Il comandante della Concordia Francesco Schettino |
"E' da capire perche' il gip ha applicato la misura cautelare". E' il primo commento del procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio dopo la decisione del gip che ha disposto i domiciliari per il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino. "Sono curioso di leggere le motivazioni e domani mattina ne prenderemo atto", ha aggiunto il procuratore.
La telefonata tra il comandante della nave Concordia e l'ufficiale della Capitaneria di Porto di Livorno durante il naufragio della Costa Concordia, che da ieri rimbalza sul web, ha intanto trasformato il capitano Gregorio De Falco in un un idolo per il suo rigore e la sua prontezza. Cosi' come l'enormitàdel gesto e l'incapacità' di gestirne le drammatiche conseguenze scaricano sul comandante Schettino tutta la negativita' della rete. Su Facebook fioriscono fan page per l'uno e per l'altro (c'e' anche un 'Eroicamente Schettino'), mentre su Twitter spopolano gli hashtag #schettino, #defalco e #vadaabordocazzo.
Alcuni utenti fanno domande per scoprire l'indirizzo mail del capitano Gregorio De Falco per ringraziarlo di persona. 'Comandante De falco tutta la vita', 'Onore al Comandante De Falco' e 'Presidente Monti chiami il Comandante De Falco. Mostri al mondo il volto dell'Italia che tutti devono sapere c'e'!' dicono i fan su Fb. E c'e' chi cinguetta: 'Grazie al cielo in Italia per ogni Schettino, c'e' anche un De Falco'. Dall'altra parte il comandante della Concordia, che diventa lo zimbello degli utenti anche grazie a battute, barzellette e addirittura vignette. 'Nonostante fosse buio e la capitaneria non si rendesse conto che 'non si vede nulla', Schettino e' riuscito comunque a coprirsi di gloria. In taxi' si legge su Fb.
La telefonata
"Schettino, lei si e' salvato dal mare, ma io la porto molto male, le faccio passare le anime dei guai.
Vada a bordo!". E' questa la frase che cattura i momenti piu' drammatici dell'evacuazione della 'Concordia':nella ormai celebre telefonata tra il capitano Gregorio De Falco della Capitaneria di Livorno e Francesco Schettino, che aveva gia' abbandonato la nave.
Mentre cerca di contattare Schettino, De Falco, che ha deciso di registrare la conversazione, si lascia andare a una considerazione che lascia capire quanto fossero gia' evidenti le responsabilità del capitano della nave da crociera: "Il procuratore dovevo chiamare!" De Falco avverte Schettino che "ci sono persone intrappolate a bordo" e gli impartisce ordini ben precisi: "lei ora va con una scialuppa sotto la prua della nave lato dritto. C'e' gente che scende dalla biscaggina, lei la percorre in senso inverso, sale e mi dice quante persone ci sono e che cosa hanno a bordo; se ci sono bambini, donne o bisognose di assistenza e mi dice il numero di ciascuna di queste categorie, chiaro?". Schettino e' incerto, sembra prendere tempo. "Comanda', per cortesia" prova a dire, ma De Falco lo interrompe bruscamente: "No per cortesia, lei ora va subito a bordo. Mi assicuri che è a bordo. Vada a bordo e coordini i soccorsi da bordo". - Schettino farfuglia qualcosa, De Falco gli urla di parlare più forte, finche' non lo inchioda: "mi dica qual e' il motivo per cui non cui sale a bordo! Vada a bordo, non deve fare altre valutazioni. Ha dichiarato l'abbandono nave e adesso comando io. Vada a bordo. Ci sono gia' dei cadaveri!". E a questo punto Schettino cede: "Quanti sono?" chiede. "Me lo deve dire lei quanti sono, Cristo!" urla il capitano della Capitaneria di Livorno. Le ragioni di Schettino lo espongono al ridicolo: "Ma si rende conto che è buio e che qua non si vede niente?" dice a De Falco, che perde le staffe e urla: "E che vuole fare? Tornare a casa perche' e' buio? Salga sulla prua della nave e mi dica cosa si puo' fare, quante persone ci sono e cosa si puo' fare. Lo faccia ora!".
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