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venerdì 19 settembre 2014
E la Scozia restò inglese
I separatisti sconfitti se ne vanno tristemente
La gioia degli unionisti
EDIMBURGO - Alla fine di una lunga notte di conta e nervosismo, arrivano i risultati finali. Il "no" vince col 55% delle preferenze, il "sì" si ferma al 45%. La Scozia ha dunque scelto di restare all'interno del Regno Unito. La festa - per gli unionisti, per i mercati e per le cancellerie europee - può dunque iniziare. Lo spauracchio di un break-up all'interno dell'Unione Europea, prodomo forse di quel 'brexit' - l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue - che da qualche anno aleggia su Bruxelles, è rinviato. Non a caso "sollievo" per la vittoria dei 'no' è stato espresso dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. "Lo ammetto, il risultato mi solleva", ha detto in un'intervista alla radio tedesca Deutschlandfunk. David Cameron può dunque rivolgersi alla nazione davanti allo storico portoncino di Downing Street. "E' il tempo per il nostro Regno Unito di andare avanti'', ha detto Cameron. ''La questione ora è stata risolta per una generazione o, come ha detto Salmond, per una vita''. ''Ho appena parlato con Salmond e mi sono congratulato con lui per la campagna combattuta con forza'', ha scritto il premier britannico sul suo profilo Twitter. ''Sono felicissimo che il suo Snp parteciperà ai colloqui per una ulteriore devolution''. ''Rispetteremo le promesse fatte alla Scozia in pieno'', ha quindi dichiarato Cameron che ha parlato di una bozza di legge al riguardo "entro gennaio". ''Gli scozzesi hanno mantenuto unito il nostro Paese
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