mercoledì 11 gennaio 2012

Cristiano Doni: Non sono corrotto. L'ho fatto per la squadra


CREMONA - Cristiano Doni assicura di non essere "un giocatore corrotto". L'ex capitano dell'Atalanta lo ha ribadito al procuratore di Cremona Roberto Di Martino nell'interrogatorio di oggi. "Non ha mai fatto nulla contro la sua squadra - ha detto il legale del giocatore -. Non è corrotto, non si è venduto le partite, ha sempre giocato per vincere". "Paoloni non millantava su Lazio-Genoa, né su Corvia", ha aggiunto il procuratore Di Martino, allargando lo scandalo anche alla Serie A.
"La consapevolezza che qualche partita avesse il risultato già acquisito per altra via, probabilmente lui non avrebbe dovuto averla - ha spiegato ancora il legale, precisando che il suo assistito sta collaborando con la magistratura.- Lui ha saputo che c'era la combine dopo che gli accordi in questo senso erano stati presi. Non l'ha combinata lui."

"Doni ha toccato tanti argomenti, ha approfondito cose già dette dal Gip e ribadito che ciò che ha fatto, l'ha fatto solo per la squadra", ha aggiunto. Per l'avvocato l'errore del suo assistito è stato quello di non aver "detto niente". "Ha agito solo per agevolare la vittoria dell'Atalanta - ha proseguito -. E' stato il suo passo falso. L'Atalanta era il suo mondo e ora invece è calato il gelo". Proprio per questo motivo ora Doni, stando sempre al suo avvocato, si sentirebbe "molto in difficoltà".

Nel corso del suo interrogatorio oggi in Procura,  l'ex capitano dell'Atalanta ha confermato di aver tirato un rigore al centro, durante l'ormai famosa Atalanta-Piacenza, come da accordi intrapresi con i giocatori della squadra emiliana, in particolare con il portiere Cassano che, quindi, non lo parò, consentendo la vittoria dei nerazzurri. Doni, nel corso dell'interrogatorio, avrebbe in sostanza confermato, arricchendolo con qualche particolare, il contenuto dell'atto istruttorio nei giorni scorsi davanti al gip Guido Salvini.

Nello scandalo sarebbero coinvolte anche squadre di Serie A. "Alcuni degli accertamenti tecnici effettuati nell'inchiesta sul calcio scommesse confermano che nelle intercettazioni le parole dell'ex portiere della Cremonese e del Benevento Marco Paoloni non erano delle millanterie, né su Lazio-Genoa, né sul ruolo del leccese Corvia nella vicenda", ha dichiarato il procuratore Roberto di Martino che ha interrogato Cristiano Doni. 

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