Greta e Vanessa, rapite in Siria |
DAMASCO- Cadute in trappola. E poi vendute da un gruppo armato a un altro. Ma non in mano ai jihadisti dello Stato islamico: è quanto potrebbe essere successo a Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due giovani italiane scomparse in Siria a fine luglio, secondo quanto riportato oggi da un quotidiano libanese vicino al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah alleato del regime di Damasco. Il giornale al Akhbar che ha oggi pubblicato l'articolo su Ramelli e Marzullo non è certo imparziale. Ma quando, nei mesi scorsi, aveva pubblicato indiscrezioni sulla sorte di Paolo Dall'Oglio, il prete gesuita scomparso nel nord della Siria nel luglio 2013, il racconto delle sue fonti era stato in seguito confermato sia da fonti italiane attive per la liberazione di Dall'Oglio sia da diverse fonti siriane.
Sulla sorte delle due giovanissime italiane, il quotidiano libanese cita una fonte identificata con uno pseudonimo, Ahmad, descrivendola come "un ex miliziano" di Abizmu, la località dove si sono perse le tracce delle due italiane ai primi di agosto scorso.
La fonte citata da al Akhbar sostiene che Ramelli e Marzullo sono "state attirate a Abizmu" nell'ambito di un piano preordinato per rapirle e chiedere un riscatto. Secondo la fonte, "l'attivista" con cui le due giovani e il giornalista de Il Foglio Daniele Raineri erano in contatto "era uno di quelli che passano molto tempo su Internet".
E su Internet "l'attivista" le avrebbe conosciute. Greta e Vanessa si sono in seguito recate più volte a casa dell'"attivista". Tra loro si è creato un legame di fiducia, fa intendere la fonte. Solo successivamente, "l'attivista" - di cui la fonte non conosce l'identità - in cambio di danaro le ha attirate nella trappola: una visita in casa del "capo del consiglio rivoluzionario di Abizmu", l'uomo forte della cittadina. Quest'ultimo, prosegue il racconto, le ha subito vendute a un altro gruppo armato della zona.
Nessun commento:
Posta un commento