LERICI - "Abbiamo indizi che riteniamo utili". Lo annunciano gli inquirenti della Dda che coordinano le indagini sul sequestro dell'imprenditore spezzino Andrea Calevo. "Spero diano risultati quanto prima, nulla è stato trascurato", ha detto il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce. Secondo la stampa locale gli investigatori sarebbero sulle tracce di un sospettato di origine italiana.
Ad Arcola, intanto, in segno di vicinanza alla famiglia Calevo, tutti gli imprenditori hanno lasciato accese le luci di attività e capannoni. Ieri pomeriggio i carabinieri avevano effettuato una decina di perquisizioni in abitazioni di extracomunitari e pregiudicati italiani e stranieri a Sarzana.
Altre perquisizioni in campi rom e in abitazioni di pregiudicati italiani e stranieri sono state effettuate nella zona di Massa. Intanto proseguono i controlli su telepass e telecamere autostradali.
I carabinieri sospettano la presenza di un basista, probabilmente italiano, che avrebbe spianato la la strada alla banda che ha messo in atto il sequestro. Ricostruendo le recenti frequentazioni di Andrea, ci sarebbero indizi importanti acquisiti nel corso delle indagini da parte dei carabinieri anche e soprattutto da tracce biologiche trovate sull'auto del sequestrato. Importanti sarebbero anche le tracce derivate dalle analisi delle celle telefoniche attive nella zona dello Spezzino e sul confine tra Liguria e Toscana e l'azione di intelligence.
Anche i sommozzatori dei carabinieri di Genova prendono parte alle ricerche. I militari effettueranno immersioni nel fiume Magra, dove è stata abbandonata la macchina dell'imprenditore dopo il sequestro.
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