dell'impugnazione che potrà eventualmente dare un contorno definitivo alla vicenda".

RENZI a New York: pronti a sfidare i poteri forti

NEW YORK - "Per tornare a fare l'Italia siamo pronti, se servirà, a fare battaglie in Parlamento e a sfidare i poteri forti anche se più dei poteri forti temo i pensieri deboli". Il premier Matteo Renzi incontra la comunità italiana al Consolato di New York e assicura il suo impegno "per cambiare davvero il Paese" chiedendo una mano anche agli italiani che stanno in America. "Cambieremo la burocrazia - assicura il premier - le regole del gioco sul lavoro, le istituzioni, e daremo tempi certi alla giustizia. Se si vuole restare a galla si deve correre. Stando fermi si cade". 
Renzi interviene anche sul  Jobs Act, garantendo che non ci sarà alcun pasticcio. ''Condivido alla lettera le parole del ministro Poletti. Faremo una riforma fatta bene che sarà degna di questo nome". 

L'incontro tra il premier italiano e de Blasio - "E' un grande piacere incontrare Matteo, soprattutto perché siamo paesani": il sindaco di New York, Bill de Blasio, saluta così il premier. "Renzi - ha detto de Blasio - è un esempio di leadership, una voce fondamentale per le riforme in Italia. Il suo successo in Italia è necessario. Forza Renzi". Il primo ministro italiano ha quindi risposto con una battuta: "grazie Bill, basta che non dici Forza Italia". Renzi si è detto quindi a sua volta orgoglioso che il "sindaco della città più importante del mondo sia di origini italiane". "Il Made in Italy - ha proseguito il premier - e non solo vestiti, cibo, vino, design, ingegneria, ma negli Stati Uniti è stato anche quello di straordinari sindaci, soprattutto a New York, a partire da Fiorello La Guardia. Oggi abbiamo un sindaco che dice che 'siamo paesani' e al di là del piacere politico di incontrarlo sono molto orgoglioso delle sue origini e gli do un grande in bocca al lupo. Lavoriamo insieme - ha concluso Renzi rivolto a de Blasio - per le sfide future".

ISIS: avvocatessa attivista dei diritti umani torturata e giustiziata a Mosul (Iraq)

Samira al Nuaimy
MOSUL - Un'avvocatessa e attivista per i diritti delle donne e delle minoranze, Samira al Nuaimy, è stata giustiziata in pubblico a Mosul, nel nord dell'Iraq, dai jihadisti dell'Isis. Lo ha reso noto il responsabile della missione dell'Onu a Baghdad, aggiungendo che l'episodio è avvenuto il 22 settembre. La donna è stata torturata per 5 giorni. I miliziani volevano che si "pentisse" per le critiche allo Stato islamico via Facebook, ma lei ha rifiutato.
Samira era particolarmente attiva sui social network, con interventi in cui promuoveva i diritti delle donne e delle minoranze e criticava le azioni dell'Isis, in particolare la distruzione dei siti storici e religiosi considerati eretici nella visione dei fondamentalisti sunniti. 
L'avvocatessa era stata arrestata il 17 settembre, ma si era rifiutata di fare atto di pentimento per le opinioni espresse. Una Corte islamica dei jihadisti l'ha quindi condannata a morte. 

Il rappresentante Onu ha rivolto un appello al governo iracheno e alla comunità internazionale perché "facciano fronte al pericolo che minaccia la vita, la pace e la sicurezza dell'Iraq e degli iracheni" e perché "facciano tutto il possibile per assicurare alla giustizia gli autori di questi crimini"

SIRIA: identificato dagli Usa il boia dei giornalisti


Il boia dell'Isis
NEW YORK -Gli Stati Uniti hanno identificato l'assassino dei giornalisti James Foley e Steven Sotloff, uccisi dall'Isis. Lo afferma l'Fbi, che però non ha voluto al momento rilasciare il nome del presunto killer. Si tratta del boia dall'accento britannico comparso nei due video in cui è mostrata la decapitazione dei due reporter, avvenuta presumibilmente nel deserto siriano.

giovedì 25 settembre 2014

COTIGNOLA (Ravenna): due operai morti nel crollo di un capannone


COTIGNOLA (Ravenna) - Due operai edili sono morti in seguito al crollo della parete di un capannone in costruzione in via Porricelli a Cotignola, provincia di Ravenna Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per verificare che non vi siano altre persone coinvolte nell'incidente. Secondo le testimonianze raccolte dai soccorsi, i due erano impegnati nella costruzione del capannone stesso. I due stavano operando sulla parte superiore dei capannoni, quando - per cause ancora da accertare - si è verificato un cedimento strutturale che li ha travolti.

L'incidente è avvenuto nei lavori di costruzione della nuova ala della ditta Madel (Detersivi), di via Torricelli 3. Nel crollo del capannone sarebbe rimasta coinvolta anche una gru. Un operaio è morto sul colpo, il secondo durante il trasporto in ospedale. Le vittima avrebbero 35 e 36 anni. 

OSLO: simpatizzanti Isis pensavano di decapitare un’intera famiglia scelta a caso


Oslo
OSLO - Un gruppo di simpatizzanti danesi dell'Isis avrebbero pianificato di uccidere tramite decapitazione un'intera famiglia norvegese, filmare il massacro e diffonderne le immagini come ''avvertimento'' contro i paesi occidentali che stanno affiancando gli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo integralista in Siria e Iraq. Lo ha annunciato la tv norvegese NRK affermando che la polizia di Oslo ha ricostruito senza fornire molti particolari tutta la vicenda.
Secondo le autorità norvegesi il gruppo di terroristi intendeva fare irruzione in una qualsiasi abitazione, tagliare le gole agli occupanti e postare le immagini del massacro. La polizia non ha specificato né quando il progetto è stato scoperto, né se i terroristi sono stati arrestati e dove. La Norvegia è uno dei paesi occidentali che ha lanciato l'allarme sulla diffusione del proselitismo dell'estremismo islamico tra i suoi giovani, denunciando che molti ragazzi norvegesi, in alcuni casi ragazzini, si stato unendo ai combattenti islamici in Siria, e il rapporto di ieri a Bruxelles sul fenomeno conferma i timori di Olso.

LONDRA, arrestati 9 sospetti terroristi. Tra loro, un noto predicatore islamico


Anjem Choudary
LONDRA - Nove uomini tra i 22 e i 47 anni sono stati arrestati a Londra con il sospetto di essere membri di un'organizzazione legata al terrorismo islamico. Lo riferiscono i media britannici, aggiungendo che le manette sono scattate anche per il predicatore radicale Anjem Choudary. Come risulta da fonti della polizia, l'operazione è frutto di un'inchiesta e non di una minaccia immediata. Anjem Choudary è il leader di al-Muhajiron, un'organizzazione bandita in Gran Bretagna dal 2003. Nel 2013 Choudary raccontò di essere stato avvicinato per un periodo da Michael Adebolajo, uno dei due terroristi che nel maggio dello scorso anno uccisero in strada a Woolwich, nel sud-est di Londra, il soldato Lee Rigby.

FIANO ROMANO: azzannata dal cane di famiglia, muore bimba di 3 anni


FIANO ROMANO (Roma) - Terribile fine per una bambina di tre anni, morta dopo essere stata azzannata dal suo cane, un pastore tedesco. E' accaduto ieri sera a Fiano Romano, in provincia di Roma. La bimba è stata morsa al collo, sulle braccia e sulla testa. Portata in gravissime condizioni in ospedale, è morta nella notte. Ieri sera intorno alle 19.30 la bambina era in casa con il papà. Approfittando di un attimo di distrazione del genitore, si è avvicinata al recinto dove c'era il pastore tedesco di 9 anni, regolarmente tenuto nel rispetto delle attuali normative. Il cane l'ha morsa sul collo, rompendole la trachea, sulle braccia e sulla testa.

La piccola, italiana di tre anni, è stata trasportata dal 118 in condizioni disperate al policlinico Sant'Andrea dove è arrivata in arresto cardiocorcolatorio. Ricoverata in prognosi riservata, è deceduta nella notte. Sul posto i carabinieri della stazione di Fiano Romano, che hanno ricostruito l'intera vicenda.

VALLE SCRIVIA (Genova): albanese ubriaco uccide la moglie con 7 coltellate


CASELLA (Genova) - Un artigiano albanese di 44 anni ha ucciso la moglie connazionale di 30 la notte scorsa nella loro casa di Casella in Valle Scrivia. L'uomo ha colpito la donna con 7 fendenti, usando due coltelli, uno lasciato conficcato nel petto. Poi, sotto choc e ubriaco, ha chiamato i carabinieri e si è costituito. L'omicidio mentre in casa c'erano i 2 figli di 4 e 3 anni. Ai militari ha detto di non svegliarli e di “pensare ai loro biberon”. 
L’omicida è un cittadino albanese di 44 anni, Adrian Balliu, già noto alle forze dell’ordine (ha precedenti per droga, ha avuto la patente sospesa ed è accusato di minacce nei confronti di un artigianocon il quale aveva lavorato), la moglie una connazionale di 30 anni, Valmira Balliu. Secondo la prima ricostruzione, l’omicidio sarebbe avvenuto intorno alle 0,40 nel condominio di via Avosso dove la famiglia viveva da un paio d’anni. Tutto sarebbe nato da una lite dovuta al fatto che l’uomo era rientrato a casa ubriaco (il valore limite è di 0,5. l’alcoltest l’ha trovato positivo con 2,4); la moglie (erano sposati da 2-3 anni) gli avrebbe detto: «Non puoi ridurti sempre così». Lui allora avrebbe dapprima cercato di soffocarla con un cuscino, poi è andato in cucina a prendere un coltello per colpirla. I due figli, ora affidati a un parente della vittima, erano nell’altra stanza, non si sa se a dormire realmente o a rifugiarsi per la lite.

NIGERIA: ucciso dall’esercito il leader di Boko Haram

Abubakar Shekau
ABUJA - Il leader del gruppo militante Boko Haram è stato ucciso, secondo l'esercito nigeriano .L'annuncio arriva dopo uguali comunicazioni precedenti, nel 2009 e nel 2013, che annunciavano l’uccisione del capo, Abubakar Shekau.
L'esercito ha anche detto che 135 combattenti di Boko Haram avevano ceduto le armi alle truppe nigeriane nella città a nord est di Buni Yadi, circa 200 chilometri a ovest di Konduga nello stato di Borno.
Il portavoce della Difesa Chris Olukolade ha confermato  ai giornalisti ad Abuja che l'esercito aveva ucciso Abubakar Shekau, leader di Boko Haram, ammettendo che c’erano stati simili annunci, risultati errati qualche tempo prima. Olukolade ha detto che il nome "Shekau" era diventato una sorta di "marchio per i terroristi" e che molti diversi comandanti di Boko Haram potrebbero aver usato quel soprannome.
L’ucciso aveva usato anche diverse identità: "Bashir Mohammed, alias Abubakar Shekau, alias Abacha Abdullahi Geidam, alias Damasak, ecc", ha detto il portavoce.
L'anno scorso gli Stati Uniti avevano messo una ricompensa 7.000 mila dollari per la cattura di Shekau, “terrorista globale” come parte delle sue “Ricompense per la giustizia".

Per dimostrare le sue affermazioni, l'esercito nigeriano ha mostrato una registrazione video amatoriale dei combattimenti in Konduga, con corpi disseminati per le strade. Indicando un uomo barbuto che giaceva morto a terra accanto ad un altro combattente ucciso, Olukolade ha detto: "Questo personaggio collima con Shekau, come si è mostrato in alcuni video".

RENZI: i sindacati si arrabbiano con me? Non è un problema

WASHINGTON - Renzi tira dritto: "Il mio impegno è chiaro: realizzare le riforme indipendentemente dalle reazioni", afferma il premier in un'intervista al Wall Street Journal. "La riforma del mercato del lavoro in Italia è una priorità - continua Renzi - e se i sindacati sono contro per me questo non è un problema". Il premier aggiunge poi di "escludere categoricamente la possibilità di nuove tasse in Italia".

Il dibattito sull'articolo 18 resta acceso, non solo sul fronte politico. Da un lato, l'amministratore delegato di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, sostiene che l'articolo 18 "sta creando disagi sociali e disuguaglianze: questa - dice - non è giustizia" e che la riforma del mercato del lavoro è un segnale. Dall'altro, il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, continua a difendere il diritto al reintegro, convinta che cancellare l'articolo 18 significhi rendere il lavoro "più servile", ma apre sulla possibilità di discutere il numero degli anni in cui lasciarlo 'sospeso': "Capisco che ci sia una stagione" in cui "l'articolo 18 non vale" ma è necessario "che sia transitoria", perché "tre anni e sette anni non sono la stessa cosa". Dopo, però, tutti devono avere una tutela piena.

mercoledì 24 settembre 2014

RENZI a New York: il Jobs act non è rinviabile. Lunedì si discute, si decide e poi si voterà assieme

ROMA - "Non è pensabile che ci siano poi dei momenti in cui ci si ferma e ci si tiri indietro. Noi siamo per parlare con tutti, ma ci sono cose che in Italia vanno fatte". Così il premier Matteo Renzi a New York rispondendo ad una domanda sul Jobs act spiegando che la riforma "non è rinviabile". "Lunedì presenterò in direzione le mie idee" sulla riforma del lavoro, che "sono condivise", poi "ci sarà un dibattito, si discute e alla fine si decide, si vota e si fa tutti nello stesso modo, si va tutti insieme".    
 "Siccome vedo che ci sono offerte di voti in circolazione" sulla delega lavoro, "vale la pena ricordare che su questo tema i voti hanno colore politico". Così Rosy Bindi risponde a chi le domanda della possibilità che Forza Italia voti il Jobs act. "Il lavoro, come la finanziaria e la giustizia, sono temi che riguardano l'azione di governo e per i quali viene prima la maggioranza e poi gli altri. Non è come per le riforme costituzionali che vanno fatte con tutti", sottolinea.

   

Spese pazze: la Procura di BOLOGNA chiede l’archiviazione per Bonaccini, candidato alle primarie del centrosinistra


BOLOGNA - La Procura di Bologna ha chiesto l'archiviazione per Stefano Bonaccini, candidato alle primarie del centrosinistra, nell'inchiesta sulle cosiddette 'spese pazze' dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna che lo vede indagato, insieme ad altri consiglieri, per peculato. La richiesta, firmata dai pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi e vistata dal procuratore aggiunto Valter Giovannini, e' stata inoltrata al gip che dovrà esprimersi sulla posizione del segretario regionale uscente del Pd Emilia Romagna. .

L’ex pm e ora sindaco di Napoli DE MAGISTRIS condannato a 1 anno e 3 mesi per l’inchiesta “Why not”


Luigi De Magistris
ROMA -  Un anno e tre mesi di reclusione ciascuno, con sospensione condizionale della pena e non menzione sul casellario giudiziale: e' la condanna che la decima sezione penale del tribunale di Roma ha inflitto all'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, attuale sindaco di Napoli, e al consulente informatico Gioacchino Genchi, accusati di concorso in abuso d'ufficio per aver acquisito illegittimamente, nell'ambito dell'inchiesta calabrese 'Why not', i tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza la necessaria autorizzazione delle Camere di appartenenza.