ROMA -L'incubo per Rossella Urru è durato nove mesi. La cooperante sarda, rilasciata ieri in Mali con due spagnoli, è attesa nel pomeriggio all'aeroporto militare romano di Ciampino. La trentenne, dopo il trasferimento in Burkina Faso, volerà verso Roma. "Grande gioia" per la liberazione è stata espressa, tra gli altri, dal premier Monti, che ha sottolineato il successo dell'Italia contro il terrorismo.
Monti "ha partecipato alla grande gioia dei familiari e di tutti gli italiani per la liberazione di Rossella Urru". "Esprimo il vivo compiacimento del governo e mio personale - ha affermato il premier in una nota - per la felice conclusione della lunga prigionia di cui è stata vittima la nostra cooperante, impegnata per promuovere i principi di tolleranza e solidarietà in favore di popolazioni in situazioni difficili. Ho seguito attentamente il lavoro degli organi dello Stato che con professionalità e impegno si sono prodigati per la liberazione della nostra connazionale. Li ringrazio per questo ulteriore successo che l'Italia può segnare nella lotta contro il terrorismo internazionale, rafforzando il sentimento di sicurezza che l'appartenenza alla comunità nazionale assicura agli italiani che operano nel mondo".
l capo dello Stato Giorgio Napolitano ha appreso con sollievo e con gioia la notizia della liberazione di Rossella Urru dopo la lunga prigionia nelle mani dei rapitori. Napolitano ha inoltre rivolto il proprio apprezzamento alle amministrazioni e ai servizi di sicurezza per la loro tenace iniziativa e per il felice esito raggiunto.
In attesa di rivedere Rossella a Roma, dove attualmente si trova, : "Sono emozionatissima, non vedo l'ora di riabbracciarla", le prime parole della mamma.
L'incubo di Rossella - una vicenda che ha registrato una grande partecipazione dell'opinione pubblica con una vasta mobilitazione - è finito ieri in una non precisata località del nord del Mali (da mesi saldamente in mano jihadista). La Urru ed i suoi due colleghi erano stati rapiti il 23 ottobre scorso nel campo Rabouni, a Tindouf, dove c'è la più grossa comunità di saharawi, gli abitanti dell'ex Sahara spagnolo che non accettano la sovranità marocchina. A sequestrarli un gruppo armato che, a bordo di pick-up, fece irruzione nel campo e li prelevò, sparendo letteralmente nella notte e lasciando aperti molti interrogativi, perché, colpendo i cooperanti, si colpiva il popolo saharawi, manifestamente sostenuto dai movimenti islamici.
E' ancora presto per capire cosa sia accaduto in questi lunghi mesi e, soprattutto, cosa realmente si nasconda dietro questo sequestro che ha reso "famoso" il Movimento per l'unicità e la jihad nell'Africa occidentale, gruppuscolo dalle origini oscure, praticamente sconosciuto sino a pochi mesi fa e che ora dialoga con i Paesi (anche se i dinieghi ufficiali su presunte trattative sono unanimi) e si impone come protagonista nella magmatica situazione del nord del Mali, con una disponibilità economica sospetta, anche se si pensa che per rilasciare i suoi ostaggi si faccia pagare e bene.
"Sono contentissima, vorrei tanto abbracciarla": così Sandra Mariani, nelle mani dei rapitori fino al 17 aprile scorso, ha commentato la liberazione di Rossella Urru. "Sono tanto contenta - ha detto Sandra, al telefono dalla sua casa di San Casciano Val Di Pesa -, è finito un incubo. Non mi ha mai abbandonato il pensiero che Rossella, così come altri, fossero ancora nelle mani dei rapitori".
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