I parenti degli scomparsi attendono notizie |
ISOLA DEL GIGLIO - La compagnia Costa Crociere sapeva dell'"inchino" al Giglio (e non era la prima volta), la nave si è arenata non per una manovra d'emergenza di Schettino ma per pura casualità e la Costa era stata informata da subito della collisione: è quanto hanno detto ai pm sono gli ufficiali di bordo della Concordia secondo i verbali pubblicati oggi dal quotidiano Repubblica. Un duro colpo all'immagine della compagnia e anche alla difesa di Schettino.
"A 4 miglia dall'isola del Giglio il comandante è salito in plancia e ha disposto la navigazione in manuale, poi ha ordinato un'accostata a dritta". Lo ha detto Silvia Coronika, terzo ufficiale in coperta, in turno la notte del naufragio. L'inchino era previsto sin dalla partenza e non era nemmeno la prima volta: "Non viene fatto sempre ma nelle ultime tre volte nella tratta Civitavecchia-Savona è stato fatto", ha dichiarato Alberto Fiorito, ufficiale addetto alla sala macchine.
Un'altra tegola che si abbatte sulla difesa di Schettino ("con la sua manovra ha salvato migliaia di vite", avevano detto i legali) è la conferma che la nave non è colata a picco in mare aperto ma si è arenata davanti all'isola su un fondale basso solo per una casualità. La nave si è piegata per l'inerzia e per l'effetto perno delle ancora gettate in acqua ma senza che fosse stato impartito l'ordine di dirigersi verso la costa.
"Solo un black out". Così Schettino ha risposto e ha detto di rispondere alla Capitaneria di porto che chiedeva se ci fosse problemi a bordo. Gli ufficiali interrogati hanno spiegato quei lunghi minuti successivi alla collisione con lo scoglio di granito. Schettino aveva chiamato la compagnia e al telefono con con Roberto Ferrarini, marine operator di Costa, pare si sia accordato per non lanciare subito l'allarme. Il capitano era però stato informato da Giuseppe Pillon (altro ufficiale in sala macchine) che almeno cinque compartimenti erano allagati quando la nave può resistere solo con tre reparti invasi dall'acqua.
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