venerdì 20 luglio 2012

“Pagati 15 milioni per il riscatto di Rossella Urru” dicono i sequestratori. La cooperante in Italia: “Spero di tornare in Africa”


Rossella Urru con la madre al suo arrivo a Roma Ciampino

ROMA - Un riscatto di 15 milioni di euro è stato pagato al Movimento per l'unicità e la jihad nell'Africa dell'Ovest (Mujao) per la liberazione dei tre cooperanti europei, tra cui Rossella Urru, sequestrati a ottobre. Lo ha detto uno dei portavoce del gruppo alla France Presse. "Abbiamo ricevuto 15 milioni di euro per il rilascio dei tre ostaggi - ha precisato Walid Abu Sarhaoui - e abbiamo ottenuto che venisse rilasciato un mujaheddin in Mauritania". Per Sarhaoui è "un riscatto considerevole". Il pagamento è stato sempre smentito dalle autorità italiane e spagnole
Fino a tarda notte a Samugheo, il paese di Rossella in Sardegna, si è ballato in piazza e per molte ore dopo l'annuncio della liberazione i clacson non hanno smesso di suonare. Ieri mattina sulla foto di Rossella, che campeggia sulla facciata del Comune di Samugheo dal giorno del rapimento, quel 23 ottobre scorso, lo striscione è stato aggiornato: non più Rossella 'libera', ma oggi Rossella 'liberata'.  Nel salone parrocchiale, dove si stanno preparando gli striscioni di benvenuto, contano di riabbracciarla oggi, al più tardi domani. Si sta pensando ad una grande tavolata che verrà allestita dal centro sino alla casa della famiglia Urru, aperta a tutti.
Grazie a tutti, sto bene e sono felicissima di essere tornata a casa. Finalmente è finita". Rossella Urru era arrivata ieri sera alle 21 in Italia. Ad attendere la cooperante all'aeroporto di Ciampino, i familiari, il presidente del Consiglio, Mario Monti, il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, quello della Cooperazione, Andrea Riccardi, il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Gianni De Gennaro, il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci. Domani sarà sentita dalla procura di Roma che ha aperto un fascicolo sul sequestro. Camicia bianca, pantaloni neri, capelli lunghissimi e lisci, Rossella era scesa dalle scalette dell'aereo sorridente e un po' spaesata, aveva abbracciato subito i genitori Marisa e Graziano ed i fratelli Fausto e Mauro. Dopo il saluto di Monti che nell'ottobre dello scorso anno, quando la donna è stata rapita, non era ancora presidente del Consiglio. "Bentornata", le aveva detto, sottolineando la "forza straordinaria" dei familiari; l'Italia "ha manifestato tanto affetto per lei, come tutti gli organi dello Stato che voglio ringraziare per essersi prodigati per una persona che ha dedicato la vita al mondo della cooperazione. Anche la comunità di Sant'Egidio è stata di grande aiuto". Poi è stata la cooperante a parlare, ringraziando "tutti quelli che hanno lavorato per la mia liberazione. Finalmente è finita. Mi hanno trattato bene, quello della cooperazione è un lavoro difficile e rischioso, ma spero di tornare presto in Africa".


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