sabato 30 marzo 2013

Jannacci, si potrebbe andare tutti al suo funerale



MILANO - Enzo Jannacci è morto alla Clinica Columbus di Milano, dove il cantautore, malato di cancro, era ricoverato da alcuni giorni a causa dell’aggravrsi delle su condizioni. Jannacci si e' spento intorno alle 20,30 di ieri sera. Accanto a lui tutta la famiglia, che era a conoscenza delle sue condizioni molto gravi.
Jannacci è stato un cantautore, cabarettista, attore, oltre che medico chirurgo. Cinquant’anni di carriera senza schemi fissi, oltre i confini. Dopo aver registrato quasi trenta album, alcuni dei quali indimenticabili, è ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant’anni. Basta dire Gaber e Jannacci per evocare una Milano che non c’è più, quella della nebbia, già grande città ma non ancora metropoli, una Milano romantica, popolata di personaggi bizzarri e poetici. Di madre pugliese e padre lombardo, Jannacci la sua Milano l’ha sempre portata addosso. Come Gaber, che aveva conosciuto a scuola, all’Istituto classico Alessandro Manzoni. Alla sua morte, il dottore cantautore, riuscì a dire soltanto “ho perso un fratello”. Ma a farlo conoscere al grande pubblico nel 1968 è «Vengo anch'io. No, tu no». Seguiranno altri grandi successi come «Veronica», «Messico e Nuvole», «Ho visto un re», «Vincenzina e la fabbrica» (colonna sonore del film Romanzo Popolare del 1974 con Ugo Tognazzi e una giovane Ornella Muti) e «El purtava i scarp del tennis».
E adesso, direbbe lui, si potrebbe andare tutti al suo funerale. E' stata aperta la Camera Ardente alla casa di cura Columbus, in via Buonarroti 48 a Milano. E nonostante il cattivo tempo e le festività pasquali, già alcuni milanesi sono arrivati per rendere l'ultimo saluto a uno degli artisti simbolo del capoluogo lombardo. La Camera Ardente sarà aperta fino alle 18.

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