domenica 4 settembre 2011

L’assassino Cesare Battisti : una birra e una risata alla faccia delle vittime italiane. "Avrei ucciso, se me lo avessero ordinato"


Battisti nel bar della cittadina brasiliana dove si è "nascosto" (foto Folha)

SAN PAOLO Cesare Battisti, l'ex membro dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo), condannato all'ergastolo per quattro omicidi nel 1970 in Italia e poi fuggito, non ha problemi con la legge in Brasile (anzi, è stato accolto come “rifugiato politico”, cose da non credere ancora, caro ex presidente Lula)  ma, temendo di poter essere obiettivo  di gruppi paramilitari, preoccupato per la persecuzione della stampa e sofferente, dice, per i quattro anni e due mesi di reclusione e per l'esposizione pubblica, ha deciso di isolarsi in  una piccola città sulla costa sud di São Paulo. Lo ha detto in un’intervista alla Tv del quotidiano brasiliano Folha.
Da due mesi  vive da solo grazie a “una semplice cortesia” di un suo sostenitore brasiliano (sostenitore di che?) e dorme - spiega - in una vecchia casa in una camera della dimensione della sua vecchia cella (dove vorremmo tutti vederlo di nuovo rinchiuso).
Tra la pesca, la birra nei pub e sospetti persecutori, Battisti tenta di abbandonare la pelle di un personaggio pubblico in cui afferma di non riconoscersi. "La gente mi dice, 'Cesare, e la rivoluzione?" Quale rivoluzione? Questo è uno scherzo. Avevo 16 anni quando entrai nella clandestinità, non sono più quella persona. Se fossi oggi un rivoluzionario, sarei solo un idiota " dice, all'età di 56 anni.
L'italiano ribadisce (che noia) di essere stato usato come capro espiatorio per tutto il periodo storico turbolento in Italia. Ammette di aver partecipato a assalti e aver combattuto per la causa, ma non di avere ucciso. "E 'stata quasi una guerra civile. Se me lo avessero ordinato, avrei ucciso. Ma per fortuna non è mai successo, non ho mai creduto che questa fosse una via d'uscita". Ma lui era un capo, davagli ordini, ordinava di uccidere. E secondo le sentenze passate in giudicato ha anche ucciso.
Il terrorista ha distilliato altre perle di saggezza terroristica storica (dalle quali risulta sottinteso, anche se lui lo negherà, che l'estrema violenza l'ha usata, visto che cerca alibi come questi che riferiamo, per dovere di cronsaca come si usa dire: "Non siamo stati noi i primi a prendere le armi, sono stati i regimi, gli Stati. Ero molto giovane, e come tanti dopo il '68 abbiamo ritenuto che potevamo sistemare il mondo con le armi. Ma calma, non siamo stati noi i primi a prendere le armi, sono stati i regimi, gli Stati, che hanno iniziato a usare le armi e a uccidere. Il movimento rivoluzionario ha accettato la provocazione e risposto con le armi. Quando iniziano a uccidere il tuo migliore amico, e hai 20 anni, reagisci con le armi: proprio quella è stata la strategia dei regimi e dei poteri dell'epoca. Loro non avevano nessun altra chance di distruggere i movimenti culturali ricchissimi di quei tempi se non con la provocazione delle armi", ha concluso. Come tutti possono capire, Cesare Battisti è un terrorista non pentito, che parla per slogan ultradatati che ci riportano a quei terribili anni di piombo e racconta una realtà immaginaria e inesistente di cui tutti però hanno pagato le conseguenze.
Cesare Battisti ha ucciso e ha fatto uccidere. Per questo è stato condannato all’ergastolo. Per questo è un assassino. Che ora beve una birra in Brasile, libero e felice (almeno, non riesca ad essero, felice. Abbia continua paura di inesistenti persecuzioni, si sentas -lui!- vittima. Senza vergogna. E si rovini le vacanze in Brasile.)

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