martedì 16 settembre 2014

Al Qaeda all’ISIS: liberate Alan Henning, è un volontario innocente

Henning durante un precedente viaggio in Siria
LONDRA - Al Qaeda rivolse un appello (inascoltato) all'Isis per la liberazione di Alan Henning, il secondo cittadino britannico rapito dai terroristi dello Stato islamico e che compare nel video della decapitazione del cooperante David Haines. 
Per Al Qaeda andava liberato perché "era solo un volontario innocente" e il suo rapimento era "contrario alla legge islamica" e "controproducente". Lo rivela il quotidiano britannico "The Independent".
 Il 47enne è un tassista da nord-ovest dell'Inghilterra che gli amici descrivono come un "grande uomo con un grande cuore". "Lui è il più bravo dei bravi ragazzi che hanno fatto così tanto per aiutare altre persone", ha detto il collega Kasim Jameel. "E 'solo un ragazzo normale, un tassista di tutti i giorni che voleva fare il bene. Stiamo pensando lui tutto il tempo e pregando che gli sia permesso a casa dalla sua famiglia ".
Henning ha una moglie, Barbara, 45 anni, e due figli adolescenti a casa a Salford, nella Greater Manchester. Nello scorso Natale si era unito a Jameel e a un gruppo di amici musulmani con l’intenzione d fare  4.000 miglia di viaggio in Siria a bordo di vecchie ambulanze per consegnare forniture mediche ai rifugiati. Uomini armati mascherati avevano fermato il convoglio dopo aver attraversato il  confine turco il 26 dicembre e mirato a Henning, separandolo dal gruppo e portandolo via. Doveva rimanere in Siria per sei mesi. C’era stato anche in precedenza come parte di due analoghi convogli umanitari organizzati dal piccolo, informale gruppo di volontariato Aid 4 Siria and the UK  Arab Society. Il giornalista della BBC Catrin Nye lo aveva incontrato mentre stava facendo un documentario su tali convogli in Siria e avev detto che il primo viaggio in Siria aveva spinto  Henning fare di più. "Era stata una esperienza che cambia la vita", ha detto Nye. "Aveva consegnato le merci. Ha descritto i bambini che aveva incontrato. Mi disse che doveva ritornare"
L’organizzatore del’ultimo convoglio Jameel ha raccontato: "Amava la causa, tanto che quando è andato in vacanza con la sua famiglia, aveva un grande tatuaggio sul suo braccio, che diceva: 'aiuti per Siria".

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